Marea nera in Cina, foto shock di uomini immersi nel petrolio

di Redazione 2

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Venerdì scorso due oleodotti sono esplosi mentre una petroliera stava depositando il suo carico al di fuori della città di Dalian, in Cina. Lo sversamento è stato talmente vasto da coprire una superficie di approssimativamente 71 miglia (oltre 114 km), e le stime (mantenute basse per ore) della quantità di petrolio fuoriuscito parlano di circa 1.500-1.650 tonnellate di greggio (circa 11.000-12.500 barili).

L’incendio che è seguito alle esplosioni è durato per circa 15 ore, ci sono voluti circa duemila vigili del fuoco per spegnerlo, e le fiamme hanno raggiunto circa 30 metri di altezza, come dimostra l’impressionante video pubblicato dal Guardian. Secondo la versione delle autorità cinesi (dunque sempre da prendere con le pinze), nessuno è rimasto ferito o ucciso durante l’incidente, anche se le immagini shock che provengono dalla rete dimostrano una situazione molto meno tranquilla di quella che ci viene raccontata.

Le perdite sono state interrotte dopo meno di un giorno, ed ora la pulizia ha avuto inizio. Per evitare che la marea nera raggiunga le coste, come accaduto nel Golfo del Messico con tutte le conseguenze che conosciamo, le autorità cinesi sono riuscite a tempo di record a srotolare un enorme cordone galleggiante lungo 9 km per tentare di arginare la perdita e almeno rallentarne l’avvicinamento alle spiagge.

Per eliminare il petrolio però hanno trovato un metodo più ingegnoso rispetto ai mille tentativi della BP: oltre ai disperdenti chimici hanno usato anche dei pannelli di feltro assorbente, i quali (dicono) sarebbero in grado di recuperare gran parte delle perdite. Il tempo per ripulire tutto il disastro è stimato in circa una settimana, anche perché la perdita è stata subito fermata e la quantità dispersa in mare è di gran lunga inferiore a quella capitata in America, ma nonostante questo le proteste non mancano, come quelle dei pescatori che lamentano un pericolo per la loro attività.

Ed hanno probabilmente ragione, visto che Zhao Zhangyuan, capo ricercatore dell’Accademia cinese di Scienze dell’Ambiente, ha stimato che per riparare il danno ecologico ci vorranno almeno 10 anni. La mente va dunque subito alla marea nera del Golfo in quanto, se per un disastro che si risolve in una settimana ci vogliono 10 anni per tornare alla normalità, quanto ci vorrà per recuperare da una catastrofe che, dopo 3 mesi, non vede ancora una soluzione?

Fonti: [The Guardian; itsgettinghotinhere.org]

Foto: [Greenpeace]

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