Quanto rumore negli oceani

Gli oceani potrebbero presto diventare più rumorosi del centro di Milano. Come i livelli di biossido di carbonio rendono gli oceani più caldi e acidi, così l’incremento dei gas nel mare può diventare rumoroso per le specie che ci abitano, soprattutto per quelle con un sistema uditivo più sviluppato come delfini e balene.

L’incremento della combustione del materiale fossile come carbone e petrolio nelle ultime decadi ha diffuso sempre più anidride carbonica nell’atmosfera terrestre. La gran parte della quantità di assorbimento (circa il 40%) va agli oceani, che così “bevono” tutto ciò che noi creiamo. Più diossido di carbonio assorbe, più l’acqua diventa acida (per lo stesso concetto che sta alla base delle bibite gassate, che si dicono acide perchè contengono un alta quantità di anidride carbonica).

Piccoli gesti quotidiani aumentano il rischio d’inquinamento

Se avete lasciato in garage la vostra auto per gran parte dell’anno, ma i dati sull’aria vicino casa vostra sono rimasti ancora preoccupantemente alti, non è che il rilevatore si è rotto, ma può darsi che state inquinando in altri modi. Secondo una ricerca dell’Università del Colorado, e riportata su Repubblica, molti gesti quotidiani apparentemente innocui possono, se sommati, arrivare ad inquinare molto di più dello scarico della vostra auto.

Secondo questa ricerca infatti sono altamente inquinanti le esalazioni della vernice utilizzata per il vostro cancello nuovo, oppure accendere un barbecue, o addirittura le esalazioni degli alberi del vostro giardino. Tutte queste piccole variazioni delle particelle nell’aria vengono classificate come inquinamento di secondo livello.

Le docce più inquinanti d’Europa sono quelle inglesi

In Europa i più spreconi di acqua per uso privato sono i nostri cugini d’oltremanica, spesso presi ad esempio di senso civico e pignoleria.
In realtà, sotto la doccia, gli Inglesi non badano a spese e lasciano scorrere il rubinetto molto più del dovuto.

Sono i dati di una ricerca condotta dalla Royal Society of Chemistry che ha evidenziato inoltre l’inquinamento provocato dall’uso sconsiderato di shampoo e prodotti per l’igiene personale, come docciaschiuma e bagnoschiuma.

Industrie ed inquinamento: scopriamo i settori più sporchi

La costruzione di nuovi centri commerciali, negozi, strutture sportive, grandi complessi residenziali è sempre vista come un evento positivo, simbolo dell’incremento della civiltà, del benessere, del miglioramento dell’efficienza e della funzionalità degli spazi urbani.
In realtà, l’industia edilizia da sola contribuisce al 4% dell’inquinamento globale da polveri sottili nell’aria, per non parlare dell’ingente quantità di inquinanti che sotto forma di solventi e sostanze chimiche di rifiuto, va a finire nelle acque locali.

I materiali edilizi, provenienti dalle demolizioni, raramente vengono riutilizzati e difficilmente si rispettano le norme sull’impiego di materie prime ecologiche.
Pensiamo ad esempio all’industria del legname in America e all’impatto ambientale che ha l’uso del legno nelle costruzioni nell’incrementare un fenomeno come la deforestazione in Africa, Asia e Amazzonia. L’industria edilizia risulta, dunque, una tra le più inquinanti e meno ecologiche che esistano.

Tra le dieci città più inquinate del mondo c’è anche Milano

[Cubatao Valley, Brasile]

Scegliere un posto in cui vivere è diventato difficile oggi: le città sono inquinate e le campagne, anche.
Nelle metropoli traffico ed emissioni a livelli stratosferici impediscono di respirare, nella provincia rifiuti tossici seppelliti di qua e di là fanno sorgere tumori.

Ma da evitare assolutamente sono le dieci città con il triste primato di più alto tasso di inquinamento.
La classifica è stata stilata dalla rivista americana Popular Science, periodico di divulgazione scientifica.
In mezzo ai grandi centri urbani più sudici del mondo trova posto la nostra bella Milano.
Siete curiosi di sapere chi le fa compagnia in questa infelice top ten?

Dai rubinetti campani esce veleno

Si torna a parlare del problema dei rifiuti in Campania, nell’ottica di una contaminazione che sembra non conoscere limiti: dall’aria al terreno alle acque, perchè in Natura, si sa, il deterioramento da inquinamento e da sostanze tossiche, è un fatto complesso e non circoscrivibile.
Tutto è legato, ogni azione deleteria e snaturata provoca più conseguenze, in più sfere della vita dell’uomo e dell’ambiente.

E così capita che il problema dei rifiuti campani assuma portata globale e non si possa più frenare l’ondata di catastrofi che ne conseguono.
L’ultima, in ordine di arrivo, ma non certo di importanza, è quella emersa nel corso di un’analisi delle acque campane.
Dai rubinetti esce veleno. Ennesimo segno di una contaminazione totale e della grave crisi ambientale ed igienico-sanitaria che sta vivendo questa regione.