Cambiamenti climatici: e i canguri non saltano più

di Redazione 1

I canguri non saltano più a causa dei mutamenti climatici in atto che sarebbero responsabili di un cambiamento nella conformazione ossea dei marsupiali australiani. O almeno questo è quanto si afferma in un recente studio pubblicato sul Zoological Journal of the Linnean Society, e condotto da un équipe di paleontologi australiani della Flinders University di Adelaide e della Murdoch University di Perth.

Gli studiosi sostengono che i canguri si sarebbero adattati al surriscaldamento globale con modifiche anche sostanziali nella struttura ossea, nella forma dei piedi, nella dentatura, nel peso e in altezza. Il tutto per potersi spostare in nuovi territori ma anche per alimentarsi in modi nuovi. Come? E’ presto detto: niente più balzi verso l’alto per raggiungere le piante bensì un sostentamento che viene dal terreno, in basso, il che li porterebbe a non aver più alcun bisogno di saltare.

Lo studio australiano ha ricostruito per la prima volta l’albero genealogico completo della famiglia dei marsupiali e ha studiato l’eventuale legame esistente tra le variazioni nella struttura ossea dei canguri ed i cambiamenti climatici che hanno interessato il territorio australiano negli ultimi secoli.
Le differenze dell’anatomia attuale dei canguri (35 in tutto le specie analizzate) con quella degli scheletri dei fossili analizzati dai ricercatori sarebbero tali da giustificare un’evoluzione intesa ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche del Paese, costituite da un clima più arido e da una vegetazione meno folta, più scarsa in foreste e meno ricca in terreni abbondanti di piante ed erba. E così le ossa dei piedi dei canguri oggi sarebbero meno capaci di compiere balzi verso l’alto, ma più svelte e agili nel compiere lunghi salti in avanti per raggiungere più speditamente il cibo e nel percorrere lunghe distanze alla ricerca di pascoli migliori e dunque pasti più abbondanti.

L’idea alla base dello studio è di utilizzare i marsupiali come barometro animale, per rilevare i mutamenti climatici in corso.

[Fonte: Corriere.it]

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