Nella settimana del Vertice ONU di Durban si sussuguono le iniziative per ridurre le emissioni di CO2 e abbassare i livelli di polveri sottili nell’aria. L’obiettivo rimane quello di ridurre del 20% l’inquinamento ambientale entro il 2020. In questa ottiva va letto il patto sottoscritto a Bruxelles dai sindaci delle città della province italiane nell’aula plenaria del Parlamento europeo.
Emissioni
Venezia, piano antismog e domeniche ecologiche
Non solo Milano ha presentato in questi giorni un piano per contrastare lo smog e ridurre le emissioni inquinanti dovute al traffico e all’accensione dei riscaldamenti, scattata per le strutture pubbliche e private già il 15 ottobre. Il Comune di Venezia ha lanciato una campagna informativa per contrastare l’inquinamento atmosferico della stagione invernale. Lo slogan “L’ambiente ringrazia” è più che efficace per sintetizzare come, con le piccole azioni dei singoli, si possa migliorare la qualità della vita di molti.
Ambiente, 29 ottobre Giornata nazionale “No al carbone”
Il 29 ottobre è stata indetta la Giornata Nazionale per dire “No al carbone”. Le iniziative in giro per l’Italia, i dibattiti e le proposte concrete per trovare soluzioni sostenibili e compatibili con l’ambiente al carbone, partianno dal polesano nei pressi della centrale Enel di Porto Tolle. Dare inizio alla Giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone nei pressi della centrale termoelettrica di Porto Tolle è quanto mai significativo visto che si vuole convertire a carbone l’impianto a olio combustibile. Come informano gli organizzatori, la centrale a carbone inserita peraltro in un contesto protetto, quello del Parco del Delta del Po
Emetterebbe in un solo anno 10 milioni di tonnellate di CO2 (4 volte le emissioni di Milano), 2.800 tonnellate di ossidi di azoto (come 3,5 milioni di auto), 3.700 tonnellare di ossidi di zolfo (più di tutti i veicoli in Italia), richiedendo lo smaltimento di milioni di tonnellate di gessi e altre sostanze.
Ambiente, obiettivi Kyoto sempre più distanti per l’Italia
Italia, Austria e Lussemburgo a fatica cercano di raggiungere gli obiettivi di Kyoto 2012, mentre il resto d’Europa pensa alla seconda fase del protocollo sul clima per il 2020. La riduzione delle emissioni di anidride carbonica nel nostro Paese si è fermata al 4,8%, quando invece dovrebbe essere del 6,5%. Il mancato obiettivo del nostro Paese che emette 10-20 volte in più di quanto dichiara, e degli altri due Stati europei, mette a rischio i risultati dell’intera Unione che, entro il 2020, dovrebbe ridurre del 20% le emissioni di CO2 e i consumi energetici.
CO2: i virtuosi svedesi inquinano di più per emissioni pro-capite in Europa

Chi l’avrebbe mai detto, si prendono sempre i popoli nordici come esempi per l’ecologia, dallo stile di vita sostenibile al riciclaggio, fino ad altre dimostrazioni di civiltà che da noi sembrano impossibili. Eppure i bassi tassi di inquinamento sono dovuti anche al fatto che sono davvero pochi. Così se provassimo a prendere le emissioni delle automobili e le dividessimo per il numero dei cittadini, ci accorgeremmo che Svezia e Germania sono i due Paesi che inquinano più di tutti in Europa.
Stoccaggio CO2, rischi inferiori di quanto si temesse

La cattura della CO2, una pratica attuata da qualche anno per recuperare l’anidride carbonica emessa dalle centrali elettriche e riporla nelle profondità sotterranee per evitare che finisca nell’atmosfera, non rappresenta una seria minaccia per la salute umana. Prove che confermano questa tesi sono state evidenziate dai ricercatori dell’Università di Edimburgo i quali hanno smontato la teoria secondo la quale conservare la CO2 sotto terra poteva mettere a rischio la vita degli addetti ai lavori.
Google a impatto zero, risultati di 10 anni per la sostenibilità
Dopo aver reso pubblica l‘impronta di carbonio Google, il motore di ricerca più usato al mondo, pubblica i risultati di 10 anni di ricerche per la sostenibilità. E i risultati sono più che incoraggianti: come ha spiegato Urs Hozle, vicepresidente di Google
nel corso di un mese i server di Google usano meno energia per utente, di una lampadina lasciata accesa per tre ore.
L’impronta di Google, un’orma di emissioni da gigante buono
Google ha svelato la sua impronta di carbonio, rivelando un totale di emissioni di 1,5 tonnellate di carbonio all’anno. Il gigante di Mountain View inquina quanto le Nazioni Unite e poco più del Laos, Paese del Sud-Est asiatico. Il colosso non ha voluto specificare di quanto sia aumentato il suo fabbisogno energetico rispetto allo scorso anno pur affermando che c’è stato un aumento considerevole e che i dati, nell’ottica di una politica ambientale e di responsabilità sociale e d’impresa completamente trasparente, saranno presto resi pubblici nell’ambito del Carbon Disclosure Project. Ci sono da fare alcune considerazioni importanti e doverose. Innanzitutto è bene ricordare che Google è da sempre attento al suo impatto ambientale, con un impegno costante nella riduzione delle emissioni, dei consumi ed investimenti considerevoli in opere di compensazione e nelle energie rinnovabili.
Gas naturale e carbone, emissioni a confronto
Quante emissioni di gas serra producono, nell’intero ciclo produttivo e di vita, rispettivamente il gas naturale ed il carbone? Una risposta chiara a questo quesito ce la fornisce il Worldwatch Institute che ci ha appena inviato i dati di un recente studio condotto su questo confronto. Nonostante l’EPA avesse valutato maggiori le emissioni di metano dai sistemi di gas naturale, una recente ricerca del WI, condotta in collaborazione con Deutsche Bank Climate Change Advisors, rivela che durante l’intero ciclo di produzione, distribuzione e utilizzo, il gas naturale emette poco più della metà delle emissioni di gas serra rispetto a quelle di cui si macchia il carbone per la produzione della stessa quantità di energia.
Alberi artificiali, l’idea tecnologica per assorbire la CO2

Qualche esempio di struttura a forma di albero per assorbire l’inquinamento c’era già stata, ma questa è a dir poco rivoluzionaria. Se il problema che causa l’effetto serra e ciò che ne consegue, è la tanta CO2 presente nell’atmosfera, si può trovare un metodo per assorbirla ancora migliore del piantare gli alberi (anche se di certo non si può prescindere da questa pratica). Così scienziati ed ingegneri britannici e americani hanno inventato gli alberi artificiali, delle strutture che assomigliano più ad un pannello solare che ad un albero, in grado di assorbire anidride carbonica centinaia di volte in più rispetto ad un albero normale.
Foreste e riduzione delle emissioni in Europa

L’Europa può raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi nella riduzione dei gas ad effetto serra soltanto piantando più foreste. E’ quanto emerge da uno studio finlandese che ha scoperto come piantare più alberi potrebbe essere la chiave per ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. Attualmente infatti, secondo una ricerca americana, le foreste di tutto il mondo riescono ad assorbire il 20% della CO2 dell’intero globo, ma l’Europa ha la capacità di ottenere tale risultato entro i suoi soli confini.
Firenze punta al 20% di riduzione delle emissioni entro il 2020
Firenze punta a ridurre le emissioni di CO2 del 20% da qui al 2020. E’ la mission del nuovo Piano di azione per l’energia sostenibile presentato oggi a Palazzo Vecchio dal sindaco Matteo Renzi.
Il 20% è anche il target fissato per altri due obiettivi fondamentali previsti dal programma: l’aumento dell’efficienza energetica che sappiamo che importanza rivesta nel risparmio di risorse; l’incremento dell’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Riduzione emissioni, l’Europa vota per un taglio più netto

Allo stato attuale la riduzione delle emissioni prevista dall’UE per il 2020 si attesta al 20% rispetto ai livelli del 1990. Questa soglia è stata decisa l’anno scorso, dopo mesi di dibattiti, come compromesso tra chi chiedeva sforzi maggiori (Francia e Regno Unito in testa), e chi invece tirava la cinghia (Italia e alcuni Paesi dell’Est). A distanza di poco più di un anno però, qualcosa è cambiato e la macchina dell’ambientalismo si è rimessa in moto nei palazzi istituzionali. Per questo a breve il Parlamento Europeo verrà chiamato a pronunciarsi sulla proposta di portare al 30% la riduzione delle emissioni al 2020.
Inquinamento: 2010 anno record per emissioni CO2

Ci eravamo illusi lo scorso anno che le emissioni avessero cominciato a calare, ed invece ciò era dovuto soltanto alla crisi economica. Ora che la produzione industriale è (lentamente) ripartita, le emissioni riprendono la loro corsa ad un ritmo se possibile ancora superiore a quello del passato, facendo registrare nel 2010 il record di inquinamento: 30,6 miliardi di tonnellate di CO2 emesse in un solo anno solare.
Un record purtroppo poco piacevole, e che fa registrare un +5% rispetto al precedente massimo registrato che apparteneva al 2008. A calcolare queste emissioni è l’istituto più autorevole in materia, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la quale non avrebbe alcun interesse a gonfiare i numeri (semmai a sgonfiarli), visto che una grossa fetta di queste emissioni proviene proprio dal settore energetico.