I cambiamenti climatici mutano le dimensioni degli animali

di Redazione 1

Alcune delle conseguenze dei cambiamenti climatici le avevamo già notate da tempo, ma questa è alquanto sorprendente: secondo uno studio dell’Università di Singapore, gli esemplari di alcune specie stanno riducendo le proprie dimensioni a causa del riscaldamento globale. Se ad esempio un’insetto anziché essere lungo due centimetri diventa un centimetro e mezzo, potrebbe sembrare un cambiamento esiguo. Ma questo avrà ripercussioni su molte catene alimentari e gli effetti negativi potrebbero incidere sulla biodiversità che, come abbiamo dimostrato tante volte, influisce anche sulla vita umana.

Ad effettuare questa sensazionale scoperta è stato il professor David Bickford del Dipartimento di Scienze Biologiche presso la Facoltà di Scienze NUS, che insieme al suo collaboratore Dott. Jennifer Sheridan, ha notato il cambiamento delle dimensioni di molte specie del mondo.

In particolare i ricercatori hanno scoperto che l’aumento delle temperature ha avuto effetti di vasta portata sulle dimensioni del corpo di molte specie animali, dai più piccoli ai predatori, e perfino sulle piante. E l’aspetto negativo è che, se non si prendessero contromisure, quest’opera di “rimpicciolimento” potrebbe continuare ancora per chissà quanti anni. Il fenomeno è dovuto a delle fondamentali regole ecologiche e metaboliche, secondo cui un animale che vive al freddo ha bisogno di una grande massa per mantenere la temperatura corporea ideale, e viceversa, uno che vive dove fa caldo può “permettersi” di diventare più piccolo. Un vantaggio dal punto di vista evolutivo perché consente di sfuggire meglio ai predatori, ma non sempre questo, guardando il quadro nel suo complesso, è un aspetto positivo.

Abbiamo riassunto i dati e fornito una revisione di ciò che è stato dimostrato che si è verificato nel corso degli ultimi decenni, nonché le tendenze simili a reperti fossili che dimostrano anche una tendenza simile. Abbiamo anche fornito le teorie che spiegano i dati, una serie di ragionevoli regole ecologiche e metaboliche che aiutano a spiegare perché vediamo questa tendenza ripetersi in specie sempre più piccole. Molti studi confermano questa tendenza generale, e siccome molti studi usciti risultano dire la stessa cosa, abbiamo bisogno di capire perché questa tendenza sta accadendo e che cosa significherà per la società

ha dichiarato Bickford. Secondo il suo studio gli effetti a lungo termine sono difficili da prevedere, ma di certo qualche cambiamento ci sarà in quanto i mutamenti, che avvengono più rapidamente in una specie e più lentamente in un’altra, portano ad una serie di squilibri nella catena alimentare, non solo per la difficoltà nel procacciarsi il cibo, ma anche perché ad esempio piante più piccole significano meno cibo per gli animali erbivori. Lo studio è stato pubblicato su Nature Climate Change.

[Fonte: Sciencedaily]

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