Quarto Conto Energia: GIFI, garantire piena competitività

di Redazione 2

Riguardo alla definizione del Quarto Conto Energia, è necessario risolvere con urgenza alcuni punti chiave al fine di poter garantire al sistema economico e produttivo nazionale la piena competitività. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione del GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, nel sottolineare di conseguenza come sia necessario fare presto, e nell’apprezzare al 2016, il nuovo obiettivo di potenza pari a 23 GW.

Citando la Conferenza Stato – Regioni, infatti, il GIFI ha accolto con favore la decisione di innalzare la potenza massima incentivabile dal livello, molto basso, degli ottomila MW, a 23 mila MW appunto; ma ci sono ancora, sottolinea il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, “alcune criticità che rischiano di inficiare gli sforzi finora fatti da tutte le parti coinvolte“.

Secondo quanto dichiarato, non a caso, dal Presidente di ANIE/GIFI, Valerio Natalizia, bisogna fare presto perché, per ogni giorni che passa, in virtù di questo stato di incertezza, le imprese della filiera delle rinnovabili sono sempre più in difficoltà. Ed a fronte di questo momento difficile per l’industria di settore, ed in particolare di quella del fotovoltaico, secondo il Presidente del Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane il possibile slittamento a maggio 2011 del decreto sul quarto conto energia creerebbe ulteriori penalizzazioni al comparto.

Al riguardo, già da tempo, proprio il GIFI ha presentato le proprie proposte per il miglioramento della bozza. Il tutto, ha sottolineato il Presidente Valerio Natalizia, a fronte, da parte dell’Associazione, di un contributo costruttivo con l’MSE, il Ministero dello Sviluppo Economico, con il quale il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane ha sempre dialogato con l’intento di giungere poi ad una soluzione che sia in grado di soddisfare le esigenze e le aspettative dell’industria nazionale del fotovoltaico. “E’ un peccato“, ha concluso il Presidente Natalizia, “che in un momento delicato come questo ci siano associazioni che lavorino per dividere e non per unire“.

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