Lotta alla siccità, il know how israeliano

israele-lotta-siccitaL’acqua manca, ma di idee ne piovono in abbandonanza a sopperire alla naturale aridità del territorio israeliano, aggravata dalla costante diminuzione delle piogge. Per far fronte al problema, lo Stato ebraico oggi ricicla il 75% delle sue acque reflue e nel 2016 coprirà il 35% del suo fabbisogno grazie alla dissalazione dell’acqua di mare.

Il Paese sta investendo da anni in questo settore. Priorità numero uno: aumentare il volume d’acqua disponibile. Impianti di desalinizzazione, perforazione ancora più in profondità delle falde acquifere, aumento del volume della pioggia. Non c’è tecnologia che non sia stata esplorata e sulle quali non si sia investito per trovare un rimedio alla siccità.
A sessanta chilometri a sud di Tel Aviv, sul mar Mediterraneo, sorge Ashkelon, un gigantesco impianto di dissalazione dell’acqua di mare. Lanciato nel 2006, ha prodotto circa 100 milioni di metri cubi all’anno di acqua potabile

“per un prezzo competitivo di 0,53 centesimi per m³, “dice Erza Barkai, uno degli amministratori di IDE, la società che ha sviluppato la tecnologia alla base dell’impianto.

Etichette eco-friendly sugli alimenti, l’iniziativa parte della Svezia

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La Svezia è uno dei Paesi più attenti ai cambiamenti climatici, e sta da tempo adottando diverse forme per inquinare sempre meno. Oggi potrebbe diventare il primo Paese a stampare delle etichette “eco-friendly” sui prodotti alimentari. La speranza è che le etichette vengano ricercate dai consumatori per permettergli di acquistare prodotti ecologici, anche se ci sono serie preoccupazioni per il fatto che alcune aziende possono utilizzare il sistema di “greenwash“, cioè una sorta di riciclaggio del termine “ecologico” in maniera inappropriata, senza averne i titoli.

Un piccola azienda produttrice di latte a Nord di Stoccolma dovrebbe essere la prima al mondo a poter stampare sui propri prodotti l’etichetta “climate-certified“. Questo perché ha trovato il modo di ridurre il suo uso di energia e di sostanze nutritive passando dai concimi chimici a quanto di più naturale c’è al mondo: il letame.

Il fallimento dell’AIG colpisce anche gli impegni sul cambiamento climatico

AIG

L’incredibile caduta di AIG ha lasciato un certo numero di problematiche sulla sua scia: miliardi di dollari volatilizzati, grandi domande sul regolamento federale degli investimenti, e, naturalmente, licenziamenti. Ma l’ultimo obiettivo fallito che potrebbe essere il più sorprendente di tutti è stato perdere un forte alleato contro il cambiamento climatico globale.

AIG, prima di fallire, aveva lanciato un nuovo ambizioso programma progettato specificamente per far fronte a tutto ciò che riguarda il cambiamento climatico. Secondo Climate Wire, la controversa decisione di AIG di entrare nel business dei cambiamenti climatici, dopo aver sostenuto alcune società petrolifere, stava per portare la società in un progressivo e piuttosto ambizioso terreno.

La società stava accelerando verso i suoi nuovi obiettivi per invertire le sue emissioni di gas a effetto serra, stava sviluppando polizze assicurative per i fornitori di energia rinnovabile, e stava studiando gli strumenti finanziari che avrebbero potuto aiutare le innovazioni nel mondo dell’ecologia. AIG è stato incoronato leader nella lotta al cambiamento climatico.

Gli elefanti marini si spostano a causa dei cambiamenti climatici

elefanti-marini-cambiamenti-climaticiGli elefanti marini si spostano sulla scia dei repentini cambiamenti climatici in corso, modificando velocemente abitudini e luoghi di riproduzione proprio sulla base degli attuali stravolgimenti ambientali.
Una recente ricerca ha individuato uno spostamento di decine di chilometri delle colonie di elefanti marini, riconducibile alle esigenze di adeguarsi al ritiro dei ghiacciai.

Un team internazionale di ricerca, tra cui il Dott. Marco de Bruyn e studiosi provenienti da Stati Uniti, Sud Africa e Italia, guidato dal professor Rus Hoelzel dell’Università di Durham, ha scoperto che quando il ghiaccio antartico del Mare di Ross si ritirò nel periodo Olocene 8.000 anni fa, gli elefanti marini (Mirounga Leonina), adottarono un nuovo habitat stabilendo una nuova colonia che prosperò abbastanza velocemente.

Usa-Cina: intesa firmata sulla ricerca verso un futuro rinnovabile

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Le due maggiori responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra al mondo hanno appena ratificato un innovativo accordo di cooperazione sullo sviluppo di tecnologie energetiche pulite. Un centro di ricerca da 15 milioni di dollari avrà sedi sia negli Stati Uniti che in Cina, e segna un passo in avanti verso il miglioramento dei rapporti tra i due Paesi che hanno idee molto diverse sul cambiamento climatico. Forse è ancora più importante sottolineare che questo potrebbe accelerare il processo di sviluppo di tecnologie energetiche più pulite utilizzabili in tutto il mondo.

Il settore delle energie rinnovabili cinese è in aumento. Il Paese è già diventato il più grande produttore di pannelli solari, e i suoi 6 progetti eolici genereranno una quantità di energia senza precedenti: tra i 10.000 e i 20,000 megawatt ciascuno. Ma il centro di ricerca è impostato per concentrarsi su alcuni settori specifici. Secondo l’Associated Press:

il centro si concentrerà sul carbone pulito e su edifici e veicoli, ha detto il Segretario all’Energia degli Stati Uniti Steven Chu. Esso mette in evidenza il potenziale di cooperazione USA-Cina in un settore che Washington dice potrebbe creare migliaia di posti di lavoro.

Fattorie verticali, il futuro dell’agricoltura sostenibile?

skyfarming-foto1Se per chi vive in campagna l’orticello non è certo una chimèra, lo stesso non può dirsi per gli abitanti delle metropoli, o almeno non per ora. Gli scienziati, infatti, stanno pensando che in un futuro ormai prossimo bisognerà risolvere il problema dell’alimentazione di una popolazione in costante crescita adottando nuovi tipi di coltivazioni. E coltivando anche nei grattacieli. Skyfarming, le fattorie verticali, così le chiamano. Spiega Dickson Despommier della Columbia University di New York:

Fra 40 anni, ci saranno altri tre miliardi di persone. Questo è un problema. Dobbiamo trovare un altro modo per nutrirle.

E così architetti e scienziati stanno valutando la possibilità di coltivare ortaggi speciali che diano frutti tutto l’anno e che trovino posto nei palazzi dei centri urbani. Colture verticali, orti piramidali che potrebbero offrire a miliardi di persone alimenti freschi a portata di mano,  riducendo le emissioni di carbonio provocate dallo spostamento di derrate alimentari via mare o via terra.

Progettato treno italiano super-ecologico, che però non vedremo mai in Italia

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Mentre a L’Aquila sono tutti presi dalla ricostruzione post-terremoto, l’Università, seppur tra le tende, continua a portare avanti il progresso scientifico, e con risultati a dir poco eccezionali. I ricercatori abruzzesi sono stati in grado di dare alla luce, seppure in via sperimentale, il treno più ecologico del mondo. Si chiamerà UAQ4 e sarà la nuova generazione dei treni ad alta velocità, con un particolare in più: il risparmio di carburante.

Anzi, a dirla tutta l’alta velocità sembrerà una lumaca in confronto a questo mezzo. L’UAQ4 è in grado di raggiungere una velocità di 600 km/h, utilizzando circa 7.000 tonnellate di carburante in meno ogni anno, con conseguente risparmio sia in termini economici che soprattutto in termini ambientali, vista l’enorme quantità di CO2 che si potrà evitare. Un risparmio anche in inquinamento sonoro, visto che non produrrà nè vibrazioni nè rumori. Insomma il mezzo perfetto.

Inventata nuova fonte di energia per i dispositivi elettronici portatili

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Celle a combustibile microfluide potrebbero fornire l’energia necessaria per fornire potenza continua ai sensori remoti, come quelli dei telefoni cellulari e dei computer portatili, secondo uno studente dell’Università di Southampton che si laurerà domani, 17 luglio. Nella sua geniale tesi di laurea, Daniel Spencer ha parlato del problema dei microfluidi, un controllo preciso e una manipolazione di liquidi che sono geometricamente limitati in una piccola scala, in genere sotto il millimetro.

Come parte del suo progetto dell’ultimo anno al corso di Ingegneria Elettronica presso la scuola universitaria dell’Elettronica ed Informatica di Southampton, Spencer ha condotto una revisione della letteratura per esaminare come i dispositivi di raccolta o di stoccaggio dell’energia, indicando che possono essere modificati in modo da essere utilizzabili dagli apparecchi elettronici portatili.

Piano ecologico della Gran Bretagna: 34% di riduzione emissioni entro il 2020

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Immediatamente dopo il g8, non si è mosso molto tra i vari Governi del mondo a proposito dei problemi ambientali. Ma dopo un primo momento in cui al centro dell’attenzione c’è stata la crisi economica, ecco che qualcuno comincia a farsi vivo per porre gli obiettivi intermedi per raggiugere quello principale a lunga scadenza.

Ci prova così la Gran Bretagna, che ha annunciato, per bocca del Segretario sull’Energia e i Cambiamenti Climatici Ed Miliband, il nuovo piano di transizione verso le basse emissioni di carbonio. Il piano ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni di gas serra nel Regno Unito del 34% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. Tenendo presente che la Gran Bretagna è uno dei Paesi al mondo che si è maggiormente impegnato per raggiungere tale obiettivo, e che le emissioni sono già scese del 22% sulla base dei dati forniti dal Governo, si capisce che la situazione è migliore del previsto. Inoltre attualmente circa il 5% del suo fabbisogno energetico è coperto dalle fonti rinnovabili. Il piano si prevede che sia fatto in questo modo:

La maggior parte delle riduzioni delle emissioni proverrà dall’elettricità verde. Nel complesso, circa il 50% della riduzione delle emissioni tra oggi e il 2020 ci si aspetta provengano da un maggiore utilizzo di energia pulita per fornire elettricità.

Anno 2015: l’energia solare raggiungerà la parità di costo di quella “sporca”

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E’ sempre una buona notizia quando molti studi diversi affermano la stessa cosa. Il Solar Utility Study ha concluso che il 2015 sarà l’anno in cui l’energia solare inizierà a raggiungere la parità di rete (nel senso che avrebbe circa lo stesso costo dell’elettricità prodotta da altre fonti). Intanto, il fondatore del Prometheus Institute ha detto che:

due terzi del mercato statunitense (di elettricità venduta), utilizzando sistemi fotovoltaici, raggiungeranno la parità di rete entro il 2015. La cifra comprende gli incentivi fiscali federali e presuppone che i tassi di elettricità aumenteranno in media dell’1%, un ipotesi conservatrice. I sistemi solari sono in grado di produrre energia elettrica al di sotto dei prezzi di rete di circa il 10% del mercato statunitense oggi. Questo numero sarà portato a due terzi del mercato a causa della rapida diminuzione del costo dei moduli e di altri componenti del sistema come le griglie. I sistemi solari commerciali raggiungeranno circa 2-3 dollari per watt installato e quelli residenziali circa 4 dollari entro il 2015, rispetto ai più di 6 dollari per watt di oggi.

Animali in vacanza: ecco cosa dice la legge per le prossime ferie con Fido

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Andare in vacanza con il proprio animale domestico, si sa, è complicato, non soltanto perché le varie strutture turistiche non sono sempre attrezzate ad ospitarlo. Ma a questo purtroppo si aggiunge un ulteriore ostacolo dovuto ad una legislazione rigida voluta dall’Unione Europea che non mancherà di creare qualche disagio ai padroni di cani, gatti, o qualsiasi altro animale domestico vogliate portare in vacanza insieme a voi.

Se dovete viaggiare all’interno dell’Unione Europea, per gli esseri umani non c’è più bisogno del passaporto, ma questo documento è indispensabile per il vostro animale. In particolare il passaporto viene rilasciato tramite veterinario, il quale deve indicare i dati di provenienza di Fido (codice dello Stato membro, codice della Regione, della Provincia ed un codice identificativo simile a quello fiscale), la dichiarazione di vaccinazione antirabbica e delle vaccinazioni di base obbligatorie più, se vi recate in Gran Bretagna o in Scandinavia, sarete costretti a sottoporre il vostro animale anche al test seriologico per certificare la titolazione degli anticorpi neutralizzati, al trattamento per le zecche e a quello echinococco. Ma i “disagi” non finiscono qui.

Comuni ricicloni: le piccole iniziative continuano a salvare l’Italia

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Come ogni anno Legambiente analizza i dati dei comuni di tutta Italia in base alle norme del riciclo (percentuale di raccolta differenziata, recupero dei rifiuti ingombranti, ecc.), suddividendo questa attività non solo in base alla locazione geografica, ma soprattutto in base al tipo di riciclo, da quello classico (carta, vetro) fino ai materiali del riciclo di “nuova generazione”, come i toner, le sorgenti luminose, oli vegetali, e tutti quei materiali che fino a pochi anni fa non si sapeva nemmeno che si potessero recuperare.

Il primo dato che salta all’occhio è che, com’era facilmente prevedibile, i cosiddetti comuni “ricicloni”, quelli cioè che applicano qualche forma di recupero dei rifiuti, sono aumentati di circa 200 unità, per la maggior parte alle due estremità della penisola, visto che al Centro sono passati da 41 a 42. Diminuisce il divario tra Nord e Sud, con i comuni settentrionali che nel 2008 rappresentavano l’89,5% dei ricicloni, ed invece oggi sono l’86,9% grazie ad un leggero recupero di quelli meridionali.

Sono le Regioni del Nord comunque le più virtuose, con uno strapotere del Veneto che contiene il 64% dei comuni con un buon tasso di raccolta differenziata rispetto al numero totale dei comuni della Regione. Sul podio troviamo Lombardia, ma con una percentuale di molto inferiore, “solo” 25,2%, anche se in termini assoluti è la Regione che ricicla di più con i suoi 389 comuni, e Friuli Venezia Giulia.

Fox, Disney e tutti gli altri eco-studios della rivoluzione ecologica di Hollywood

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Un recente rapporto mostra che i movie studios di Hollywood hanno ridotto del 63% (4o,2 milioni di tonnellate) i propri rifiuti solidi attraverso i processi di riciclo, per evitare che l’immondizia finisse nelle discariche. Grazie a questi sforzi, secondo un comunicato stampa dello scorso aprile emesso dalla Motion Picture Association of America (MPAA), gli studios hanno ridotto le emissioni di un importo pari a 7.315 auto eliminate dalla strada.

Questa notizia purtroppo, come spesso accade, è scivolata sottotono nei media internazionali, nonostante abbia una valenza importantissima. Il programma congiunto della MPAA e dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers, ha posto come obiettivo quello di combattere il cambiamento climatico e la riduzione dell’impronta inquinante di Hollywood.