La capsula alpina di Ross Lovegrove, per ecoweekend in montagna

Abbiamo imparato ad amare le creazioni del designer inglese Ross Lovegrove, il cui impegno per l’ambiente, ha portato, lo ricorderete tutti, alla creazione degli alberi solari, lampade per illuminare le strade che ruotano seguondo il percorso del sole, con i rami che si aprono e chiudono ad intermittenza.
Il genio di questo artista sta proprio nell’unire alla funzionalità l’originalità e l’estetica, trovando ecolosoluzioni compatibili ad ogni esigenza. La città di Vienna ha già adottato da tempo gli alberi solari di Lovegrove, che creano una magica atmosfera per le strade cittadine. L’ormai celebre designer sta lavorando a migliorare gli alberi solari ed è già in corso il progetto dei solar trees di seconda generazione.

Oggi, però, parliamo di un’altra straordinaria invenzione di Lovegrove: la capsula alpina.
Pensate ad un week-end in montagna, magari proprio sulle Alpi, al rischio di freddo, intemperie che può colpire chi opta per il campeggio ed ecco spuntare la soluzione appropriata: una sorta di rifugio compatto, dove si può trascorrere la serata ammirando le stelle e le belle montagne circostanti.

Il riscaldamento globale rischia di uccidere migliaia di indios

3 milioni di alpaca. A tanto ammontano gli esemplari di animale, a metà tra un lama e una pecora, che dà da mangiare a centinaia di migliaia di indios del Sudamerica, in larga parte residenti in Perù. Di anno in anno questi si stanno riducendo sempre di più, fino a correre il rischio di mettere in pericolo non solo la loro esistenza, ma anche quella delle popolazioni che grazie a loro sopravvivono.

La causa? Il riscaldamento globale, che sta sciogliendo i ghiacciai nei quali questi preziosissimi animali vivono, e che non fa arrivare sufficiente acqua alle immense distese di verde nelle quali gli alpaca pascolano.

Proliferano i Transition Village, posti in cui si vive senza petrolio

Il petrolio, si dice, sta per finire. Non sappiamo se è vero o no, ma il suo costo, dal punto di vista economico ma anche ambientale, è sempre più elevato. Quindi perchè non farne a meno? Fino a poco tempo fa questo discorso poteva sembrare fantascienza, ma oggi in tutto il mondo abbiamo esempi tangibili di questa vita anti-petrolio.

A lanciare l’idea è stato lo scrittore inglese Rob Hopkins, che con il suo libro “The Transition Handbook” (il manuale della transizione) espone in maniera teorica come fare a vivere in maniera naturale, sfruttando le altre centinaia di risorse che Madre Natura ci mette a disposizione. Per fortuna questo libro non è rimasto sugli scaffali delle librerie, ma sta pian piano diventando realtà in tutto il mondo. Secondo il Times sono 700 i villaggi che stanno mettendo in pratica gli insegnamenti di Hopkins, ma andiamo a vedere in cosa consistono.

Ecoturismo, 347 le strutture in Italia

Il turismo solidale, quello che non nuoce all’ambiente, rispettoso della Natura, dei suoi equilibri, sta subendo un notevole incremento in Italia, grazie soprattutto agli sforzi di Legambiente Turismo, che ha come obiettivo primario proprio l’appoggio ad alberghi, bed and breakfast, ostelli che si convertono all’ecologia.
Sparse lungo tutta la penisola, ci sono ben 347 strutture che rispettano i parametri previsti per l’ecoturismo.

Quella di Legambiente Turismo è l’etichetta ecologica più diffusa nel nostro Paese, conta infatti ben 181 hotel, 23 camping, 64 agriturismi, 11 ristoranti, 5 ostelli, 5 residence, 5 villaggi turistici, 46 bed and breakfast, 6 stabilimenti balneari e un porto turistico. Poco male, dunque, per chi vuole scegliere un fine settimana o delle vacanze ecologiche, dal momento che davanti a sè ha a disposizione una vasta gamma di opzioni.

Da domani piantati “Gli Alberi di Repubblica”

Dopo esserci occupati del progetto “Un milione di nuovi alberi” che ha preso il via in Sardegna, oggi parliamo di un’altra iniziativa tesa alla riqualificazione ambientale delle città italiane. Si tratta di “Gli alberi di Repubblica, il Quotidiano per l’Ambiente” lanciata il 20 luglio del 2007 dalla nota testata giornalistica. Per ogni articolo dedicato alla crisi ambientale pubblicato su Repubblica dall’inizio del progetto, il quotidiano si impegnerà a piantare un albero in una delle principali città italiane. Dopo 15 mesi e numerosi servizi, saranno 224 gli alberi tra lecci, oligni, oppi, aceri, ontani, frassini, peri, ciliegi che Repubblica pianterà nelle città di Bari, Bologna, Napoli e Parma.

L’emergenza rifiuti non è mai finita

In rete circolava già la notizia, sui media nazionali non ci pensavano minimamente, eppure il sospetto ce l’avevamo in mente tutti. Ora è diventato realtà: l’emergenza rifiuti a Napoli non è mai finita, anzi, dopo i proclami in tutto il mondo di Berlusconi, siamo ancora allo stesso punto.

Ma facciamo un passo indietro e riavvolgiamo il nastro di questa vergognosa storia. Nella Primavera scorsa il Governo Prodi stava quasi per cadere, ed esplose con molto clamore il guaio dell’immondizia in mezzo alla strada a Napoli e provincia. In campagna elettorale il centrodestra promise di eliminarla definitivamente, mentre la sinistra rimaneva ancora titubante. Probabilmente è stata quest’incertezza che ha dato la vittoria a Pdl e Lega, ma siamo sicuri che le popolazioni campane ne hanno tratto vantaggio?

Morire ecologico in Olanda, ecobare, alberi dalle ceneri e palloncini colorati!

Se oggi si pone come obiettivo primario per migliorare l’ambiente il vivere ecologico, in ogni suo aspetto del quotidiano, che dire di chi vuole spingere il rispetto per la Natura oltre i confini dell’esistenza stessa? Parliamo di soluzioni ecologiche per una dipartita che non inquini, con meno emissioni possibili. Bare in cartone, ceneri dalle quali rinascono alberi, palloncini con dentro ciò che resta…

Che si sappia: l’uomo da fastidio all’ecosistema terrestre anche quando muore. Come si faceva giustamente notare in un servizio trasmesso ieri sera dalla trasmissione Rai Report nei molti Paesi del Mondo in cui si usa cremare i defunti nella maggioranza dei casi, un esempio tra tutti l’Inghilterra, la quantità di legna sprecata, le emissioni dei forni crematori, sono notevoli e non contribuiscono certo a giovare alla salute del Pianeta.

Il fenomeno delle Brown Clouds, tredici metropoli sorvolate dall’inquinamento

L’allarme sulle nubi marroni che sovrastano numerose grandi città di tutto il mondo è stato lanciato da un nuovo rapporto dell’Unep, scatenando l’immediata preoccupazione dell’opinione pubblica mondiale sul futuro del Pianeta e sulle possibili conseguenze degli addensamenti di inquinanti sui centri urbani.
Si tratta di vere e proprie foschie di un marrone sporco dense talvolta più di un miglio che oscurano il cielo su vaste aree dell’Asia, del Medio Oriente, dell’Africa Meridionale e del bacino amazzonico.

Livelli elevati di sostanze tossiche nell’atmosfera sono stati segnalati su tredici metropoli: Bangkok, Pechino, Il Cairo, Dacca, Karachi, Calcutta, Lagos, Mumbai, Nuova Delhi, Seul, Shanghai, Shenzhen e Teheran.
La presenza delle Brown Clouds rischia di cambiare i modelli meteorologici globali e minaccia la salute e l’approviggionamento alimentare.

I giovani sono contro il nucleare, gli italiani un pò meno

Questione di cultura, di scarsa percezione dei rischi o di lobotomizzazione mediatica, ma gli italiani, e purtroppo soprattutto i giovani italiani, si devono sempre distinguere a livello europeo per incoscienza ecologica.

Al primo Town Meeting elettronico continentale completamente in videoconferenza, i giovani di tutta Europa venivano chiamati a dire la loro sul futuro del pianeta in merito all’impatto ambientale umano e soprattutto sulle energie del futuro. Ebbene, la maggioranza degli europei (il 55%) pensa che sia il caso di smetterla di parlare del nucleare e guardare di più alle rinnovabili. Gli italiani non sono invece molto convinti di ciò che vogliono.

Menù a chilometri zero antiobesità, in Veneto e Calabria si può

Mangiare ecologico, economico, sano si può. E’ già realtà in due regioni italiane molto distanti tra loro ma accomunate da una legge che incentiva i menù chilometri zero. Parliamo del Veneto e della Calabria, che hanno scelto di premiare i ristoranti che acquistano prodotti locali, riducendo al minimo l’impronta ecologica.
La legiferazione sugli incentivi ai cibi chilometri zero è stata approvata dalle due amministrazioni regionali, grazie alla promozione di una raccolta di firme da parte della Coldiretti che incentiva la preferenza, in mense, fast food e ristoranti, di prodotti locali, al fine di porre un freno alle emissioni del trasporto alimentare e di combattere il caro-prezzi delle merci destinate alle nostre tavole.

I piatti impatto zero hanno un triplice vantaggio: prezzi contenuti, un pranzo completo viene a costare sui 25-30 euro circa; maggiore freschezza e qualità dei prodotti, non sottoposti a lunghi viaggi da un capo all’altro del mondo; poche calorie e maggiore impatto positivo sulla salute, dovuto all’utilizzo di meno conservanti e alla genuinità dei prodotti agricoli, molti dei quali biologici, non trattati e, soprattutto, di stagione.

Presto in Sardegna “Un milione di nuovi alberi”

In un periodo in cui le istituzioni locali fanno davvero poco per tutelare l’ambiente e riqualificare il territorio, la Regione Autonoma della Sardegna ha approvato, con la delibera n. 60/20 del 5/11/2008, un interessante programma ambientale. Si chiama “Un milione di nuovi alberi” e consiste in un progetto di riqualificazione ambientale e paesaggistica di sistemi verdi urbani e periurbani dell’intera Sardegna. L’iniziativa, proposta dagli assessori della Difesa dell’Ambiente, degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, ha lo scopo di coinvolgere l’intera cittadinanza e le istituzioni nel rinverdimento delle città, attraverso la piantumazione di diverse specie di alberi ed arbusti nei giardini delle scuole, nelle aree verdi pubbliche, nei parchi, nelle aree degradate, nelle fasce attigue alla viabilità stradale e, come recita il testo della delibera regionale, in “tutti gli ambienti che, più intensamente di altri, sono stretti attorno ai concetti di fruizione, cultura, decoro e con cui, per la loro tutela, risulta significativo che i cittadini del domani instaurino legami di affezione, rispetto e cura“.

Times Square sarà illuminata dalle rinnovabili

Il posto che per anni è stato additato come simbolo dello spreco energetico americano, Times Square, sta per diventare da esempio ecologico per tutto il mondo. L’azienda americana Ricoh sta per inaugurare la sua insegna, una delle più famose della piazza, in maniera ecologica: l’alimentazione per le centinaia di lampadine sarà fornita da pannelli solari e turbine eoliche.

L’idea è venuta a Ron Potesky, senior marketing e vice presidente della Ricoh Americas Corporation, una delle più grandi aziende d’informatica al mondo. Il costo per tenere accese queste lampadine alimentate ecologicamente si aggirerà intorno ai 200 mila dollari al mese. Sembrano tanti, ma sono sempre 12-15 mila in meno di quello che spendono ora per avere l’illuminazione classica per una delle insegne più grandi di tutta Times Square (pesante 35 mila tonnellate, 16 metri sollevata da terra e che è costata 3 milioni di dollari). Senza contare un particolare, non da poco, sul risparmio sulle emissioni di carbonio: 18 tonnellate in meno all’anno, più che una mano all’ambiente.

Parchi per Kyoto, in Italia si sceglie la forestazione per combattere le emissioni

Parchi per Kyoto è al suo via ufficiale oggi in cinque zone tra quelle che hanno aderito all’iniziativa. Si tratta di un progetto che mira a contrastare e controbilanciare le emissioni di anidride carbonica procedendo alla forestazione di nuove aree verdi.
A sostenere e promuovere il progetto Federparchi, la Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, Kyoto Club, Legambiente, AzzeroCO2 e il Ministero dell’Ambiente.

Sono circa settemila gli alberi che verranno piantati, seguendo una logica ambientalista che convince e anche molto: quella della compensazione, che ha già avuto tanto successo in numerosi altri Paesi del mondo, primi tra tutti quelli dell’America del Nord.
In sostanza a sovvenzionare i parchi  saranno le aziende che producono gas serra, rimediando almeno in parte ai danni inferti all’ambiente e all’atmosfera.  In Italia le opere di forestazione interesseranno una superficie complessiva di 22 ettari, includendo varie aree della Penisola, da Nord a Sud, ed isole.

Rifiuti: decreto-arresti esteso a tutte le regioni italiane

Chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0,5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi; se l’abbandono, lo sversamento, il deposito o l’immissione nelle acque superficiali o sotterranee riguarda rifiuti diversi, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cento euro a seicento euro“. Recita cosi il testo dell’articolo 6 del decreto legge 172/2008 varato dal Consiglio dei Ministri l’8 Novembre scorso per fronteggiare l’emergenza dello smaltimento dei rifiuti nella sola regione Campania.