Appello degli scienziati per fermare il prezzo del cibo nei paesi poveri

di Redazione 3

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Per fermare la piaga della fame nel terzo mondo adesso scendono in campo anche gli scienziati dell’ONU. In questi giorni di tensioni, oltre 400 scienziati si sono uniti e, dopo aver stilato il rapporto sulla “Valutazione Internazionale delle Scienze Agricole e Tecnologiche per lo Sviluppo”, hanno chiesto martedì scorso nel palazzo delle Nazioni Unite di intervenire per agire su un cambiamento radicale per quanto riguarda la distribuzione di cibo nel mondo e soprattutto per difendere le risorse del pianeta, molto spesso saccheggiate dalle multinazionali.

La tesi che sostengono gli scienziati è che l’agricoltura moderna ha portato notevoli aumenti nella produzione alimentare, ma i suoi benefici sono stati irregolari e sono stati una conseguenza dell’alto costo sostenuto solo dai piccoli agricoltori, i lavoratori, le comunità rurali e l’ambiente. Infatti a pagare sono sempre i poveri della Terra che hanno economie di piccola scala, e quindi con molti minori guadagni rispetto a chi invece ci specula.


Il gruppo, patrocinato da diverse agenzie delle Nazioni Unite, come la Food and Agriculture Organization (FAO)e il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), così come la Banca mondiale, propone di mettere in atto le misure necessarie per favorire la produzione ma anche la tutela e conservazione di preziose risorse come l’acqua, le foreste e la biodiversità. Il messaggio che si vuol lasciar passare è “Affermare che il nostro capitale agricolo è continuamente minato e ci lascia con un pianeta sempre più degradato e diviso”, ha dichiarato il professor Bob Watson, direttore della IAASTD (International Assessment of Agricoltural Science and Technology), e ha aggiunto “Ma è un messaggio che non ha sempre avuto risonanza in alcune parti del mondo. Se i potenti sono ora disposti ad ascoltare, allora possiamo sperare in delle politiche più eque che prendono in considerazione gli interessi dei più poveri“.

Il gruppo perciò chiede di rivedere i regimi di scambi commerciali e i sistemi di sovvenzione, in quanto i paesi in via di sviluppo sono “nettamente sconfitti negli scenari di liberalizzazione commerciale”.
La relazione, arrivata il giorno dopo tra le mani del segretario generale Ban Ki-moon, ha suscitato in lui una riflessione su un problema un pò troppo trascurato, che ha portato alla decisione di un aumento significativo della produttività a lungo termine degli alimenti e la produzione di cereali, in aggiunta alle misure a breve termine per affrontare i bisogni e scongiurare la fame in molte parti del mondo.
Questa decisione è venuta anche per scongiurare ulteriori focolai di tensione, come quelli già sorti in molti paesi, tra cui Burkina Faso, Camerun, Egitto, Senegal, Marocco e, più recentemente, ad Haiti, dove numerose persone sono morte in scontri con la polizia.

Contemporaneamente il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha espresso preoccupazione per il fatto che l’aumento dei prezzi alimentari potrebbe portare le famiglie a spendere di più per una quantità inferiore di cibo, e questo potrebbe portare le stesse famiglie a ritirare i propri figli dalla scuola in modo che possano lavorare e guadagnare per non morire di fame. La preoccupazione, se possibile, aumenta davanti alla possibilità che in quei paesi i pasti scolastici possano venir meno, per mancanza di fondi, e questo sarebbe un gravo danno perchè quei piccoli pasti delle volte sono gli unici che vengono consumati nell’arco di una giornata da quei poveri bambini.

Commenti (3)

  1. A beh, se lo dicono loro…alcuni di questi eminenti studiosi, sono comproprietari delle multinazionali agricole che producono OGM, e stanno modificando i semi per prepararli a sopravvivere in condizioni estreme di siccità e/o alluvioni. E’ un progetto consociato tra queste e le aziende costruttrici di armamenti ipertecnologici. Fino ad oggi non si riusciva a passare il muro di gomma a protezione di tali dati, ma comincia a sgretolarsi grazie a chi ha figli e prevede un drastico futuro in eredità.
    Partite da qua e allargate il campo di ricerca:
    http://www.youtube.com/watch?v=-7aGgINbyDA&feature=related

  2. Completamente falsa l’immagine messa nella home page del link Pozzi in Etiopia, cioè quella che vi fanno vedere NON è l’etiopia, che ha una vegetzazione abbastanza rigogliosa, ma zone vicine al sahara.

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