Referendum: il Governo tenta di eliminare anche quello sull’acqua

E siamo a due. Dopo aver di fatto cancellato il referendum sul nucleare (anche se la parola definitiva ancora non è stata detta), ora il Governo ha deciso di smontare anche la mobilitazione in sostegno dell’acqua pubblica. E’ bastata una frase detta dal ministro Romani (che ricordiamo non era ancora ministro ai tempi della legge contestata dai promotori referendari), per scatenare il putiferio.

Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo

ha detto l’on. Romani a Radio Anch’io, ed immediatamente il mondo civile e politico si è mobilitato, gridando all’ennesimo raggiro del Governo che sta togliendo tutte le fondamenta del referendum del 12 e 13 giugno, nella speranza che il quesito che sta più a cuore a Berlusconi, quello sul legittimo impedimento, non raggiunga il quorum.

Politica ambientale di Obama piace agli americani

Le elezioni americane si avvicinano, ed anche il mondo dell’ecologia sta a guardare con attenzione. E’ vero che le grandi ambizioni che Barack Obama aveva 3 anni fa sono state in larga parte disattese, ma considerando che l’alternativa, almeno per come stanno adesso le cose, dovrebbe essere un partito che fa dell’anti-ambientalismo una bandiera, forse dovremmo tifare tutti ancora per i democratici.

Per capire se nelle prossime elezioni gli americani voteranno per una o per l’altra parte, abbiamo a disposizione soltanto i sondaggi, ed anche se non sono esattamente “schiaccianti”, per adesso sembrano favorire il Presidente uscente. Considerando soltanto l’aspetto che in questa sede ci interessa, e cioè le politiche ambientali, osserviamo che il 61% della nazione si “accontenta” di ciò che Obama ha fatto in questo triennio.

Usa: Obama si ricandida con il programma ecologico. Ma che fine ha fatto quello vecchio?

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha recentemente annunciato, per nulla a sorpresa, che si ricandiderà per un secondo mandato alla Casa Bianca. C’è da dire che la campagna elettorale di tre anni fa ci piacque molto, basata sull’ecologia più di qualunque altro presidente al mondo. Ma quante di quelle promesse sono state mantenute durante il suo primo mandato?

La scorsa settimana Obama ha delineato le sue idee in politica energetica, praticamente uguali a quelle di ogni presidente degli ultimi decenni: ridurre le importazioni di petrolio per puntare su gas naturale, nucleare, fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Già questo primo punto è importante in quanto, se tre anni fa parlava solo di rinnovabili, l’ingresso nel discorso anche di altre fonti energetiche sembra un passo indietro.

Expo 2015: il Pd presenta un’interrogazione parlamentare per far chiarezza sulle modifiche

Qualche giorno fa vi avevamo riferito del possibile cambio di rotta, per quanto riguarda l’Expo 2015, da una via più “verde” ad una più commerciale, che trattasse il cibo (tema portante della manifestazione) non come argomento di sostegno sociale e tradizione, ma soltanto come mezzo per far soldi. Di fronte a questo sospetto si sono scagliati i parlamentari del Pd, nonché i rappresentanti dell’opposizione presenti in commissione agricoltura, i quali si sono rivolti al neo-ministro Romano per chiedere spiegazioni.

Non è possibile infatti che un progetto così importante come quello dell’Expo, che dovrebbe essere la vetrina dell’Italia per gli anni a venire, non sia noto alla massima autorità del settore, il Ministro dell’Agricoltura, il quale però, secondo il Pd, non sembra informato dei fatti.

Nucleare, Sarkozy chiede G20 su sicurezza

Sicurezza nucleare, più che mai acceso il dibattito internazionale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno svelato le falle della centrale di Fukushima, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che hanno colpito il Giappone tre settimane fa.
Se la Russia va avanti tutta con il programma nucleare ma apre agli stress test coinvolgendo gli USA, sul fronte opposto si pone la Merkel che sull’atomo ha cambiato radicalmente idea e vuole un’inversione di rotta per il suo Paese che punti tutto sulle rinnovabili.

Oggi, durante la visita in Giappone, è intervenuto in merito alla sicurezza delle centrali nucleari Nicolas Sarkozy che pure qualche giorno fa aveva affermato di non voler illudere i cittadini francesi sulla dismissione delle centrali, un’ipotesi reputata assurda dal momento che il Paese ne ha al momento assoluto bisogno per l’approvvigionamento energetico. Ciononostante, Sarkozy preme per un focus sulla sicurezza, offrendosi di ospitare un incontro del G20 a maggio con la mission di fissare nuovi standard industriali globali alla luce del disastro nucleare occorso in Giappone.

Nucleare Italia, quelli che cambiare opinione è inimmaginabile

Non solo cambiano opinione ma si svestono di un partito come i serpenti mutano pelle, migrano di valori, ideali, amori, amanti, mogli, orientamento sessuale come il vento radioattivo cambia direzione, passano da gioca  a palla con la testa dell’immigrato ad aggiungi un posto a tavola, può votare anche Ahmed. Sono i maestri del trasformismo. Alla disperata ricerca delle poltrone perdute, da ministri dell’agricoltura a ministri della cultura senza conoscere né i campi né i versi, se non quelle quattro righe di parole vuote che osano chiamare poesia solo perché le hanno scritte loro.

Eppure sul nucleare, anche alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, dove ricordiamo i sistemi di sicurezza della centrale di Fukushima sono entrati in crisi per via del terremoto e del conseguente tsunami, cambiare opinione, per questi integerrimi signori millefacce, è inimmaginabile. Si voterà a breve per il referendum, la parola passa giustamente ai cittadini ed ancora non hanno realizzato che di fronte a quello che deciderà il popolo, quello stesso popolo che loro dicono sovrano da trattare con rispetto quando li elegge, non possono nulla se non cambiare opinione.

Nucleare sì, ma non nel mio cortile – parte seconda

Il vecchio slogan del “Sì al nucleare, ma non nel mio cortile” torna di moda. Se una volta c’erano solo 6 Regioni ad opporsi al ritorno all’atomo in Italia, il fronte del “no” si è poi allargato ad oltre la metà delle Regioni, 11 per l’esattezza, ed ora la situazione, dopo la tragedia del Giappone, si è capovolta, con soltanto 3 Regioni che lasciano aperta una porta al nucleare. Ma lasciare aperta una porta non significa che veramente le centrali varcheranno quella soglia.

Anzi, a sentire i tre presidenti di Regione (Formigoni, Caldoro e Cota), vien quasi da ridere, e si capisce come le dichiarazioni pro-nucleare siano fatte più per ragioni di partito che per vera volontà di avere le centrali sotto casa. Anche perché sanno benissimo tutti e tre che tra 10 anni (minimo), quando le centrali saranno attive, a capo della giunta non ci saranno più loro, e la patata bollente passerà a qualche altro malcapitato.

Esplosione nucleare Giappone, Prestigiacomo: “Non rifacciamo l’errore del 1987”

L’esplosione nucleare in Giappone ha catalizzato l’attenzione dell’UE spingendo ad un’immediata chiusura delle centrali obsolete la Germania, dopo la proroga che aveva fatto discutere qualche mese fa sul prolungamento della vita degli impianti atomici. Bloccati i finanziamenti alla ristrutturazione delle vecchie strutture. Anche la Svizzera guarda ad Oriente con una certa apprensione e chiude temporaneamente alla prospettiva di nuovi impianti: la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto, si affrettano a dichiarare le autorità elvetiche a seguito degli incidenti che stanno tenendo con il fiato sospeso il mondo intero sulle sorti della centrale nucleare di Fukushima.

Il commissario all’Energia dell’UE Guenther Oettinger, in vista del vertice di esperti nucleari dell’UE previsto per oggi, ha fatto sapere che all’ordine del giorno c’è, tra l’altro, la discussione sulla fattibilità di un futuro senza nucleare per l’Europa, alla luce della crisi nucleare in Giappone.

Dobbiamo anche porci la domanda se, in Europa, in futuro, potremo soddisfare i nostri bisogni energetici senza energia nucleare.

Energia e ambiente: Piemonte, tavolo per il nuovo Piano regionale

E’ partito oggi, mercoledì 23 febbraio 2011, nella Regione Piemonte, il tavolo di lavoro che dovrà occuparsi di predisporre il nuovo Piano Regionale Energetico Ambientale. A darne notizia è stata l’Amministrazione regionale nel sottolineare come per il Piemonte trattasi della prima tappa verso il futuro energetico.

Il nuovo Piano Regionale Energetico Ambientale, infatti, è uno strumento di programmazione che, rispettando sia le norme vigenti, sia le linee di indirizzo, fisserà sia gli obiettivi, sia gli indicatori ed i parametri di qualità per quel che riguarda la produzione, il trasporto, la distribuzione ed il consumo dell’energia nel rispetto di tutti gli altri obiettivi a livello di tutela ambientale. L’iter prevede che, con validità pari a tre anni, il piano regionale energetico/ambientale venga prima predisposto dalla Giunta, e poi approvato dal Consiglio regionale del Piemonte.

Smog a Bergamo, al via il “patto per l’aria”

Per far fronte all’inquinamento atmosferico e abbattere i livelli di Pm10 nell’aria, i comuni della Bergamasca si sono uniti nel patto per l’aria, un’iniziativa ecologica promossa da Massimo Bandera, l’assessore all’Ecologia e all’Ambiente del comune di Bergamo.

Bergamo, dopo il blocco delle auto e la domenica ecologica del 13 febbraio, promuove questa iniziativa dopo che la città per 35 volte nel 2011, ossia nei pochi mesi appena trascorsi del nuovo anno, ha superato i limiti di PM10 imposti dalle direttive europee in materia di inquinamento e qualità dell’aria. Rispetto allo scorso anno, l’inquinamento atmosferico del mese di gennaio è rimasto invariato nel 2011 come nel 2010, mentre è il mese di febbraio che sta segnando un tassello negativo per il nuovo anno.

Smog Milano, arrivano gli incentivi per i filtri antiparticolato

La Regione Lombardia ha annunciato di aver messo a disposizione incentivi per l’installazione di filtri antiparticolato per le vetture più inquinanti. Come spiega Marcello Raimondi, assessore regionale all’Ambiente, energia e reti

I filtri antiparticolato non sminuzzano le polveri, le accumulano e ciclicamente le bruciano, rendendole innocue, completando così il percorso di corretta combustione del gasolio. Chi sostiene il contrario evidentemente sbaglia, dimostrando di non aver capito niente del loro funzionamento.

Smog, Prestigiacomo: “Piano è pronto ma mancano i soldi”

Filtri antiparticolato su camion e mezzi del trasporto urbano, la ricetta del Ministro dell’Ambiente, l’Onorevole Stefania Prestigiacomo, per far fronte alla cappa di smog che avvolge gran parte d’Italia. Sarebbe questo, a detta del Ministro, l’unico modo per affrontare seriamente il problema dell’inquinamento atmosferico.
Intervenire sui filtri dei mezzi pesanti, però, ha un costo elevato e non ci sono fondi per finanziare gli incentivi necessari ad attuare il piano antismog. Lo spiega la stessa Prestigiacomo in un colloquio con il Corriere della Sera, ricordando che il Governo ha fatto il suo dovere, ora la palla passa alle competenze territoriali:

Noi la nostra parte l’abbiamo giocata. La competenza sull’inquinamento è di Regione e Comune. Abbiamo analizzato le cause dello smog e ci siamo resi conto che il settore trasporti è quello sul quale si potrebbe intervenire in maniera più efficace.

Smog Lombardia, Formigoni: “Presenteremo altre iniziative”

Per contenere lo smog in Lombardia, Formigoni, ieri, a margine della mobility conference, ha lasciato intendere che verranno presto adottate nuove strategie. Siamo ad una svolta sul fronte lotta all’inquinamento atmosferico nella Regione? Chi può dirlo. Certo è che le domeniche ecologiche, almeno per quanto riguarda la mission principale, ridurre i livelli di PM10 nell’atmosfera, hanno miseramente fallito.

A Milano, come abbiamo visto nei giorni scorsi, le rilevazioni delle centraline ARPA hanno sfiorato i 180 microgrammi per metrocubo, più del triplo del valore soglia previsto dalle direttive europee 1999/30/Ec e 96/62/Ec recepite a livello nazionale con il decreto ministeriale 60 del 2 aprile 2002, fissato a 50. Milano ha esaurito il bonus di 35 giorni all’anno di sforamento e l’UE potrebbe presto avviare una procedura d’infrazione comunitaria.

Rinnovabili, Prestigiacomo: “L’energia che muoverà il mondo di domani”

Hanno un costo maggiore, è vero. Spesso vengono associate al mascalzone che pianta le pale deturpando il paesaggio e non le collega alla rete cercando di lucrare sull’incentivo, ma le rinnovabili muoveranno il mondo di domani. Questa in sintesi la presa di posizione netta, finalmente, dell’onorevole Stefania Prestigiacomo, sullo sviluppo delle fonti di energia pulita come motore del nostro Paese.

Il Ministro dell’Ambiente ne parla apertamente in una lettera indirizzata al Corriere della Sera, spezzando una lancia a favore di solare, fotovoltaico, eolico, geotermico, fermo restando il pilastro rappresentato dai combustibili fossili che, a conti fatti, comunque, sta diventando oneroso. E il Ministro ne fa, per l’appunto, una questione soprattutto economica. In questo starebbe, per la Prestigiacomo, il valore strategico delle rinnovabili,

legato alla sicurezza energetica e alla diversificazione delle fonti per non essere totalmente dipendenti dalle importazioni di carbone, petrolio e gas.