Lotta allo smog con un microrganismo dai ghiacciai dello Stelvio

di Redazione 1

Scoperto un nuovo modo per combattere lo smog in modo ecologico: un team di ricerca dell’Università Cattolica di Piacenza ha individuato nei ghiacciai dello Stelvio un microrganismo capace di nutrisi e di degradare materiali inquinanti provenienti dalla combustione di derivati dal petrolio e da lubrificanti. Come spiega uno dei professori che ha guidato la ricerca, il prof. Fabrizio Cappa

Adesso bisogna capire, con le adeguate prove di laboratorio, quali siano le sue potenzialità nel risanamento, biomediation, di ambienti inquinanti.

Come la lotta biologica nell’agricoltura anche lo smog si può contrastare in modo biologico, e senza impatto ambientale. La notizia arriva dall’Istituto di Microbiologia della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza dove un team di esperti per tre anni ha monitorato e studiato la biodiversità microbiologica dei ghiacciai alpini. Ricerche analoghe erano state condotte nelle basi scientifiche del polo Nord e del polo Sud per studiare le popolazioni microbiologiche in ambienti estremi, da lì l’idea nata ai professori Pier Sandro Cocconcelli e Fabrizio Cappa che hanno limitato le ricerche ai ghiacciai alpini del Madaccio, nell’Ortles-Cevedale. Nell’area protetta del Parco Nazionale dello Stelvio sono stati prelevati campioni di ghiaccio negli anni 2009, 2010 e 2011, analizzati nei laboratori della Facoltà di Agraria. Come spiega il prof. Cocconcelli

I risultati che si stanno ottenendo sono sorprendenti. L’acqua che si ottiene dalla soluzione delle carote di ghiaccio prelevate a 3.150 metri di quota, contiene una ricca comunità batterica caratterizzata da un’elevata biodiversità.

Nei ghiacci sono stati rilevati anche diversi inquinanti, derivati dalla combustione dei derivati del petrolio e policlorobifenili, derivati dai lubrificanti. La ricerca ha portato alla scoperta di un microrganismo della specie Pseudomonas, capace di nutrirsi di questi materiali inquinanti e contrastare lo smog che si viene a depositare sui ghiacci

In questi campioni di ghiaccio è stato isolato un microrganismo che è in grado, anche a basse temperature, di nutrirsi e degradare questi composti organici inquinanti. Adesso bisogna capire, con le adeguate prove di laboratorio, quali siano le sue potenzialità nel risanamento, biomediation, di ambienti inquinanti.

ha affermato il professor Cappa.

[Fonti: AGI News; Focus Salute]

[Photo Credit | Thinkstock]

Commenti (1)

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