Conseguenze dell’accordo di Copenaghen? Aumento della temperatura di 3 gradi con relativi disastri

di Redazione Commenta

inondazione

L’accordo di Copenaghen non ha fatto contenti i capi di Stato, figuriamoci gli attivisti e la gente comune. Mentre c’è ancora una piccola speranza che qualcosa possa cambiare se nell’incontro del dicembre prossimo si troverà un accordo più duro, Greenpeace calcola gli effetti di questa specie di trattato che di fatto rende ancora libere le nazioni di inquinare. Se le cose dovessero rimanere così, l’associazione ambientalista calcola che ci sarà un aumento delle temperature globali di 3 gradi (e non di due come prospettato all’inizio), con dei disastri inevitabili.

Il primo e più noto, è lo scioglimento dei ghiacciai. Mentre la maggior parte delle pareti ghiacciate in tutto il pianeta ha già cominciato a sciogliersi, non facendo nulla accelererà questo suo processo. Questo significherà perdere i ghiacciai tibetani nell’arco di 40 anni, la gente che vive sotto condizione di “stress idrico”, che al momento si stima in un miliardo di persone, diventerebbe 3,2 miliardi. Alle persone che oggi non hanno cibo si aggiungeranno altre 200-600 milioni di affamati.

Sciogliendosi i ghiacci, sarà inevitabile l’aumento del livello dei mari. Si calcola un incremento di circa un metro al 2100, ma si tratta di stime ottimistiche. In questo caso le città costiere rischiano di sparire o di subìre danni ingenti, ma chi pagherà più di tutti saranno quelle nazioni insulari che, come Tuvalu, si sono fortemente opposte ad un accordo troppo leggero nel summit. Molte isole rischiano di essere sommerse, ed essendo molte nazioni formate soltanto da isole, rischiano di sparire definitivamente dall’atlante.

In Italia i maggiori rischi si calcolano ovviamente per Venezia e tutta la zona dell’Alto Adriatico, ma essendo noi una penisola, saremo esposti un po’ da tutti i lati. Si perderà un pezzo della Sardegna, un pezzo della Puglia e della Toscana, sparirebbe quasi del tutto Latina, ed in generale l’aumento del livello del mare provocherà danni a quasi tutta la costa.

Ma tutto ciò avrà come diretta conseguenza anche altri problemi, come l’aumento delle malattie. Spiega Roberto Bertollini, responsabile del settore cambiamenti climatici dell’Organizzazione mondiale di sanità, che con l’aumento della temperatura a 3 gradi, ci saranno 3,5 miliardi di persone che rischieranno di contrarre la febbre dengue e 2 miliardi la malaria. Aumenteranno i morti causati dalla diarrea e dalle temperature troppo alte, con una media di 86 mila morti in più all’anno nella sola Unione Europea.

A rischio ovviamente anche gli animali, che saranno i primi a pagare le conseguenze dell’aumento delle temperature, con un rischio di sparizione del 15-40% delle specie nelle zone più a rischio del pianeta, e la sparizione addirittura dell’80% della foresta pluviale amazzonica. I monsoni si intensificheranno e le aree desertiche dell’Africa si espanderanno del 5-8%. Quanto può resistere la razza umana a tali condizioni però non è dato saperlo.

Fonte: [Repubblica]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.