terremoto iran centrale nucleare

Terremoto in Iran vicino alla centrale nucleare, 37 morti

terremoto iran centrale nucleareIeri l’Iran ha rischiato di fare la fine del Giappone. Sembrava un film già visto, con un terremoto devastante che colpisce una centrale nucleare e crea un disastro immane. Per fortuna l’incidente è stato scongiurato davvero per un pelo. È accaduto che ieri un terremoto di magnitudo 6,1-6,3 (all’incirca quanto quello che ha distrutto L’Aquila) abbia colpito la provincia di Bushehr, nella parte meridionale del Paese, proprio vicino a dove sorge l’unica centrale nucleare del Paese la quale ha ufficialmente scopi pacifici, anche se si sospetta stia subendo una trasformazione per creare la bomba atomica.

rinnovabili metropoli sostenibile

Rinnovabili, partito progetto per la prima metropoli green

rinnovabili metropoli sostenibileFino ad oggi i Paesi e le città che hanno voluto essere al 100% rinnovabili e rispettare in pieno i dettami dell’ecologia sono sempre stati quelli più piccoli, che contavano poche decine di migliaia di abitanti. Ma potreste mai immaginare una città green di 3 milioni di abitanti? Immaginate una città come Roma completamente ecologica. Può sembrare un sogno, per qualcuno un’utopia. Per altri invece è realtà. Si chiama Iskandar, in Malesia, nata politicamente nel 2006 con un progetto del tutto innovativo.

tsunami indonesia perché non c'è stato

Tsunami in Indonesia, ecco perché non c’è stato

tsunami indonesia perché non c'è statoIeri pomeriggio si è diffuso il panico in mezzo continente asiatico per un possibile allarme tsunami. In seguito ad una serie di scosse di terremoto (di cui due superiori agli 8 gradi Richter) avvenute peraltro nella stessa zona del grande tsunami del 2004 che fece centinaia di migliaia di vittime, in molti hanno pensato che il fenomeno potesse ripetersi. Per questo tutti gli abitanti delle zone costiere di Indonesia, India, Sri Lanka e Thailandia sono scappati in cerca di un posto ad altezza elevata in cui rifugiarsi. Per fortuna non è accaduto nulla, ma come mai?

Tsunami in Indonesia, pericolo per 4 Paesi

Una forte scossa di terremoto al largo dell’Indonesia ha fatto scattare questa mattina (erano le 10:38 in Italia) l’allarme tsunami in gran parte del Sud-Est asiatico. Il rischio di onda anomala potrebbe riguardare non solo l’arcipelago indonesiano, ma anche India, Sri Lanka e Thailandia. L’evento riporta alla mente il dramma del 2004 quando il primo tsunami “mediatico” colpì la stessa area il giorno dopo Natale e tolse la vita a 230 mila persone.

Greenwashing all’ennesima potenza, e la multinazionale si fa un grande autogol

Tentativi di greenwashing ce ne sono tanti, e noi che operiamo in questo campo da anni lo sappiamo bene visto che molte aziende poco green ci contattano per potersi fare pubblicità nel tentativo di “lavarsi” un po’ la coscienza (da qui il nome di green-wash), ma quello che ha combinato la Vedanta Resources, un’azienda mineraria britannica, le batte davvero tutte.

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Nucleare Fukushima, licenziamento per gli alti dirigenti

Se in Italia il nucleare è argomento di discussione e di confronto solo nei giorni precedenti il referendum abrogativo, in Giappone l’atomo non va in vacanza neppure la settimana prima di Ferragosto e dalla centrale di Fukushima giungono delle nuove. I tre alti funzionari responsabili del piano energetico nazionale stanno per essere licenziati dal primo ministro Naoto Kan che si occupa della politica energetica in Giappone perché non hanno potuto evitare la crisi nucleare seguita allo tsunami. Il ministro Banri Kaieda ha annunciato le sue dimissioni per gli errori commessi nell’emergenza nucleare. Sono passati crca 5 mesi dal giorno in cui la centrale di Fukushima ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso, ma i responsabili pagano ancora.

Nucleare Giappone, controlli completati tra proposte e contaminazione delle acque

I controlli del governo cinese ai 13 reattori nucleari dopo il disastro ambientale di Fukushima sono terminati.  I risultati, come si legge nel comunicato diramanto dal ministero dell’Ambiente, sono soddisfacenti. Ora, come ha aggiunto il viceministro Li Ganjie, si attendono i risultati dei controlli sui 28 reattori in costruzione che verranno completati entro il prossimo mese di ottobre.

Non c’è marcia indietro dopo Fukushima, come ha dichiarato il ministro Li all’alto funzionario americano Peter Lyons del Dipartimento per l’energia degli Stati Uniti

Gli effetti sono stati profondi e ci hanno impartito un’importante lezione.

Fukushima, piove sul bagnato: in arrivo il tifone Songda. La centrale non è pronta

Piove sul bagnato a Fukushima. La centrale messa in crisi dal violento terremoto dell’undici marzo scorso e dal conseguente devastante tsunami, sta per affrontare un’altra dura prova che aggiungerebbe ulteriori fattori di rischio all’emergenza in corso: l’arrivo in Giappone del secondo tifone della stagione, Songda.

Secondo quanto affermano i gestori l’impianto in avaria, in cui da giorni si combatte per ristabilire una situazione di sicurezza ed impedire l’ulteriore fusione dei reattori, arginando per quanto possibile i danni, non è abbastanza preparato a fronteggiare le forti raffiche di vento e le violente precipitazioni attese. Quali rischi si corrono in concreto?

In Cina esplodono i cocomeri, troppi additivi chimici?

In Cina esplodono i cocomeri. Non è una bufala: la notizia, riportata dall’agenzia Nuova Cina e ripresa in Italia dall’Ansa, in Inghilterra dal Guardian, è purtroppo vera. Lo strano fenomeno degli scoppi delle angurie è imputabile ad un altrettanto inspiegabile mistero non naturale stavolta ma tutto umano: la fretta di veder crescere i prodotti ortofrutticoli, senza alcun rispetto per il ciclo naturale, la stagionalità, le caratteristiche biologiche e territoriali.

Laddove sole, acqua e stagioni sono troppo lente per un mercato ansioso di produrre e cestinare alla velocità della luce, intervengono gli additivi chimici più aggressivi, usati in quantità talmente astronomiche da esplodere e vanificare il raccolto che sarà anche venuto su in fretta ma poi è esploso e che se ne faranno ora di una megafrittata di angurie?

Fukushima, fusione nel reattore uno?

Fukushima, il combustibile nel reattore uno potrebbe essersi fuso. A lanciare l’allarme è stata questa mattina la stessa Tepco, azienda che gestisce l’impianto giapponese in avaria ormai da mesi. Secondo quanto dichiarato dai gestori della centrale, il combustibile nucleare che si trova all’interno del reattore numero uno potrebbe aver subito dei danneggiamenti, a causa dei quali si sarebbe parzialmente fuso e sbriciolato.

A provocare il potenziale danno avrebbe inciso, senza alcun dubbio, la mancata refrigerazione dovuta al sistema di raffreddamento in tilt, emergenza che avrebbe lasciato il combustibile all’asciutto. All’interno del contenitore di pressione, hanno spiegato infatti i tecnici, il livello di acqua è stato registrato ad un’altezza alquanto inferiore al tasso ritenuto sinora presente.

Fukushima, girasoli per ripulire il suolo contaminato

Fukushima, ripulire il suolo contaminato dal cesio utilizzando i girasoli. E’ la proposta avanzata dall’agenzia spaziale nipponica Jaxa, nello specifico dal team di scienziati coordinato da Masamichi Yamashita, esperto in agricoltura spaziale.

Fiori di rinascita, gialli come il sole, vividi come il colore di una speranza, quella di riuscire ad alleviare gli effetti del disastro atomico occorso alla centrale giapponese in seguito al violento terremoto ed al conseguente devastante tsunami che ha scosso il Paese lo scorso undici marzo, evidenziando tragicamente le falle della sicurezza nucleare nipponica e l’incompetenza della Tepco nel gestire l’emergenza.

Rinnovabili: l’Afghanistan riparte dall’energia pulita (video)

Abbiamo già scritto in passato su alcuni strategemmi ecologici, utilizzati dall’esercito americano, che hanno fornito un certo vantaggio sui terroristi, come ad esempio l’utilizzo dell’energia solare molto più sicura dei combustibili fossili in Afghanistan per dare elettricità alle basi. Quella tecnica, che in pratica eliminava o riduceva al minimo la necessità di rifornimenti tramite convogli pieni di combustibile, ha avuto come diretta conseguenza quella di ridurre tali viaggi così rischiosi, e dunque di risparmiare vite, tempo e risorse.

E così è stato talmente un successo l’utilizzo delle energie alternative sul campo che queste risorse sono state allargate alla popolazione. Enormi aree dell’Afghanistan sono senza elettricità (molte lo erano anche prima della guerra), e così un team di neozelandesi ha deciso di aiutare la popolazione a risorgere dalle ceneri della battaglia tentando di fornire energia ai cittadini, specialmente in questo periodo in cui il gasolio, l’unico combustibile che i poveri potevano permettersi, sta diventando troppo costoso.