Emergenza rifiuti a Palermo, la società per la raccolta è ufficialmente fallita

di Redazione Commenta

palermo rifiutiEmergenza rifiuti a Palermo, l’Amia,  la società per la raccolta della spazzatura interamente partecipata dal Comune, è ufficialmente fallita. Un’azienda in fortissima perdita, commissariata da tempo, che ha continuato a vedere le proprie spese salire e il proprio bilancio farsi sempre più nero anno dopo anno. Nel frattempo, Palermo resta, come è facile intuire, zeppa di rifiuti.

L’Amia, la società di raccolta dei rifiuti è fallita, quindi. Il sindaco Leoluca Orlando si è scusato con i cittadini e ha annunciato che per gli oltre 2 mila e 200 dipendenti si riuscirà a trovare una situazione, proprio come per l’ormai tesissima emergenza rifiuti che ha visto anche generare proteste nelle strade con bidoni dati alle fiamme e barricate di rifiuti e cassonetti in mezzo alle strade per bloccare il traffico.

Lo stesso sindaco Leoluca Orlando ha ricordato le forti critiche in merito alla gestione poco trasparente della società:

Chiedo scusa ai palermitani per la vergogna alla quale sono stati sottoposti. È la più grande azienda italiana tra le partecipate dagli enti locali che fallisce. Siamo molto rammaricati, perché 12 anni fa era una delle aziende più evolute. Gli anni successivi sono stati caratterizzati dalla mala gestione e dalle ruberie, decretate anche da procedimenti penali in corso. Abbiamo avuto amministratori assolutamente inadeguati a svolgere il loro compito. Nei tre anni di gestione commissariale si sono accumulati 90 milioni di euro di debiti.

Insomma, ci troviamo davanti a un’altra brutta storia italiana in cui la cattiva gestione (e secondo molte voci, come abbiamo visto rafforzate dalle parole del sindaco, anche la cattiva fede dei gestori) ha portato a una situazione disastrosa e a una grande città in ostaggio dei rifiuti. Cosa accadrà adesso? Per i prossimi giorni non c’è da sperare in dei miracoli. Dal 15 giugno scade l’esercizio provvisorio concesso dal tribunale e il comune potrebbe requisire l’azienda e farsi carico in via ancor più diretta della patata bollente. Ma da qui al 15 giugno, si prospetta una città in pessime condizioni.

Photo credits | Allie_Caulfield su Flickr

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