Le energie rinnovabili crescono trainate dal solare

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I dati dell'Agenzia internazionale dell'energia mostrano un peso crescente per le energie rinnovabili. Solare ed eolico sono i due settori che crescono più rapidamente.

energie rinnovabili iea 2014
Che le energie rinnovabili costituiscano oramai una fetta importate del mix energetico del mondo è un dato di fatto. Ma è soprattutto in prospettiva che queste nuove fonti di energia verde si candidano a diventare la risposta portate alla domanda di energia nel mondo. Un percorso partito già nel secolo scorso e che sta ora arrivando rapidamente alla piena maturità. Dati in questo senso sono stati da poco diffusi dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) e sono riferiti al 2014. A sostenere la crescita delle energie rinnovabili sono soprattutto i settori del solare e dell’eolico che non a caso sono anche quelli che raccolgono i maggiori investimenti e posseggono probabilmente i maggiori margini di crescita.

Energie rinnovabili al 13,8% del fabbisogno

Nel corso del 2014 le energie rinnovabili hanno coperto complessivamente il 13,8% del fabbisogno di energia primaria. Quanto basta per farne la quarta fonte in termini assoluti. Sono comunque sempre petrolio, carbone e gas naturale nell’ordine a coprire più dell’80% del fabbisogno energetico. Unica altra fonte energetica rilevante nel bilancio globale è quella nucleare che però resta sotto la soglia del 5%. Questi i dati in dettaglio:

  • Quote di energia primaria nel 2014
  • Petrolio 31,3%
  • Carbone 28,5%
  • Gas naturale 21,2%
  • Rinnovabili 13,8%
  • Nucleare 4,8%

Spacchettando il dato relativo alle energie rinnovabili si può osservare che la componente largamente maggiore arriva dal recupero in chiave energetica di biofluidi e rifiuti (10,1% del fabbisogno globale). Dall’idroelettrico arriva il 2,4% dell’energia globale mentre tutte le altre fonti rinnovabili incidono solo per l’1,3%.

Le rinnovabili crescono più rapidamente

A premiare in prospettiva le energie rinnovabili è soprattutto il maggior tasso di crescita. Prendendo a riferimento il periodo 1990 – 2014, i dati IEA mostrano come la produzione di energia primaria sia crescita in media dell’1,9% ogni anno. Nello stesso periodo però la crescita media annua delle rinnovabili è stata pari al 2,2%. Il solare fotovoltaico e l’eolico sono i due settori che hanno registrato il maggiore tasso di crescita annua. In forte espansione anche biogas, bioliquidi e solare termico; più contenuto invece il progresso medio annuo di geotermico ed idroelettrico. Questi i dati in dettaglio:

  • Tasso di crescita annuo nel periodo 1990 – 2014
  • Totale energia primaria 1,9%
  • Totale rinnovabili 2,2%
  • Solare fotovoltaico 46,2%
  • Eolico 24,3%
  • Biogas 13,2%
  • Solare termico 11,7%
  • Biofluidi 10,4%
  • Geotermico 3,1%
  • Idroelettrico 2,5%

In Africa fonti rinnovabili vicine al 50%

Dati interessanti e non scontati arrivano anche dall’analisi del peso delle rinnovabili su base geografica. In questo contesto in Africa la quota delle rinnovabili raggiunge il 49,6% del fabbisogno di energia primaria, sfiorando quindi la soglia del 50%. La media dei paesi OCSE è invece del 9,4%, inferiore anche al dato della Cina dove le rinnovabili hanno raggiunto una aliquota dell’11,2%. Livelli minimi per i paesi del Medio Oriente con una quota delle rinnovabili ferma allo 0,4%.

Energie rinnovabili terza fonte di elettricità

I dati riferiti all’energia primaria sono solitamente penalizzanti per le rinnovabili. In questa definizione rientrano infatti alcuni settori come la mobilità ed il riscaldamento che sono al momento strettamente legati alle fonti fossili nonostante l’avanzata delle auto ibride ed elettriche e della coibentazione.

Lo scenario dei numeri cambia quindi radicalmente prendendo in considerazione la sola produzione di energia elettrica. In questo ambito infatti le rinnovabili coprono più di un quinto della produzione mondiale e sono già allo stato attuale la seconda fonte di produzione di elettricità. Nei dati del 2014 infatti arriva da fonte rinnovabile il 22,3% dell’energia elettrica, un valore di poco superiore a quello del gas naturale e secondo solo a quello del carbone. Una quota superiore al 10% arriva anche dal nucleare mentre il peso del petrolio in questo campo è sceso sotto il 5%. Vediamo anche in questo caso i dati in dettaglio:

  • Quote di produzione dell’energia elettrica nel 2014
  • Carbone 40,7%
  • Energie rinnovabili 22,3%
  • Gas naturale 21,6%
  • Nucleare 10,6%
  • Petrolio 4,3%

Andando nuovamente a spacchettare il dato sulle rinnovabili si osserva come sia ancora nettamente l’idroelettrico a dare il maggiore contributo alla produzione di elettricità con una quota del 16,4% della produzione totale. Da biofluidi e rifiuti arriva un altro 1,8% mentre il resto delle rinnovabili copre complessivamente il 4,2% della produzione.

Per l’area OCSE l’Agenzia internazionale dell’energia ha pubblicato anche dati più recenti osservando che tra il 2014 ed il 2015 il contributo delle energie rinnovabili è cresciuto di un ulteriore 3,8% portando la propria quota al 23%.

L’era del solare fotovoltaico

Prendono a riferimento il periodo 1990 – 2015 la produzione di energie elettrica nei paesi OCSE è aumentata mediamente dell’1,4% all’anno. Tutte le energie rinnovabili con la sola eccezione dell’idroelettrico nello stesso periodo hanno registrato tassi di crescita annuale decisamente superiori.

Se infatti la produzione dall’idroelettrico è cresciuta solo dello 0,6% all’anno, l’insieme delle altre fonti rinnovabili è cresciuta in media dell’8,6% all’anno. Particolarmente elevata è stato il tasso di crescita del solare fotovoltaico superiore al 40% annuo; sopra il 20% annuo anche la crescita della produzione di elettricità eolica. Questi i dati in dettaglio:

  • Elettricità, tasso di crescita annuo 1990 – 2015 nei paesi OCSE
  • Totale 1,4%
  • Idroelettrico 0,6%
  • Non idroelettrico 8,6%
  • Solare fotovoltaico 44,1%
  • Eolico 22,1%
  • Biogas 13,1%
  • Rifiuti solidi urbani 5,6%
  • Geotermico 2,3%
  • Bioliquidi 2,6%

Il tasso di crescita annua delle fonti rinnovabili è strettamente legato al grado di maturità raggiunto ma anche all’effettiva possibilità di sfruttamento.

[Via | IEA]

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