Festa della mamma, guida agli eco-regali

Tra meno di una settimana (l’8 maggio per l’esattezza) è la festa della mamma. Per chi non è sicuro di quello che potrà regalare questo anno, Ecologiae vi consiglia dei regali ecologici, così da far felice vostra madre ed anche Madre Natura.

Se la mamma si cura ancora mani e piedi, sarebbe intelligente regalarle uno smalto non-tossico, fatto con materiali organici (niente petrolio, niente formaldeide, ma solo mais e soia). Costo? A New York, dove tutto costa di più e con il dollaro debole, nei negozi si trova a 16 dollari. Comprato on-line ce la si può cavare con 10 euro circa.

Per gli amanti del relax, non c’è niente di meglio di un bel bagno con un bagnoschiuma acquistato tramite il commercio equo e solidale. L’ingrediente è il burro di karité e l’imballaggio riutilizza vecchi cartoni delle uova. In questo modo si finanziano le famiglie povere del terzo mondo e non le grandi multinazionali. Costo, come sopra, intorno ai 10 euro.

Per finanziare il nucleare, Enel vende il settore delle rinnovabili

Un nuovo allarme viene lanciato in questi giorni da Greenpeace, ed è molto preoccupante perché tocca l’Italia e le tasche degli italiani. La maggiore compagnia elettrica italiana, l’Enel, si è accollata l’onere di costruire le famose quattro centrali nucleari volute dal Governo nei prossimi anni. Il problema è che queste centrali costano, e nemmeno poco.

Un’azienda così importante e grande come l’Enel avrà chissà quanti capitali, direbbe chiunque. Ed invece no. L’ultimo bilancio della società energetica parla di una perdita di ben 50 miliardi di euro in un solo anno. Ma nonostante questo, Enel è corsa in aiuto della Edf, la cugina francese, per tentare di sollevarla dai costi della produzione energetica. Sarà inguaiata anche l’Edf? Certo che sì, ma paradossalmente lo è molto meno di Enel. Per la precisione i debiti della società francese, la quale sta facendo di tutto per recuperarli, ammontano a 25 miliardi di euro, la metà degli italiani.

La classifica di Altroconsumo sui cellulari eco-compatibili

Tutte le multinazionali del telefonino si dicono pronte ad affrontare la sfida del futuro, quella dell’ecologia, ma poi in realtà chi prende seri provvedimenti sono molto pochi. Più specificatamente la rivista Altroconsumo ha voluto prendere in considerazione 19 telefonini a caso, tra i più diffusi, suddivisi in monoblocco e a scorrimento, e i risultati sono stati più confortanti del previsto, ma non molto soddisfacenti.

Va infatti sottolineato che nessuno dei cellulari analizzati va contro le direttive ambientali mondiali. Tutti i prodotti e le tecniche utilizzate per costruirli, trasportarli, smaltirli, ecc., sono tutte previste dalla legge. Il problema però è proprio qui: la legge ci va un po’ troppo leggera. Secondo Altroconsumo infatti è proprio questo l’anello debole di tutta la catena, dovuto a legislazioni poco attente agli aspetti ambientali e un po’ troppo permissive.

Sul banco degli imputati principalmente c’è l’utilizzo di materiali nocivi come il piombo, il mercurio e altre sostanze dannose, non tanto per gli utenti che utilizzano l’apparecchio, quanto poi per chi lo dovrà smaltire. Essendo beni di rapido consumo (è stata calcolata la vita media di un cellulare intorno ai 18 mesi), uno degli aspetti più preoccupanti è che non ci sono politiche di riciclo dei materiali. Nella maggior parte dei casi i cellulari vengono smaltiti nelle discariche come un comune rifiuto, e qui vengono liberate quelle sostanze dannose che potrebbero causare guai a chi ne viene a contatto.

La popolazione insorge e l’allargamento della centrale nucleare si blocca

Nello Stato del Missouri è stato legiferato un programma di utilità pubblica, che mira ad espandere un impianto di generazione di energia nucleare già esistente, il quale consente di elevare il tasso di apparecchiature elettriche per i clienti, i quali pagheranno i costi futuri di tale progetto. I contribuenti hanno reagito male, e sia la normativa che i piani di espansione sono state archiviati.

In questo periodo le imprese del settore energetico nel Missouri non sono autorizzate ad aumentare le loro tariffe di energia elettrica per pagare le nuove costruzioni a causa di una legge approvata nel 1976, dopo che la prima centrale nucleare di Callaway fu costruita. Tutti i costi di costruzione devono essere finanziati dagli investitori, i prestiti bancari e da altre fonti. Ma l’opposizione non è avvenuta soltanto perché le tariffe energetiche sarebbero improvvisamente lievitate, ma anche per una forte presa di posizione da parte della popolazione contro il nucleare.

Catastrofici cambiamenti climatici: siamo così stupidi?

La maggior parte di noi ha sentito le previsioni sulla fusione dei ghiacci marini artici e sui ghiacciai, sull’estinzione di diverse specie animali, dagli orsi polari alle barriere coralline; dei catastrofici aumenti del livello del mare che potrebbero riguardare centinaia di città costiere (anche italiane). Ma ancora ondate di calore, malnutrizione e fame, incendi e livelli di biossido di carbonio nell’atmosfera che continuano a salire.

In particolare, orrende potrebbero essere le caratteristiche di un mondo in cui l’anidride carbonica è aumentata di 1000 parti per milione entro il 2100, come descritto in questa settimana in un saggio su Nature da Stephen Schneider della Stanford University. Attualmente l’anidride carbonica si trova a circa 384 parti per milione.

Si tratterebbe di uno scenario facile da raggiungere se non prendiamo provvedimenti sin da subito. Fino alla crisi economica negli ultimi mesi dell’anno scorso, le emissioni effettive sono state superiori a quelle immaginate in precedenza. Schneider non pensa che le emissioni possano proseguire su questa strada, perché guardando i dati sul riscaldamento del pianeta, le persone faranno qualcosa per avviare l’attuazione di tecnologie più pulite e per la riduzione delle emissioni.

Greenpeace e Legambiente contro la riconversione di Porto Tolle

Ipnotizzati dalla parola “carbone pulito“, molti burocrati che di ecologia ci capiscono poco o nulla, pensano che costruire una centrale con quella tecnologia sia favorevole per l’ambiente. Secondo molti politici e sedicenti imprenditori ambientali, esisterebbe un carbone che non si sa da dove viene, e che nella combustione non rilascia anidride carbonica.

Per questo, speriamo in buona fede, da anni l’Enel continua a chiedere al Governo di poter riconvertire la centrale a olio pesante di Porto Tolle (Ro) in centrale a carbone pulito. Dopo 4 anni di pressioni, sembra che il colosso dell’energia abbia ottenuto ciò che voleva, visto che il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annunciato di voler firmare il decreto di compatibilità ambientale che di fatto autorizza la riconversione.

Dicevamo in buona fede perché, secondo il ministero:

dal punto di vista ambientale, con la riconversione si ottiene una sostanziale riduzione delle emissioni rispetto al passato.

Nulla di più falso, come hanno tentato di fargli capire i volontari di Greenpeace e Legambiente, che forse di inquinamento ne capiscono un po’ di più del Ministero.

Barack Obama festeggia i 100 giorni da presidente ecologico

Anche noi di Ecologiae riponiamo molte speranze nel Governo di Obama. Un esecutivo che festeggia i primi 100 giorni dall’insediamento, i quali serviranno per capire cosa ci aspetta e quali saranno i progressi, soprattutto ecologici, che ci aspettano durante l’intero mandato. Dopo anni di un’amministrazione che poco aveva a che fare con l’ecologia, e che ha messo l’ambiente dopo l’ultima delle questioni (e le prime erano sempre inquinanti), siamo improvvisamente passati ad un presidente che ha promesso di finanziare le energie rinnovabili, creare posti di lavoro verdi, abbracciare la scienza, e forse l’obiettivo più importante, far diventare gli Stati Uniti i leader per affrontare il cambiamento climatico.

Ma cosa effettivamente ha fatto Obama, almeno in questi primi 100 giorni, per far intendere che vuol mantenere le promesse? Come si può scorgere anche nelle pagine di questo blog, Obama è stato molto impegnato nel mettere in atto le sue idee ecologiche. Da gennaio ad aprile, ha praticamente fatto più di tutti gli 8 anni precedenti dell’amministrazione Bush.

L’industria del sacchetto di plastica investe 50 milioni di dollari in quelli riciclabili

L’American Chemistry Council (ACC) ha posto come obiettivo che i sacchetti di plastica del futuro dovranno essere prodotti con il 40% del materiale potenzialmente riciclabile entro il 2015. Per quella data si prevede di ridurre i rifiuti per un ammontare di circa 300 milioni di dollari (circa 220 milioni di euro) all’anno. L’obiettivo richiederà due punti primari, i quali dovranno soddisfare le seguenti condizioni:

1. Il processo di produzione dovrà essere rivisto, e per questo l’industria del sacchetto di plastica sta cercando di investire 50 milioni di dollari per questo scopo;

2. L’industria ha bisogno di raccogliere più sacchetti di plastica per fornire l’ulteriore contenuto riciclato, anche se i numeri specifici non sono stati menzionati.

Wall-e diventa vero, il robot spazzino esordisce in Italia

Sicuramente è stato uno dei film d’animazione più visti e apprezzati al mondo. Il robot-spazzino inventato da Disney Pixar è entrato nel cuore di milioni di persone, non solo sotto i 14 anni. Wall-e è diventato un eroe che però presto potrebbe uscire dagli schermi cinematografici e diventare realtà.

La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con un gruppo di ricercatori giapponesi, ha dato vita a Dust Cart, un robottino in grado di fare la raccolta differenziata porta a porta vero, in metallo e circuiti. Esso verrà sperimentato il prossimo 9 maggio a Pontedera, in provincia di Pisa, e dopodiché sbarcherà anche a Peccioli e Massa, per poi continuare la sua sperimentazione anche all’estero, nelle citta di Orebro in Svezia e Bilbao in Spagna.

Si tratta di un robot alto un metro e mezzo per 77 cm di larghezza, dotato di un sistema GPS e sensori che gli permetteranno, per ora, di percorrere 24 km ad una velocità massima di 16 km/h. La sua funzione sarà di “accorrere” a casa di un abbonato, il quale lo chiamerà inviandogli un sms con la via ed il numero civico, per immagazzinare nella sua grande pancia fino a 30 chili di spazzatura.

La centrale solare più potente al mondo dà più energia del previsto

La più grande torre del mondo alimentata ad energia solare ha appena ha iniziato ad operare al di fuori di Siviglia, Spagna, e segna un momento storico nella saga delle fonti energetiche rinnovabili. La torre solare PS20, quella che nella foto è di fianco a sua sorella minore PS10, produce ancora più energia di quanto previsto nel corso dei test precedenti. E’ stato confermato che la rivoluzionaria torre solare genera 20 megawatt di energia elettrica: ed è ora in grado di fornire energia a 10.000 case con fonti rinnovabili.

La torre, costruita e gestita da Abengoa Solar, è uno dei più innovativi esempi di tecnologia solare. Anche se abbiamo visto simili torri solari prima, non abbiamo mai visto nulla eseguito su tale scala. Ecco come funziona, secondo Abengoa:

PS20 è costituita da un campo solare composto di 1.255 pannelli eliostatici progettato da Abengoa Solar. Ogni pannello, con una superficie di 1.291 metri quadrati, riflette la radiazione solare che riceve sul ricevitore, il quale si trova sulla cima di una torre alta circa 160 metri, la quale produce vapore che viene convertito in energia elettrica da una turbina.

Nuovo metodo per lo smaltimento dei rifiuti in mare: le conchiglie

Alcuni ricercatori in Vietnam hanno recentemente completato i test su un nuovo modo per rimuovere i metalli pesanti dalle acque. Il segreto, nell’era delle super-tecnologie, non è nulla di altamente tecnologico. Si tratta delle normalissime (quanto antichissime) conchiglie di mare. Le fabbriche alla periferia di Ho Chi Minh City hanno contaminato l’acqua pulita con metalli tossici come il cadmio, zinco, piombo e ferro, afferma Stephan Kohler della University of Technology di Graz, in Austria, che ha condotto lo studio insieme ad un team di ricercatori. Eppure il livello di inquinamento non è così alto come ci si poteva aspettare.

Il team di Kohler ha rilevato che la colata di metallo, carica di acido, versata nell’acqua su un letto di mitili e conchiglie, fornisce una semplice correzione dell’acidità. Le conchiglie sono fatte di aragonite, una forma di carbonato di calcio (CaCO3), che prontamente emette del calcio per modificare gli atomi dei metalli pesanti, bloccandone la forma solida. Le conchiglie, allo stato naturale di base, si sciolgono quando raggiungono un pH di 8,3. Fino a quella soglia sono utili per lo smaltimento.

Principe Carlo d’Inghilterra, l’alfiere della cultura ambientale in visita in Italia

Che il Principe Carlo, erede del trono d’Inghilterra, ci tenesse all’ambiente, questo era risaputo. Vi avevamo già raccontato del mese scorso quando, in un meeting con i più importanti industriali del mondo, spiegò che al mondo restavano altri 100 mesi di tempo per invertire la rotta, per evitare di andare verso una deriva catastrofica, il cosiddetto punto di non ritorno.

Evidentemente quel 100 non era detto così per dire, perché a distanza di un mese, in visita a Roma, Carlo ha ribadito che mancano 99 mesi al punto di non ritorno. Praticamente un count-down. Magari in questo modo lo prendono sul serio. Il cruccio principale che tormenta il futuro Re d’Inghilterra è il pensiero che un giorno i suoi nipoti potranno vivere in un mondo climaticamente sconvolto, e possano pensare che all’epoca (cioè oggi) i suoi antenati non hanno fatto niente, o non hanno operato a sufficienza, per evitare questo disastro.

Anche le compagnie petrolifere possono essere ecologiche. Ecco le migliori 10

La maggior parte degli ambientalisti probabilmente non crederanno che le parole “ecologico” e “società petrolifera” possano essere messe una accanto all’altra. Non hanno tutti i torti, ma ci sono variazioni da attuare tra le varie società petrolifere rispetto ai loro livelli di investimento nel settore delle energie rinnovabili, le operazioni di produzione, e la loro posizione sui cambiamenti climatici. Molte compagnie infatti, stanno facendo forti investimenti sul rinnovabile, anche se sono in pochi a saperlo. Utilizzando un’analisi del ciclo di vita, Greenopia ha stilato una sorta di classifica delle 10 compagnie petrolifere più importanti al mondo, per capire chi si comporta in maniera ecologica e chi no.

La compagnia migliore è la BP, compagnia petrolifera britannica, che ha ricevuto il punteggio massimo per gli investimenti nelle energie rinnovabili, il reporting ambientale, la posizione ufficiale presa sul cambiamento climatico e sulle emissioni di gas serra. Punto forte della BP è che, dopo alcuni anni in cui i rifiuti industriali inquinanti stavano aumentando, ha cominciato a produrne sempre meno, con la speranza che questa tendenza alla diminuzione possa continuare.

Protocollo di Kyoto, partono gli stanziamenti statali da 600 milioni di euro

Il G8 sull’ambiente deve aver fatto bene al Governo italiano perché finalmente, a 7 anni di distanza dall’attuazione (sulla carta) del protocollo di Kyoto, ha finalmente stanziato ben 600 milioni di euro per tentare di raggiungere tali obiettivi.

Dopo la discussione sul tentativo di salvataggio dell’economia o dell’ambiente, si è capito che le due cose vanno di pari passo, ed in questo modo, stimolando il miglioramento ambientale, si stimolerà anche l’economia. Questi 600 milioni, messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente, saranno destinati in base alle macroaree italiane a seconda delle necessità, le quali saranno all’incirca per il 40% al Nord, 40% al Sud e 20% al Centro, suddivise in 7 campi d’azione nella prima tranche di finanziamenti da 200 milioni.