Protocollo di Kyoto prorogato dall’Unione Europea

di Redazione 2

La Ue ha deciso ieri sera che il protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012) si potrà prorogare. Ma trattandosi di una decisione politica, non poteva essere tutto così semplice. Dalla riunione dei 27 Governi che dovevano decidere sulle sorti di uno dei trattati più discussi della storia, è venuto fuori un documento altrettanto complicato da far rispettare.

Secondo i ministri dell’ambiente dell’Unione Europea, il trattato si può prolungare a condizione che tutte le grandi economie del mondo, dunque comprese anche le reticenti Cina e Stati Uniti, si adeguino al protocollo, impegnandosi nella riduzione delle emissioni di gas nocivi per l’ambiente. Il precedente trattato non prevedeva l’obbligatorietà della ratifica. In pratica un Paese poteva affermare di essere d’accordo ma poi non seguirlo, o ratificarlo in un secondo momento. Per il prolungamento dell’accordo invece i Paesi dell’Ue chiedono la ratifica da parte di tutti e subito.

Questo è un importante passo in avanti verso la Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che avverrà a fine novembre a Cancun, in Messico. E’ importante prima di tutto perché, per una volta, l’Europa parla con una voce sola, in modo anche da avere maggior peso contro le altre grandi nazioni. E poi perché questa voce va verso un accordo positivo e non tiene più conto di quella minoranza (tra cui in parte anche l’Italia) che voleva andarci più cauta, abbassando le richieste di restrizioni ambientali.

Dobbiamo essere coscienti del fatto che non ci sono le condizioni di un accordo internazionale legalmente vincolante per Cancun e dobbiamo concentrarci su ciò che è realistico ottenere

ha spiegato José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, in una lettera al presidente permanente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy e ai 27 Paesi facenti parte dell’Unione. Alla fine la voce dell’Italia è stata ascoltata nell’ambito del coinvolgimento degli altri Paesi extraeuropei, dato che per alcuni, come Francia e Polonia, il protocollo doveva essere prolungato senza condizioni.

In breve, ricordiamo che il protocollo di Kyoto prevedeva la riduzione, da parte dei Paesi industrializzati, delle emissioni inquinanti (biossido di azoto ed altri 5 gas ad effetto serra) di almeno il 5% rispetto ai dati del 1990, entro il 2012. L’attività dell’Ue è stata un successo in quanto la riduzione totale che oggi si calcola si attesta al 17%, e la conferma del protocollo servirebbe per raggiungere l’obiettivo della riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020.

Fonti: [Ansa; The Guardian]

Commenti (2)

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