Un albero salva la vita…letteralmente

di Redazione Commenta

albero salva vitaGli studi che calcolano quante vittime fa l’inquinamento cittadino si sprecano. Ma qualcuno ha mai pensato ad effettuare uno studio al contrario? E cioè quante vite verrebbero salvate se anziché tagliare gli alberi, li piantassimo? Il verde urbano, lo sanno anche i bambini (e forse loro lo sanno meglio di noi), migliora la qualità dell’aria e della vita. Produce ombra, assorbe la CO2 e diventa la “casa” di migliaia di animali che arricchiscono la nostra biodiversità. Secondo un recente studio realizzato dal U.S. Forest Service e dal Davey Institute, salva anche delle vite umane.

Considerando la capacità degli alberi in città di assorbire i principali agenti inquinanti emessi dalle attività umane come il PM 2,5 e gli altri particolati, lo studio ha calcolato che in una città media gli alberi possano salvare una vita all’anno. Sappiamo che può sembrare poco, ma moltiplicate questo dato per il numero di città del mondo e scoprirete che forse non sono così poche. A questo poi va aggiunto che, a seconda della grandezza della città e delle quantità di verde urbano, le vite salvate possono essere molte di più. In una città grande come New York ad esempio Central Park e gli altri parchi cittadini salvano mediamente 8 vite ogni anno.

In termini statistici il verde urbano, almeno nelle città analizzate, ha salvato mediamente non meno di una vita ogni milione e 350 mila persone, fino ad un massimo di una ogni 365 mila.

Il particolato fine provoca malattie respiratorie, infezioni polmonari, aterosclerosi ed alterazioni cardiache. Non solo dunque il verde urbano è in grado di recuperare queste particelle assassine, ma ha anche altri effetti positivi come il risparmio energetico derivato dall’abbassamento delle temperature d’estate o dai servizi di “pulizia” dell’aria e dell’acqua. Secondo i ricercatori, la rimozione dall’atmosfera del PM 2,5 da parte degli alberi è inferiore rispetto al PM 10, ma gli effetti sulla salute sono decisamente maggiori.

[Fonte: Sciencedaily]

Photo Credits | Getty Images

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