La “tempesta rossa” austaliana aiuterà a ridurre la CO2 nell’atmosfera

tempesta rossa australia

Notizie stravaganti arrivano dall’Australia, attraverso uno studio di Geoingegneria negli Oceani del Sud. Un enorme carico di polvere pieno di ossido di ferro, proveniente dalla zona del Lago Eyre, un bacino situato nel centro dell’Australia, è stato sversato nel mare, ricoprendo la superficie dell’oceano dalle coste australiane fino alla Nuova Zelanda.

Il ferro gettato nell’oceano così è venuto su all’improvviso, tanto che anche Greenpeace, presente all’evento, è stata presa in contropiede. Pare essere una buona notizia perché ci sarà più cibo per i pesci, visto che questo sversamento di ferro aumenterà il plancton al largo della costa australiana.

Siti di stoccaggio delle scorie radioattive: il Governo agisce nell’ombra e le regioni non ci stanno

fusto radioattivo

Lo sapete dove verranno stoccate le scorie radioattive che arriveranno una volta ultimate le centrali nucleari? Certo che no, perché nessuna fonte istituzionale annuncia quali cittadini il Governo ha scelto di far morire di cancro. Un’idea ci viene dal Quotidiano della Calabria, il quale ha reso noto che quella regione, insieme alla Liguria, potrebbe essere tra le scelte del Governo.

Solo che i governi regionali non ci stanno. L’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, ha annunciato ieri che impugnerà davanti alla Corte Costituzionale la legge 99 del 23 luglio 2009, la quale impone i siti dove stoccare i rifiuti radioattivi. La Calabria infatti ha già tanti problemi con i rifiuti, specialmente quelli tossici, visto che nei giorni scorsi sono state rilevate più navi affondate vicino le coste del cosentino e del reggino, le famose “Navi dei Veleni” annunciate dal pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti. Dunque un ulteriore discarica (e chissà, forse più di una) contribuirebbe ad affondare ancora di più una popolazione che sta presentando un numero sempre maggiore di casi di cancro, apparentemente inspiegabili.

Settimana della mobilità sostenibile: le iniziative in giro per l’Europa

settimana della mobilità sostenibile

Da Almada, Portogallo, dove i residenti potranno scambiare materiali riciclabili, alle corse gratuite sui trasporti pubblici di Budapest, in Ungheria, dove un viale principale è stato chiuso al traffico motorizzato, fatta eccezione per i veicoli di trasporto pubblico e le auto ibride. Qui troveremo anche una strada “vivente” con un prato verde che ospita eventi sportivi e teatrali per tre giorni. Questi sono solo degli esempi di cosa accade in questi giorni nelle città e paesi di tutta Europa durante la Settimana europea della mobilità sostenibile.

L’evento di quest’anno è stato organizzato per l’ottava edizione dal 16 al 22 settembre intorno al tema “Migliorare il clima cittadino” per sottolineare l’importanza di andare piedi, in bicicletta, e con i mezzi pubblici nella lotta contro il riscaldamento globale. I trasporti incidono per il 40% del totale delle emissioni di CO2 in Europa. L’idea alla base della settimana è stata sollevata nel 1998, dall’iniziativa francese “In città senza la mia auto!” che incoraggiava le città a chiudere una o più strade ai veicoli a motore per l’intera giornata del 22 settembre.

Tutti in sella: ripartono gli ecoincentivi per biciclette e moto ibride

anziani in bicicletta

Il Ministero dell’Ambiente, che da quando si è insediato è stato in silenzio per quasi tutto il mandato, ha fatto sentire la sua voce per la prima volta nell’aprile scorso, con gli ecoincentivi per acquistare biciclette e altri mezzi ecologici. Visto il grande successo (dopo 10 giorni il server del Ministero è andato in tilt per le troppe richieste), la Prestigiacomo ci riprova, e stanzia altri 14 milioni di euro per “ripulire” le strade.

Più della metà di questo incentivo sarà destinato all’acquisto delle biciclette (7,7 milioni per quelle nuove e 1,7 per sanare quelle acquistate ad aprile che avevano diritto all’incentivo ma che, per problemi logistici, non hanno ottenuto i fondi). I restanti milioni andranno a finanziare gli acquisti per ciclomotori 50cc ibridi o elettrici. Ecco come fare per ottenere il finanziamento.

Scoperto rarissimo corallo nero a rischio estinzione nello Stretto di Messina

scilla

Un’importantissima scoperta è stata effettuata al largo delle coste italiane. Peccato però che per venirlo a sapere bisogna consultare una fonte internazionale, visto che stranamente dalle nostre parti non se ne sente minimamente parlare.

Alcuni ricercatori hanno reso noto ieri di aver trovato una delle più grandi foreste di raro corallo nero nelle acque dell’Italia meridionale, nonché una specie di corallo mai studiata prima nel suo habitat naturale. Gli scienziati hanno detto di utilizzare un sommergibile telecomandato per filmare la foresta di coralli il cui nome scientifico è Antipathes subpinnata, in un’area delle dimensioni di due campi da calcio, sommersi a una profondità di 50-100 metri tra la Calabria e la Sicilia.

I funzionari del Ministero dell’Ambiente hanno dichiarato di non voler rivelare il luogo esatto della scoperta, per paura che cacciatori di tesori potessero saccheggiare il raro corallo, utilizzato per fare gioielli. Spiega Silvestro Greco, capo dell’Agenzia per l’ambiente in Calabria:

Il corallo che abbiamo trovato ha un grande valore, soprattutto a causa della sua rarità. Se qualcuno senza scrupoli venisse a sapere esattamente dove si trova, credo che ci sarebbero dei rischi. Ecco perché non abbiamo rivelato dove sono.

California: un terzo dell’energia totale proverrà da fonti rinnovabili entro il 2030

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Circa una settimana fa, il Senato della California ha approvato un ambizioso progetto di legge sull’energia, tra i più ambiziosi al mondo: ottenere il 33% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020. Peccato che il governatore Schwarzenegger ha dichiarato che avrebbe posto il veto. Ora, il governatore ha firmato un mandato esecutivo che ancora una volta, impegna la California a raggiungere un livello di energia rinnovabile di un terzo da fonti rinnovabili entro il 2030. E speriamo che questa volta l’obiettivo sia stabilito una volta per tutte.

Il Governatore non ha mai avuto problemi con un tale ambizioso obiettivo di energia rinnovabile. Un disegno di legge che, insieme con un certo numero di piccole imprese energetiche pulite, ha ritenuto che avrebbe minacciato i progetti più piccoli, e che le regole complesse potessero ostacolare la loro crescita. Egli ha inoltre ritenuto che una clausola che limita la quantità di energia rinnovabile che potrebbe essere acquistata fuori dello Stato è una norma protezionistica. Così, ha aggirato il problema con la firma di un ordine altrettanto ambizioso.

Il riscaldamento climatico nell’Artico potrebbe non finire mai

caribù

I profondi cambiamenti radicali nell’Artico a causa del riscaldamento globale non si limitano allo scioglimento dei ghiacci marini e alle conseguenze sugli orsi polari. Un nuovo studio constata che le forze del cambiamento climatico si stanno moltiplicando in tutto il freddo Nord, le quali producono effetti diversi in ogni ecosistema con il risultato che il volto della regione artica può essere alterato per sempre. Spiega uno degli autori dello studio Eric Post della Penn State University:

L’Artico come lo conosciamo potrebbe appartenere al passato. Di solito, quando si parla di declino nella regione artica, si mostrano le foto del ghiaccio nel mare e dell’orso polare. Questo studio cerca di muoversi al di là di tale strategia, citando la vasta gamma di carte che quantificano il declino ecologico nell’Artico.

Dice Ken Caldeira della Stanford University

Mentre la Terra, in media, si è riscaldata di circa 0,4 gradi Celsius negli ultimi 150 anni, l’Artico si è riscaldato da due a tre volte tale importo. Questa amplificazione del riscaldamento globale nella regione artica è in parte il risultato di un ciclo di auto-alimentazione: quando il ghiaccio marino si scioglie, gli oceani assorbono più calore dai raggi del sole, diminuendo la formazione del ghiaccio durante l’inverno. Negli ultimi due o tre decenni, la quantità di ghiaccio che copre l’Artico d’estate è scesa di circa 45.000 chilometri quadrati all’anno.

L’innevamento sulla terra è diminuito anche nelle latitudini più settentrionali, e la fusione comincia prima durante la primavera. Questi cambiamenti fisici per l’ambiente hanno un profondo impatto sulla flora e la fauna che abitano nella regione artica. Il ghiaccio si scioglie e le migrazioni delle specie artiche che dipendono dalla stabilità e dalla persistenza della coltre di ghiaccio sentono particolarmente il peso del cambiamento climatico.

India: nata generazione di bambini deformi a causa dell’inquinamento da carbone

centrale a carbone

Esistono diversi tipi di carbone: nero, duro, pieno di carbonio, e così via. Tuttavia, la concentrazione pericolosa dei minerali che lo compongono varia notevolmente come variano le emissioni di componenti tossici a seconda della progettazione e gestione di una fonte di combustione. Ad esempio, alcuni tipi di carbone rilasciano tracce di alti livelli di fluoruri, mentre altri depositi hanno livelli altamente pericolosi di composti tossici del fluoro.

Lo stesso vale per il mercurio, per l’arsenico, per l’uranio e per i suoi prodotti a causa del decadimento radiologico. E proprio per il rischio radiologico, dai dati raccolti è emerso che in India sono nati alcuni bambini deformi a causa dell’esposizione a radionuclidi associati alla produzione di energia elettrica dal carbone.

Navi a perdere, rifiuti tossici nel relitto del mistero a Cetraro

jolly rosso nave a perdereLe chiamavano navi a perdere, imbarcazioni da far inabissare nella profondità delle acque con il loro carico di rifiuti tossici. Scorie radioattive da smaltire illegalmente con un metodo che fruttava un giro di affari di milioni di euro alle cosche della ‘ndrangheta. E il relitto ritrovato in questi giorni negli abissi del mar Tirreno, a largo delle coste di Cetraro, nota località balneare calabrese, potrebbe proprio essere uno di quegli scheletri nell’armadio tirato fuori da un pentito di mafia nel 1992. Trattasi di Francesco Fonti, che in una dichiarazione spontanea, avrebbe riferito di un gruppo di tre imbarcazioni fatte sparire nei fondali calabresi.

Una di queste, la Cunski, risponde perfettamente alle prime descrizioni riportate dalle autorità competenti sul relitto ritrovato. Un vecchio mercantile lungo 110 metri, individuato a circa 20 miglia nautiche dalla costa, incagliatosi ad una profondità di circa 480 metri. A localizzare la nave a perdere è stato il giro di ricognizione di un mezzo telecomandato sottomarino, in dotazione alla nave utilizzata dalla Regione Calabria nell’ambito di una perlustrazione voluta dalle autorità competenti proprio per far luce sull’eventualità di depositi di materiali tossici e scorie radioattive nei fondali tirrenici.

Monaco di Baviera ha detto stop al nucleare, 100% energia ecologica entro il 2015

rinnovabili

Fino a questo momento le città che nel mondo avevano deciso di diventare “carbon-free” erano di solito piccole comunità, città da qualche decina di migliaio di persone o addirittura solo quartieri di grandi città (come avvenuto a Londra). Ma mai era capitato che una metropoli decidesse di abbattere definitivamente le sue emissioni e darsi completamente all’energia rinnovabile.

Ci proverà Monaco di Baviera, a rappresentanza della nazione che più di tutte le altre, in Europa, sta facendo per i salti mortali per l’ambiente. La città tedesca, sede di colossi come Siemens e Bmw, ha deciso di affidarsi alla Stadtwerke Muenchen (SWM), l’azienda elettrica cittadina, dopo che la cancelliera Angela Merkel ha deciso, stando al piano di rientro dal nucleare, che la megacentrale che dà energia ad un quarto della città dovrà essere chiusa entro il 2020.

La sola energia eolica entro 20 anni potrebbe dare elettricità a tutta la Cina

eolico cinese

Un team di scienziati ambientali delle Università di Harvard e Tsinghua ha dimostrato l’enorme potenziale dell’energia eolica in Cina. Utilizzando un’ampia serie di dati metereologici e integrando l’offerta del governo cinese di energia e le restrizioni finanziarie per la fornitura di energia eolica, i ricercatori stimano che il vento da solo ha il potenziale per soddisfare le richieste di elettricità del Paese previste per il 2030.

Il passaggio dal carbone e altri combustibili fossili all’energia eolica potrebbe anche ridurre le emissioni di CO2, riducendo l’inquinamento. La relazione è stata pubblicata su Science.

Il mondo è alle prese con la questione di come si fa a fare il passaggio dai combustibili fossili a qualcosa di carbon-free

ha spiegato l’autore Michael B. McElroy, Professore di Studi Ambientali alla Harvard’s School of Engineering and Applied Sciences ( SEAS). La Cina è diventata seconda solo agli Stati Uniti, nella sua capacità di generazione elettrica nazionale da 792,5 gigawatt all’anno, con un atteso futuro incremento annuo del 10% che lo fa essere il maggiore inquinatore mondiale. Quindi, ha aggiunto McElroy:

il vero problema per il mondo è: Quali alternative ci sono per la Cina?

Il Giappone segue gli Usa nella svolta verde

yukio hatoyama

Ormai è chiaro: per vincere le elezioni bisogna avere un programma ecologista. Ce l’ha fatta Obama, l’ha imitato Yukio Hatoyama, il nuovo presidente del Giappone, appena eletto dopo oltre 50 anni di amministrazione dei conservatori liberaldemocratici. Tra le varie promesse di Hatoyama, dall’uscita dalla crisi alle rivoluzioni in stile-Obama, c’era anche quella che più interessa anche a noi, e cioè l’abbattimento delle emissioni.

Il precedente presidente, Tato Aso, aveva fissato il limite alle emissioni, con un obiettivo troppo modesto viste le tecnologie di cui dispone il Giappone, e soprattutto visto che, in quanto seconda economia mondiale, è un forte inquinatore. L’obiettivo era di abbattere le emissioni dell‘8% entro il 2020. Troppo poco. E così il nuovo presidente ha promesso di diminuirle dall’8 al 25% entro il 2020, anche meglio rispetto a quanto promesso dall’Unione Europea. Vediamo come.

Emissioni gas serra: quarto anno consecutivo di calo nell’Unione Europea

unioneuropea

Le emissioni di gas a effetto serra nell’Unione europea sono scese per il quarto anno consecutivo nel 2008, purtroppo però, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (CEA), è solo grazie alla recessione economica. L’indice di stima ufficiale EEA ha mostrato un calo dell’1,5% delle emissioni del 27 paesi dell’Unione Europea nel loro complesso ed un calo dell’1,3% dei suoi 15 membri più “anziani” e ricchi.

La stragrande maggioranza del calo delle emissioni nel 2008 è stato a causa della riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dai combustibili fossili nei settori dell’energia, dell’industria e dei trasporti

si legge sul comunicato dell’Agenzia europea per l’ambiente. Le riduzioni

riflettono gli effetti della recessione economica globale che ha avuto inizio nel 2008, la quale ha provocato una diminuzione della produzione industriale e ridotto il consumo energetico da parte dell’industria, e di conseguenza ridotto il trasporto di merci.

La prima città carbon positive è Baoding in Cina

baoding città carbon positiveUna città carbon positive, Baoding, la prima, l’unica, si spera non l’ultima, sorge in Cina, il Paese che con gli Stati Uniti produce il più alto tasso di emissioni di CO2. Eppure è proprio da Oriente che inizia a soffiare un vento green per quanto riguarda la riduzione di anidride carbonica nelle città. Ma cosa significa carbon positive e come è riuscita l’amministrazione di Baoding a raggiungere questo ammirevole risultato?

Carbon positive sembra quasi un’espressione miracolo nel nostro inquinatissimo vocabolario. Di positive c’è che questa città non solo chiude in pareggio nel rapporto emissioni prodotte/emissioni assorbite, ma assorbe CO2 in più sottraendola dall’atmosfera e contribuendo a diminuire l’inquinamento, il riscaldamento globale, l’effetto serra.