L’inascoltata voce dei bambini per un appello ai grandi del vertice di Copenaghen

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Consider-Us-Youth-Campaign

La campagna “Considerateci” dell’UNEP è una di quelle iniziative che vengono dal basso, e che hanno il potere di ispirare ma anche deprimere allo stesso tempo. Ispirare perché l’idea di dare voce ai giovani in anticipo rispetto al vertice sul clima di Copenaghen è molto importante, perché si tratta delle generazioni del futuro. Deprimere perché nonostante si sia data voce diverse volte ai giovani, si rimane solo ad ascoltarli, ma poi non si tengono in considerazione le loro idee, pensieri e volontà. Al momento di agire, loro spariscono.

In Australia hanno lanciato il Youth Decide Climate Campaign in previsione del Vertice sulla Terra degli studenti delle High School. L’idea che, se solo potessimo ascoltare i nostri figli poi tutto andrà bene non è affatto nuova. E ha un senso. Dopotutto, saranno i nostri figli, e i figli dei nostri figli, che dovranno affrontare le reali conseguenze del cambiamento climatico che abbiamo causato.

Anche in questa campagna, nonostante si possa pensare che le nuove generazioni non siano informate o poco interessate, spicca la preoccupazione per il futuro, e la consapevolezza che dobbiamo agire, e dobbiamo farlo subito. Alcune delle più frequenti domande come “Che cosa è prezioso del nostro mondo?”, E “Perché lo dobbiamo salvare?” saranno consegnate ai leader mondiali durante il vertice sul clima di dicembre.

Ma mentre l’iniziativa è forte, non è sufficiente di per sé, come è stato dimostrato inavvertitamente da un articolo sulla campagna pubblicato sul quotidiano britannico Telegraph. Citando la studentessa dodicenne Severn Suzuki del Vertice della Terra che si tenne a Rio nel 1992, gli autori Deon Robbertze e Paul Clements-Hunt ci ricordano che la sua relazione ha ricevuto una standing ovation, e costretto il pubblico a prendere in considerazione le future generazioni nel vertice. Sono stati, a quanto pare, “affascinati dalla visione di un bambino e dalla sua onestà”.

Tutto questo può essere vero, ma allora perché, dopo quasi 20 anni, siamo più vicini alla rovina rispetto al 1992? Con tutti i mezzi, facciamo sentire la voce dei giovani. Ma facciamo ancora più in modo che essi vengano ascoltati. Cerchiamo di agire in modo deciso questa volta, altrimenti non ci sarà una seconda possibilità.

Fonte: [Treehugger]

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