Bioedilizia, un piano casa per riqualificare non per costruire è la ricetta anticrisi

di Redazione 3

L’odore di soldi del cemento fresco seppellisce ogni logica in Italia e il movente della crisi giustifica condoni e scempi con la solita storia del creare nuovi posti di lavoro, come se l’occupazione nell’edilizia fosse possibile solo costruendo nuovi complessi residenziali. Tra costruire o ricostruire, per un Paese dilaniato e deturpato da nuove costruzioni periferiche e degradate dalla presenza del nulla come il nostro, la risposta giusta è quasi scontata. Siamo stanchi di assistere a crolli strutturali e di raccogliere cadaveri tra le macerie alla prima goccia di pioggia così come di vedere montagne di fango seppellire interi quartieri. Per non parlare dei costi ormai decisamente troppo esosi che è costretto a pagare chi vive in palazzi non storici, atavici, per il riscaldamento.

Riqualificare, mettere in sicurezza le abitazioni esistenti, ridare nuova vita a palazzi disabitati che cadono a pezzi, rifornire di energie rinnovabili le abitazioni. E’ questa d’altra parte la strada che gli stessi operatori del settore indicano alle istituzioni. Il presidente della Confartigianato Marca Trevigiana, Mario Pozzi, chiede un Piano Casa non per costruire bensì per riqualificare il già costruito. Un appello a cui si unisce il presidente del Consorzio della Bioedilizia Michele Noal che sprona gli enti locali a scommettere sull’edilizia sostenibile come ricetta anticrisi.

Il territorio ha bisogno degli imprenditori edili, vera spina dorsale dell’economia trevigiana. Il nuovo Piano Casa è certamente una soluzione, da interpretare però strettamente nel senso della riqualificazione di quanto già costruito, spiega Noal. Non bisogna dimenticare, infatti, che del 45% di ampliamento massimo della cubatura degli edifici consentito dal nuovo provvedimento, più della metà è vincolato all’utilizzo di fonti rinnovabili o di tecniche costruttive dell’edilizia sostenibile (rispettivamente per il 10% e il 15%, ndr).

Martedì 18 ottobre, il Consorzio della Bioedilizia, insieme alla Provincia di Treviso e all’Associazione Comuni della Marca Trevigiana, ha organizzato un seminario incentrato sul Patto dei Sindaci. Sarà l’occasione per parlare anche di bioedilizia e di quei progetti di riqualificazione che permetteranno di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni stabiliti dall’UE da qui al 2020. Un obiettivo, quello del 20-20-20, che sarà possibile centrare solo se gli enti locali scommetteranno su rinnovabili ed efficienza energetica.

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