Animali a rischio estinzione: anche il pesce sega in pericolo

Sebbene facilmente identificabile dal naso lungo e dentato, il pesce sega è un animale sfuggente e poco conosciuto dai più, che vive nei fiumi tropicali in diverse parti del mondo. Oggi se ne parla perché si scopre essere fortemente in pericolo sotto la continua minaccia del bracconaggio. Il motivo non è solo per la sua carne, ma le catture accidentali dovute alla pesca commerciale.

Jeremy Wade, pescatore estremo, biologo e conduttore del programma televisivo Monsters Animal Planet’s River, si è recato in Australia, uno dei pochi luoghi al mondo che ha ancora un notevole popolazione di pesci sega, per saperne di più. La loro caratteristica potrebbe essere la loro condanna a morte, dato che il naso che dà al pesce sega il suo nome è soggetto ad aggrovigliamenti nelle reti dei pescatori.

Marea nera: un anno dopo i residenti mostrano gli effetti del disastro

E’ passato ormai più di un anno dal famoso disastro della Deepwater Horizon, la piattaforma petrolifera della BP che ha dato luogo ad uno dei più grandi disastri ambientali della storia: la marea nera. La compagnia britannica, con il silenzio colpevole delle autorità statunitensi, ha ripetutamente ingannato il pubblico sulla quantità di petrolio andata persa nel Golfo del Messico nel tentativo di alleggerire la propria posizione. Ma non tutti ci hanno creduto, ed ovviamente non potevano farlo i residenti che ora, a distanza di un anno, hanno deciso di dimostrare al mondo che non è affatto vero che il Golfo del Messico è tornato alla normalità.

In un nuovo documentario andato in onda sabato scorso su Planet Green, chiamato Storie dal Golfo, i residenti della costa rendono evidente che stanno ancora soffrendo le conseguenze della fuoriuscita di petrolio più grande della storia americana. Il film si basa su interviste prodotte da NRDC e Bridge the Gulf e registrate da Story Corps.

Riscaldamento globale: pesci sotto stress rischiano di far fallire i pescatori

I pesci hanno molto di cui preoccuparsi in questi giorni, tra fuoriuscite di petrolio, isole galleggianti grandi quanto la Francia composte da detriti di plastica, e la pesca eccessiva. Ma secondo le ultime ricerche, l’aumento delle temperature oceaniche sta causando loro la maggior parte di stress. I biologi che studiano un pesce particolarmente longevo nel Mare di Tasman hanno scoperto che, con il costante riscaldamento delle acque causato dai cambiamenti climatici, il suo ciclo di crescita viene messo in pericolo. Purtroppo questa non è l’unica specie di pesce a rischio.

I primi dati ambientali dal Mar di Tasman risalgono all’inizio degli anni ’40, e da allora i ricercatori hanno misurato un aumento di 2 gradi Celsius della temperatura della superficie, uno tra gli aumenti più significativi della storia. Con l’incremento delle temperature degli oceani, i biologi spiegano che ad esempio i pesci a sangue freddo possono in generale far fronte al cambiamento, aumentando di dimensione. Ma purtroppo questo mutamento cambia alcune abitudini definite vitali per la specie, ma anche per chi vive di pesca.

Record di CO2: cosa è successo l’ultima volta che l’abbiamo raggiunto?

Un ritratto chiaro del futuro del nostro clima si può trovare nel nostro passato. Attualmente, il livello atmosferico di biossido di carbonio (CO2) ha raggiunto le 390 parti per milione (ppm). Dall’ultima volta che è stato così alto sono passati circa 3 milioni di anni, e più precisamente nell’Era denominata Pliocene inferiore. Allora, i livelli di CO2 rimasti nell’aria per migliaia di anni ammontavano a circa 365-410 ppm.

Di conseguenza, il Pliocene ci dà indizi vitali degli effetti a lungo termine di elevati livelli di CO2. La nuova ricerca, effettuata dall’Università dell’Arizona di Tucson, dall’Università di Cambridge e due californiane, esamina questo periodo e conferma i risultati precedenti che affermavano che il Pliocene è stato incredibilmente più caldo rispetto alle temperature attuali.

Nissan Leaf NISMO RC, l’auto da corsa emissioni zero

Nissan Leaf NISMO RC

Nissan Leaf NISMO RC. Un’auto da corsa che mette d’accordo ecologia e adrenalina, così la descrivono in casa Nissan. RC sta per Racing Competition e Leaf, che ve lo dico a fare, la conosciamo tutti, come l’etichetta del primo veicolo al mondo a emissioni zero prodotto per il mercato di massa.

Un cuore a propulsione 100% elettrica alimentato da una batteria agli ioni di litio per la vettura che promette una competizione a ridotto impatto ambientale e che fa il suo debutto al New York International Auto Show del 2011.

Cambiamenti climatici e attività umane fanno ritirare le coste dell’Artico

Le coste dell’Artico si ritirano sempre più, ad un ritmo di circa mezzo metro ogni anno. Le cause dell’erosione sono da rintracciare nei cambiamenti climatici e nelle attività umane, sempre più frequenti. Questi in sintesi i risultati della ricerca condotta da trenta scienziati provenienti da dieci Paesi che hanno monitorato oltre 100.000 km di coste del Circolo polare artico, e pubblicato online il rapporto “Stato delle coste artiche 2010” sulla rivista Estuaries and Coasts.

I ricercatori, aderenti all’Associazione Helmholtz e all’International Artic Science Committee, sono preoccupati per il rapido tasso di erosione delle coste che in alcuni punti ha toccato anche i trenta metri nell’arco di un anno. Tra le aree più colpite vi sono il Mare di Beaufort, il Mare di Laptev e il Mare della Siberia Orientale.

Clean Air Act: quando la legge salva vite umane

Spesso ci chiediamo cosa la politica possa fare per salvare l’ambiente, e secondo i dati che arrivano dagli Stati Uniti la risposta è che basterebbero poche leggi per far sì che non solo la Terra venga tutelata, ma vengano tutelate anche delle vite umane. Quelle stesse vite che la politica dovrebbe salvaguardare, ma che molto spesso mette in secondo piano.

L’esempio ci arriva direttamente dagli States dove, forse più che in Europa, va avanti da anni un dibattito molto acceso tra Repubblicani (ed anche una piccola parte di Democratici) che non vogliono leggi per la tutela ambientale, e la larga parte dei Democratici, sostenuti dalle associazioni ambientaliste, che invece le propongono e le promuovono.

Specie in via d’estinzione: un nuovo metodo individuerà le specie salvabili

Esistono già alcuni metodi ben consolidati che utilizziamo per determinare lo stato di salute delle specie. A stabilire quello ufficiale è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che ha redatto la famosa Lista Rossa in cui sono elencate le specie più in pericolo. Ma è abbastanza per sapere se una specie è vulnerabile, in pericolo, in pericolo critico, e così via?

Potrebbe non essere utile, agli scopi della conservazione, conoscere soltanto il grado di rischio che una specie corre per poterla salvare dall’estinzione. Per questo Un gruppo di ricercatori sta cercando di stilare un nuovo metodo, denominato “Safe into Action”, per andare oltre la classica lista.

Salute e malattie, a causarle sono: inquinamento, rifiuti, siti contaminati e clima

L’inquinamento atmosferico, i rifiuti, i siti contaminati e il clima tra i maggiori responsabili di malattie, e di decessi, nella popolazione. A rivelarlo è un’indagine compiuta in occasione del convegno Ambiente e salute, svoltosi all’Istituto superiore di Sanità (ISS) questa settimana, nell’ambito del Programma strategico 2008-2010 promosso dal Ministero della Salute.

I cambiamenti climatici e il meteo incidono sul rischio ictus, la circolazione e il cuore sono messi a rischio dallo smog e dall’inquinamento cittadino, l’impatto sulla mortalità è alto nelle aree circostanti siti contaminati. Questi in sintesi gli interventi dei relatori.

Inquinamento, altre tre cave apriranno nel Lazio anche a Guidonia Montecelio

La commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio ha dato parere favorevole, a maggioranza di 5 voti con 1 astenuto, per l’apertura di tre nuove cave a cielo aperto nella regione Lazio. Le concessioni sono state date alla società Travertino Morelli F. & C. per l’estrazione di travertino nella località Le Fosse, nel Comune di Guidonia Montecelio, in Provincia di Roma dove la qualità della vita e l’inquinamento atmosferico è già fortemente compromesso da numerose altre cave di travertino, dalle cementerie che lavorano il materiale estratto e dalla discarica dell’Inviolata che peraltro si appresta ad accogliere anche la spazzatura di Roma, per la prossima chiusura della discarica di Malagrotta, e la già annunciata apertura di una nuova discarica nei pressi dell’Inviolata.

Le altre cave saranno aperte nel territorio di Arlena di Castro, in provincia di Viterbo, dove si autorizza la società Pom. Vit., con sede a Pistoia, ad aprire una nuova cava di pomice; ed infine nel comune di Tuscania, della medesima provincia di Viterbo, dove il gruppo Leone s.r.l., con sede a Riccione, ha ottenuto la concessione per gestire la cava di pomice sita nella località di Muracciole.

Inquinamento, una minaccia per la salute del feto in gravidanza

Inquinamento e salute, una relazione che si fa di ricerca in ricerca sempre più pericolosa. Lo abbiamo visto con Milano, città con i bambini tra i più cagionevoli della penisola per via dell’esposizione alla contaminazione ambientale, con un aumento di asma, rinite, eczema ed allergie a dir poco allarmante, dovuto sia all’aria che si respira all’esterno sia alla mal’aria indoor nelle scuole.

Ma i danni dell‘inquinamento, ahinoi, iniziano ben prima di muovere i primi passi, già nel grembo materno. Il feto, infatti, stando ad un recente studio, risentirebbe dell’aria inquinata che respira la madre. A dirlo sono i ricercatori dell’Institute of Cancer Research in Inghilterra, in una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental Health Perspectives, e realizzata in collaborazione con il Columbia Center for Children’s Environmental Health (CCCEH).

Gas scisto, estrazione disperde più gas serra del carbone

Gas scisto, più inquinante del gas tradizionale, del petrolio e persino del nero carbone. Ad evidenziare l’apporto devastante dello shale gas all’effetto serra è un recente studio pubblicato sulla rivista Climate Change, condotto da un’équipe di ricercatori afferente alla Cornell University di New York.

Gli autori, coordinati da Robert Howarth, hanno scoperto che il metano estratto dalla frantumazione delle rocce produce emissioni di gas serra in proporzioni maggiori rispetto alle fonti di energia sopra citate. Questo metano sarebbe un gas serra 20 volte più potente della CO2.

Allergie da pollini, CO2 in aumento sotto accusa

Allergie e CO2 in aumento: che rapporto c’è? Come sempre, quando si parla di inquinamento atmosferico e salute, la relazione è di quelle pericolose. A dirlo è un recente studio presentato in questi giorni a Vienna, nell’ambito di un meeting della European Geosciences Union.

Le piante, secondo quanto affermano gli autori, un’équipe di ricercatori afferente all’Università di Monaco, producono una maggiore quantità di sostanze allergeniche proprio a causa dell’aumento considerevole di anidride carbonica nell’aria.
I dati per giungere a queste conclusioni sono stati raccolti da 13 stazioni di monitoraggio sparse su tutto il territorio europeo, informazioni che si sono agggiunte a quelle messe a disposizione dalla FAO ed a quelle meteorologiche.

Trivellazioni al largo delle Tremiti, il no della popolazione

Continuano le proteste di ambientalisti e di liberi cittadini contro le trivellazioni petrolifere a largo delle isole Tremiti. Come ha spiegato il Commissario al Parco Nazionale del Gargano e assessore all’Ambiente della provincia di Foggia, Stefano Pecorella

L’avvio di tale attività e la sua eventuale, non auspicata, futura espansione fanno sorgere spontaneamente forti perplessità circa la possibilità di assicurare stabilità e prospettica concreta al raggiungimento dell’obiettivo di tutela ambientale delle nostre ancora splendide aree protette terrestri e marine. Profondiamo quotidianamente sforzi, nelle difficoltà finanziarie dei nostri enti, per la crescita della cultura della cura ambientale e perché questa poi si tramuti in una migliore qualità della vita dei nostri cittadine e di fronte ad ogni pericolo, od anche presunto tale, è giusto e doverosos che ognuno possa far sentire la propria voce, democraticamente e nelle sedi opportune

ha poi concluso Pecorella, e ha dato appuntamento ai sindaci dei Comuni del Parco per discutere su come muoversi per bloccare il decreto firmato dai ministriPrestigiacomo e Galan, probabilmente ampliando l’area marina protetta affinché le trivellazioni off-shore siano interdette dalla zona.