Traffico di tartughe online sgominato dalla forestale

di Redazione 1

Molte tartarughe marine e terrestri rientrano nell’elenco delle specie a rischio estinzione, ma ad un commerciante senza scrupoli di Massa Carrara questo non interessava: per lui erano una merce come un’altra. La sua attività però non poteva passare inosservata, e così questa mattina il Corpo Forestale Italiano ha sequestrato oltre 60 esemplari di questi animaletti, e persino decine di uova in attesa di schiusa.

L’uomo teneva questi esemplari in casa propria, adibita a giardino zoologico, con le tartarughe già nate che scorrazzavano in giardino o negli acquari, ed in casa un’incubatrice per far schiudere le uova. Gli animali venivano poi venduti su internet (senza distinzioni tra specie in pericolo e non in pericolo) con dei normali banner pubblicitari, pubblicati come se si trattasse di un normale commercio legale. E proprio uno di questi annunci ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine che hanno indagato ed infine denunciato l’uomo.

Il reato contestato è la violazione della Convenzione di Washington che vieta il traffico clandestino di animali protetti, la quale prevede il sequestro degli esemplari, un’ammenda tra 7.550 e 75 mila euro, e la reclusione da 3 mesi ad un anno. Queste le parole del comandante provinciale del Corpo Forestale di Massa, Carlo Chiavacci:

Teneva le tartarughe nel suo giardino, in casa invece aveva un’incubatrice che usava per favorire la schiusa delle uova, per fortuna le tartarughe sono state ritrovate in buono stato di salute.

Purtroppo però è difficile che tutti gli animaletti fossero in buono stato dato che alcuni sono stati trovati persino nel bagagliaio dell’auto, comprese tartarughe di 80 anni d’età e 41 uova, forse pronte per poter essere smerciate. Dalle prime indagini pare che l’uomo agisse su commissione, cioè i clienti gli chiedevano un certo numero di esemplari di tartaruga delle diverse specie e lui si impegnava a fornirli, se non li aveva già in casa. Un’attività con un giro d’affari di alcune migliaia di euro che però metteva in pericolo alcune specie che già di per sé erano a rischio.

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