Il Natale si avvicina, o almeno così pare dalle vetrine in festa. In realtà manca ancora oltre un mese alle festività natalizie, ma non è mai troppo presto per pensare ai regali, alle decorazioni, al menu, ai viaggi.
Proveremo, insieme, a rendere più sostenibili le nostre scelte per un Natale un po’ più verde. Iniziamo dal protagonista della casa durante il mese di dicembre: l’albero, verde per natura, ma meglio comprarne uno vero o uno artificiale? Di questo eco-amletico dilemma abbiamo già discusso, valutando i pro e i contro di quello vivo e di quello finto.
Oggi vogliamo presentarvi un acquisto che va nella direzione dell’albero vero. Nel caso, valutando bene entrambe le opzioni, la vostra decisione si sia orientata su una pianta viva e vegeta, vi informiamo che a partire dal 19 novembre prossimo nei centri commerciali IKEA si potrà acquistare l’albero di Natale Picea Abies, alto circa 170 centimetri al prezzo di 12 euro e 99 centesimi, vaso escluso.
L’offerta, valida fino ad esaurimento scorte, si inserisce nella campagna di impegno ambientale del colosso svedese. Infatti, riconsegnando l’albero, unitamente allo scontrino, tra il 5 ed il 12 gennaio del 2011, riceverete un buono pari all’importo versato per il prezzo d’acquisto da spendere negli stores IKEA dal 19 gennaio al 28 febbraio 2011.
Per ogni albero restituito l’IKEA devolverà 3 euro al WWF che utilizzerà questi fondi per ripopolare di arbusti le aree dell’Appennino centrale, tra Lazio e Abruzzo, abitate dall’orso marsicano. Gli animali selvatici del Parco, non solo l’orso, potranno così disporre di aree naturali con frutti appetitosi e reperiranno il cibo più facilmente di quanto non avvenga ora, visto che le risorse naturali a loro disposizione si fanno sempre più scarse.
Per fare ancora di più, al momento di riconsegnare l’albero, potrete donare ulteriori 3 euro da scalare dal buono che passerà così da 12,99 euro a 9,99 euro. l’IKEA fa sapere che negli ultimi sei anni i clienti hanno riconsegnato 90.000 alberi poi trasformati dall’azienda in fertilizzante naturale o impiegati nella produzione di pannelli truciolari.
Mahurin 17 Novembre 2010 il 4:13 pm
Ogni anno IKEA inventa una nuova panzana pur di continuare a vendere i suoi alberi, sui quali evidentemente guadagna un casino in quanto fatti crescere con metodi di coltivazione ultraintensiva che di sicuro “sterilizzano” i terreni utilizzati ( ma tanto chi se ne frega saranno in Russia o in Ucraina, terre di poveracci !). Poi trovano anche organizzazioni pseudoambientaliste che collaborano con essa a dare alla cosa una parvenza di sostenibilità ! Non c’è che dire siamo proprio messi male !
Paola Pagliaro 19 Novembre 2010 il 12:34 am
Mi interessa quello che dici, hai qualche fonte che accerti la coltivazione degli alberi con questi metodi?
Mahurin 23 Novembre 2010 il 9:30 am
Cara Paola,
Sino a quando ho lavorato in IKEA, due anni fà, la provenienza di questi alberi era, attraverso l’ intermediazione di due grossisti danesi, proprio quella che ho indicato e dai discorsi sfuggiti alla responsabile acquisti si comprendeva che la suddetta era molto perplessa in merito alla provenienza da impianti sostenibili dei suddetti alberi di natale. Saluti
Claudia 11 Gennaio 2011 il 12:15 pm
Natale, uno su mille ce la fà!!!
Parlo per chi non lo può fare, parlo per chi è stato nelle nostre case e ha reso così magiche le nostre feste…parlo per chi può sembrare un ornamento…ma è Vivo. Vorrei che le mie parole arrivassero al cuore di chi ha preso, forse con leggerezza, queste decisioni, che scuotessero le coscienze di chi non considera la vita di un albero degna di essere vissuta…si, di un albero…perchè proprio di un albero voglio prendere le difese. Nessuno dovrebbe mai togliere vita alla vita, a nessuna vita. Soprattutto non dovrebbe farlo senza un valido motivo.
Proprio io, attenta animalista e ambientalista, mi sono resa complice di un reato…un reato contro la vita. La vita di centinaia, forse migliaia di Picea Abies..destinati ad essere trasformati in fertilizzante naturale o utilizzati per la produzione di pannelli truciolari. Mi sento ingannata, delusa….sono stata davvero sciocca a fidarmi. La pubblicità aleatoria dell’IKEA (marchio famoso della catena di arredamento svedese) dichiarava che gli alberi riconsegnati, se in buono stato, sarebbero stati ripiantati in Abruzzo e SOLO quelli secchi sarebbero stati “trasformati” in truciolato. Su 12,99€, che era il prezzo per l’albero, l’IKEA si impegnava a devolvere 3€ al WWF in favore dell’orso marsicano che abita l’appennino Centrale e durante i mesi invernali fatica a trovare arbusti di cui cibarsi. Mi ingolosiva poter far avere dei soldi al WWF, a cui avrei poi ovviamente lasciato io al momento della riconsegna altri 3€ (sempre in favore del WWF)…questa proposta mi ha sedotto e fidandomi della serietà di questi due grandi nomi non ho approfondito e fatto ricerche sulla veridicità delle informazioni…
Il primo di dicembre mi sono così recata a scegliere il mio abete…volevo festeggiare il primo natale della mia vita nella nuova casa…non pensando con questo mio gesto di macchiarmi di una colpa. L’ho sistemato in bel vaso, pensavo che l’avrei avuto con me e i miei cari nel centro del salotto, ma per il suo benessere ho capito che sarebbe stato meglio fuori in terrazza. Natale, così ho chiamato il mio Picea Abies, ama il freddo…è la sua natura. Un pino di montagna non è fatto per stare in un appartamento in città..nemmeno per le feste. Mi sono così accontentata di guardarlo dalla finestra…era giusto così!
La triste sorpresa, l’epilogo della vicenda c’è stato al momento della riconsegna del mio albero, ovvero quando ho scoperto che tutti, indistintamente del loro stato di salute, sarebbero stati trasformati in fertilizzante/truciolato.
E se da un lato posso capire, anche se non certo giustificare, questo comportamento da parte nel famoso marchio IKEA (è un negozio e per la propria natura persegue il business) non posso accettare che questa condizione sia stata accettata dal WWF, una delle maggiori, anzi forse proprio la maggiore, delle associazioni ambientaliste del mondo. Quest’ultima già in un’altra occasione ha venduto il suo nome macchiandolo di sangue perchè, per la collezione autunno-inverno2010, per soldi ha abbinato il suo nome a quello delle famose borse della griffe Braccialini. Borse a forma di animali, “bellissime e tenere per sensibilizzare tutte le persone a proteggere e difendere gli animali”…peccato che siano in pelle vera. Per la serie: proteggiamo il panda, ma non preoccupiamoci di sterminare tutti gli altri animali. Dicono che il fine giustifica i mezzi…ma forse su tante cose bisognerebbe riflettere di più…
In questo caso a farne le spese di questa potente macchina consumistica messa in atto sono i pini, ma di riflesso anche i “clienti” ingannati e beffati.
Questa cosa mi ferisce perchè finisce inevitabilmente per far perdere fiducia alla gente nelle associazioni benefiche, nelle donazioni (più di una volta si è gridato allo scandalo…per colpa di qualcuno che abusa di un nome o di una nobile motivazione per perseguire il proprio interesse) e in tutto il mondo Onlus…anche a Natale. O forse soprattutto a Natale quando la gente, presa dallo spirito natalizio, è più propensa a fare beneficenza. E mi chiedo se almeno quei miseri 3€ siano arrivati a destinazione…e mi chiedo se distruggere tutti quei giovani alberi in nome del consumismo e falsi ideali sia ragionevole. Come si può per avere l’illusione di avere la “Natura” vicino ed essere così egoisti? Forse bisognerebbe essere più cinici e disillusi e non credere a queste “campagne” benefiche. Basterebbe spiegare come stanno le cose…
Dicono quanti alberi sono stati venduti..ma quanti vengono riconsegnati? E soprattutto quanti vengono ripiantati davvero? A quest’ultima domanda la risposta è semplice: ZERO! Chi crede ancora a questa favola? La risposta, grazie a loro, è sempre la stessa: ZERO…ormai anche io non ci credo più. Non dopo quello che ho visto. Il mio Natale avrebbe dovuto finire ammassato con altri mille in un container blu. Inisieme ad alberi secchi e mezzi morti a causa del caldo delle nostre case, degli addobbi e delle poche cure. Ma avrebbe dovuto finire lì dentro insieme anche a quelli ancora verdi e rigogliosi, amati e curati in questo mese dalle loro famiglie. Io ho detto: no. Me lo sono caricata di nuovo in macchina e andrò a piantarlo io…magari in montagna. Il mio abete, il mio Natale, avrà una nuova vita o almeno una speranza di vita.
Però tornando a casa tutta abbacchiata mi sono detta: non può finire così. È giusto che la gente sappia e poi in totale libertà scelga come agire, scelga da che parte stare. Perchè questi loro modi di fare, non mi stanno bene.. nemmeno un pò…
E so di essere provocatoria ma a questo punto sono assalita dai dubbi e mi chiedo se quei soldi che l’IKEA, così attenta ai problemi sociali, dovrebbe devolvere all’UNICEF per ogni pupazzo venduto oppure la lampada solare per i bambini del terzo mondo (come vengono pubblicizzati alcuni prodotti IKEA) arrivino davvero a destinazione. O sarò solo un mezzo per vendere e nulla di più?
E mi chiedo infine che posizione hanno le “associazioni famose” in tutto ciò? Ci guadagnano soldi di cui forse hanno davvero bisogno…ma la loro immagine, e soprattutto la loro coscienza rimane pura e limpida come quella di una onlus dovrebbe essere?
Con questa lettera so di ottenere poco: i responsabili di questo scempio la cestineranno senza nemmeno leggerla….molti altri penseranno che forse non avevo niente di meglio da fare (faccio volontariato da anni e non è la prima volta che me lo sento dire). Forse è vero…ma forse in questo modo sento di aver “riparato” a un errore che ormai ho fatto o forse potrò evitarlo a qualche altra persona. Qualcuno che forse leggendo le mie parole, forse dure ma dettate unicamente dalla delusione e dal rammarico per aver ingenuamente creduto ad una favola, l’anno prossimo a natale ci penserà due volte e forse non prenderà più un albero vero condannandolo a morte certa.
Claudia, una cliente disillusa,
e il suo Natale,
il primo pino che veramente avrà la possibilità di vivere
Claudia 11 Gennaio 2011 il 12:17 pm
@ Mahurin:
Vorrei aver letto prima i tuoi post…hai perfettamente ragione…anche se ancora non mi capacito di come possano ingannare così le persone…
Spero che l’anno prossimo altri nno facciano il mio errore..
Grazie lo stesso