Allarme WWF: zone umide a rischio estinzione

di Redazione Commenta

Oggi, lunedi 2 febbraio, è la Giornata Mondiale delle Zone Umide, istituita dal WWF per riconfermare l’adesione italiana alla Convenzione Internazionale di Ramsar. Oggi in tutta Italia sarà possibile visitare gratuitamente le oasi del WWF. In occasione di questa importante iniziativa, il WWF ha pubblicato un rapporto sulle cosiddette zone umide, tra cui paludi, lagune, stagni, acquitrini, specchi d’acqua e torbiere, che delinea un inquietante scenario. Secondo i dati del WWF, infatti, le zone umide stanno scomparendo dal nostro Pianeta. Oltre il 60% del patrimono mondiale è scomparso nell’ultimo secolo e addirittura il 90% solo in Europa. La situazione appare drammatica anche in Italia: dei 3 milioni di ettari originari di zone umide, nel 1991 ne restavano appena 300 mila. Oggi, invece, è rimasto intatto solo lo 0,2%.


Tra le principali cause della distruzione delle zone umide, spiccano il forte inquinamento e il massiccio sfruttamento delle risorse e in particolare delle sorgenti e delle faldi. In base ai dati forniti dal WWF, circa il 26% delle zone umide è stato distrutto per fare spazio alle coltivazioni o peggio ancora all’urbanizzazione. Le zone umide, nonostante occupino una superficie pari ad appena il 6% di quella terrestre, rappresentano un’importantissima risorsa per il nostro Pianeta. Agiscono, infatti, come dei depuratori naturali, depurando l’acqua, riciclando nutrienti e catturando sedimenti. Le zone umide, inoltre, sono importanti magazzini di carbonio: riescono a trattenerne il doppio delle foreste e per un tempo maggiore. Un’ulteriore perdita di zone umide potrebbe causare danni irreparabili all’ecosistema a causa del rilascio di enormi quantità di gas serra. Le zone umide sono, inoltre, molto importanti per numerose specie di uccelli in quanto, come spiega Claudio Celada, direttore conservazione della Lega italiana protezione uccelli (Lipu),

Costituiscono vere e proprie nursery, zone di riproduzione e durante la migrazione sono aree di sosta e anche di svernamento. Per specie acquatiche come le anatre gli spostamenti migratori sono cominciati adesso.

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