Usa: Obama si ricandida con il programma ecologico. Ma che fine ha fatto quello vecchio?

di Redazione 2

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha recentemente annunciato, per nulla a sorpresa, che si ricandiderà per un secondo mandato alla Casa Bianca. C’è da dire che la campagna elettorale di tre anni fa ci piacque molto, basata sull’ecologia più di qualunque altro presidente al mondo. Ma quante di quelle promesse sono state mantenute durante il suo primo mandato?

La scorsa settimana Obama ha delineato le sue idee in politica energetica, praticamente uguali a quelle di ogni presidente degli ultimi decenni: ridurre le importazioni di petrolio per puntare su gas naturale, nucleare, fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Già questo primo punto è importante in quanto, se tre anni fa parlava solo di rinnovabili, l’ingresso nel discorso anche di altre fonti energetiche sembra un passo indietro.

La trovata, secondo gli analisti, potrebbe essere un metodo per racimolare un po’ di voti, visto che lasciar fuori le lobby del nucleare e del gas gli avrebbe sottratto qualche decina di migliaia di voti. Sintomo che non è più così sicuro di vincere come nella prima campagna. Inoltre una delle più grandi delusioni legate alla sua presidenza riguarda il fallimento nella politica sui cambiamenti climatici, ed in particolare il flop di Copenaghen ed il quasi flop di Cancun. Ciò che gli viene contestato “in casa” è di non aver nemmeno provato a fissare tetti e regole più ferree, ma di essersi attenuto a ciò che gli altri decidevano, senza nemmeno contrattare.

In particolare la riduzione del 17% delle emissioni rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020 viene considerata “ridicola” dato che, secondo gli scienziati americani, il Paese dovrebbe piuttosto attestare il suo taglio sul 50-60% rispetto ai livelli del 1990. Almeno tentando di proporre questi limiti, secondo loro, nella successiva contrattazione si sarebbe raggiunto un compromesso che non avrebbe “preso in giro la scienza”.

Ma ancora, le critiche piovono da ogni parte, come ad esempio le autorizzazioni “alla chetichella” per le perforazioni petrolifere in mare, anche dopo il disastro della marea nera; i continui finanziamenti all’industria nucleare, la mancata rielaborazione delle leggi sull’estrazione del carbone e la sottovalutazione dei rischi riguardanti il riscaldamento globale. In definitiva l’unico aspetto su cui gli ambientalisti si dichiarano soddisfatti riguarda la promozione delle auto elettriche o almeno quelle più pulite, sempre più diffuse negli States. Per sua fortuna i suoi rivali dichiaratamente si oppongono ai principi dell’ecologia, e per questo potrebbe continuare a risultare l’unico candidato con qualche idea verde.

Ovviamente c’è di più nel suo programma. O almeno questo sperano gli ambientalisti. Non c’è, per ora, una sola parola sugli OGM, sulla politica dei trasporti comunitaria, ma si parla solo di treni ad alta velocità buoni solo sulle lunghe tratte, insieme altri temi che non riguardano l’ambiente, e che per questo motivo non trattiamo in questa sede. Insomma, la campagna elettorale è solo all’inizio, ma pare proprio che per vincere le elezioni Obama dovrà dare un’accelerata, in quest’ultimo anno, alle politiche ambientali, altrimenti il suo “regno” alla Casa Bianca potrebbe fermarsi al primo mandato. Agli americani non piace chi non mantiene le promesse, e quelle fatte nella campagna elettorale del 2008 riguardanti l’ambiente sono state in larga parte disattese.

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[Fonte: Treehugger]

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