greenpeace enel corto uno al giorno

Greenpeace contro Enel, arriva il corto shock “Uno al giorno”

greenpeace enel corto uno al giornoLa guerra tra Enel e Greenpeace continua, ed oggi l’associazione ambientalista, forte della recente sentenza che l’ha assolta proprio dalle accuse dell’azienda energetica, si ripresenta con una nuova arma. Un cortometraggio di 4 minuti in cui mostra nell’atto pratico, nella vita di tutti i giorni, l’azione della compagnia. Secondo le accuse dell’associazione, Greenpeace uccide una persona al giorno, ovviamente indirettamente, a causa dell’azione delle sue centrali a carbone.

emissioni usa crollate

Emissioni, in USA crollate ai livelli del ’94

emissioni usa crollateSembra incredibile ma gli americani senza un piano e senza una strategia concreta sono riusciti nell’intento di ridurre le proprie emissioni. E di parecchio pure. Stando ai numeri del Bloomberg New Energy Finance (BNEF) che ha realizzato lo studio per conto del Business Council for Sustainable Energy (BCSE), le emissioni del 2012 sono scese al livello di 18 anni prima.

vittorie ambientaliste 2012

Le 10 vittorie ambientaliste del 2012

vittorie ambientaliste 2012Il 2012 è stato un anno positivo per l’ecologia. La consapevolezza ambientale è aumentata in tutto il mondo, e sono stati molti i provvedimenti presi in questa direzione nell’arco dei 365 giorni. Dal punto di vista politico probabilmente l’evento più importante è stata la rielezione di Barack Obama alla Casa Bianca, non fosse altro che se non avesse vinto lui ci sarebbe andato uno che è contro qualsiasi credo ambientale. Ma di seguito proviamo a riassumere le 10 principali vittorie ambientali del 2012.

greenpeace politici italiani fossili

Greenpeace contro i politici italiani, diciamo no ai fossili

greenpeace politici italiani fossiliI politici italiani sono fossili. E non solo dal punto di vista anagrafico. Sono anche “amici” dei fossili, come ha denunciato oggi Greenpeace che ha tappezzato la Capitale di manifesti per invitare gli italiani a firmare una petizione da destinare al futuro Premier per dire no all’inquinamento da petrolio e carbone per l’Italia. I politici italiani vogliono fare dell’Italia il nuovo Texas, come hanno dimostrato di recente di fronte all’apertura di trivellare tutta la Basilicata e le coste del Mediterraneo a caccia dell’oro nero. Distruggendo in questo modo il nostro ambiente naturale.

Sulcis, WWF invita a pensare alla riconversione per abbandonare il carbone

Anche il WWF prende parola in merito alle discussioni sul caso Sulcis, in Sardegna. Secondo l’associazione è necessario spingere affinché si attui una progressiva riconversione, verso una vera alternativa al carbone. Perché il progressivo abbandono del carbone apre a nuove strade non solo ecologiche ma anche occupazionali.

apple data center energia del sole

Apple rifornisce un altro data center con l’energia del sole

apple data center energia del soleDelle volte sembra che le classifiche che le associazioni ambientaliste come Greenpeace fanno, non servano a niente. Queste associazioni si limitano a dire “questa azienda ha fatto questo per l’ambiente e quest’altra non l’ha fatto”, ma poi tutto sembra destinato a rimanere così. Quando però un’azienda ci tiene al proprio nome, ecco che scatta una reazione d’orgoglio. E’ capitato alla Apple, che comunque già stava facendo bene in questo campo, in occasione dell’annuncio di Greenpeace che il data center di Maiden, in North Carolina, era alimentato principalmente alimentato dal carbone.

Gas naturale e carbone, emissioni a confronto

Quante emissioni di gas serra producono, nell’intero ciclo produttivo e di vita, rispettivamente il gas naturale ed il carbone? Una risposta chiara a questo quesito ce la fornisce il Worldwatch Institute che ci ha appena inviato i dati di un recente studio condotto su questo confronto. Nonostante l’EPA avesse valutato maggiori le emissioni di metano dai sistemi di gas naturale, una recente ricerca del WI, condotta in collaborazione con Deutsche Bank Climate Change Advisors, rivela che durante l’intero ciclo di produzione, distribuzione e utilizzo, il gas naturale emette poco più della metà delle emissioni di gas serra rispetto a quelle di cui si macchia il carbone per la produzione della stessa quantità di energia.

Greenpeace: “Facebook, ci piaci verde”

Greenpeace e Facebook, una sfida dell’associazione ambientalista lanciata al colosso dei social network affinché tolga l’amicizia al carbone e scelga le energie pulite. Google docet, d’altra parte. Una battaglia all’ultimo commento, già oltre 50 mila quelli pervenuti dagli utenti, profili che hanno raccolto l’appello dei verdi a pressare Zuckerberg affinché diventi il re di un social green.

L’invito, già inoltrato mesi fa, si è rinnovato oggi quando Greenpeace ha deciso che era il momento di tornare ad insistere per far sì che Facebook usasse solo energia rinnovabile, escludendo seccamente nucleare e fossili per far funzionare i suoi sistemi informatici.

Greenpeace, assalto alla centrale elettrica “basta carbone, vogliamo le rinnovabili”

Nella mattinata di giovedì scorso Greenpeace USA ha avviato una nuova campagna di disobbedienza civile contro il carbone. Gli attivisti hanno srotolato uno striscione gigante in cima alla centrale del Bridgeport Harbor che recitava “Spegnetela: Basta Carbone”. Il Bridgeport Harbor è un impianto vecchio ed inefficiente (ha 40 anni!), e non è necessario per fornire energia alla rete del Connecticut.

Eppure emette 3 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno, insieme alle 2.800 tonnellate di anidride solforosa tossica, 2.200 tonnellate di ossido di azoto, e persino circa 20 kg di mercurio. La centrale si ritiene sia responsabile dell’aria della città talmente insalubre che un residente su 4 ha l’asma. Gli esperti della sanità stimano che almeno un morto all’anno nella città possa essere attribuito alle emissioni nocive della centrale a carbone, che peraltro, come abbiamo accennato prima, è perfettamente inutile.

Petrolio addio, arriva il carburante sintetico

I ricercatori della Purdue University hanno sviluppato una struttura che potrebbe fargli capire esattamente come il carbone e la biomassa possano essere ripartiti nei reattori, chiamati gassificatori, per trasformarli in carburante sintetico.

Uno degli obiettivi principali è quello di essere in grado di produrre una quantità significativa di carburante sintetico per il sistema di trasporto aereo degli Stati Uniti per ridurre la nostra dipendenza dal petrolio

ha spiegato Jay Gore, il presidente dell’Università Reilly e docente di Combustion Engineering alla Purdue. La ricerca è parte del lavoro per sviluppare un sistema per la generazione di grandi quantità di carburante sintetico da rifiuti agricoli, altra biomassa o carbone che sarebbero trasformati in gas, il quale a sua volta verrebbe convertito in carburante liquido.

Europa: nel 2009 rinnovabili + 8,3%, crollo del carbone

Ottime notizie arrivano dall’ultimo rapporto Eurostat sulla produzione di energia ed il suo utilizzo in Europa. Nell’ultimo anno di riferimento, il 2009, pare ci sia stato un importante incremento della produzione delle energie rinnovabili, e questo lo si sapeva già. Quello che però in pochi si aspettavano è un crollo verticale dell’utilizzo del carbone.

Sebbene nel complesso la produzione di energia rinnovabile sia aumentata dell’8,3% tra il 2008 e il 2009, per una quota complessiva del 18,4% della produzione energetica nella UE, il consumo di carbone, la seconda fonte finora più utilizzata dopo il nucleare, è diminuito di ben il 16,3%, circa il doppio rispetto all’aumento dell’energia pulita, venendo superato così dal petrolio, gas naturale e persino dalle rinnovabili stesse.

Usa: emissioni da centrali a carbone azzerate entro 20 anni

centrale a carbone

Buone notizie dal fronte della lotta all’inquinamento. Nonostante gli Stati Uniti non si siano impegnati, come hanno fatto le altre nazioni, a fissare un tetto e delle scadenze per la riduzione delle emissioni, oggi arriva l’annuncio che i più grandi emettitori di gas ad effetto serra del mondo potrebbero fermare completamente le emissioni di biossido di carbonio dalle centrali elettriche a carbone entro il 2030.

Se ciò fosse vero, sarebbe un passo fondamentale per controllare il riscaldamento globale, e sembra possibile utilizzando la tecnologia che già oggi esiste, integrata con quella che potrebbe essere commercialmente disponibile entro un decennio, secondo un gruppo di scienziati, ingegneri e architetti che hanno effettuato la stima. Questa è la conclusione di un articolo pubblicato sull’American Chemical Society, la rivista mensile dell’Environmental Science & Technology (ES & T). Queste sono per ora solo anticipazioni, visto che l’articolo completo uscirà a giugno.

La Terra soffoca e non riesce più a recuperare CO2

inquinamento

Fino ad oggi ce la siamo cavati perché il nostro pianeta riusciva a recuperare  CO2 dall’atmosfera attraverso l’azione delle piante e di tutti gli altri organismi viventi che assorbivano l’inquinamento ed emettevano ossigeno. Ora però questo servizio potrebbe lentamente diminuire, e già oggi non è più efficiente come in passato.

A lanciare l’allarme è uno studio effettuato da 31 ricercatori di 7 Paesi diversi, i quali si sono accorti che, rispetto agli anni precedenti, la capacità di assorbimento della CO2, il principale gas ad effetto serra, è diminuita notevolmente, sintomo che la Terra non ce la fa più ad assorbirla. In pratica stiamo soffocando il nostro Pianeta.

L’Ue ha deciso: 100 miliardi all’anno per sostenere i Paesi poveri nella lotta ai cambiamenti climatici

parlamento europeo

Una prima risposta alle richieste dei Paesi poveri nel tentativo di adeguarsi alla lotta contro i cambiamenti climatici è arrivata questa notte a Bruxelles. Dopo una serata di dibattiti, l’Unione Europea ha deciso che si presenterà a Copenaghen con la proposta del sostegno fissata a 100 miliardi di euro all’anno fino al 2020.

Un impegno preciso e pesante, come chiedevano i Paesi cosiddetti del Terzo Mondo, i quali sono i più colpiti da questa fase di transizione, in quanto pagano il maggior prezzo in termini di cambiamenti climatici (vedi le Maldive che rischiano di sparire nell’arco di un secolo, o i Paesi del Sud-Est asiatico che perdono ogni anno pezzi di terreno), ma d’altra parte non riescono a stare al passo con i grandi Paesi Occidentali in quanto non sono in grado di adeguarsi alle nuove tecnologie pulite, ma quella povera economia che ancora hanno è basata quasi esclusivamente sul carbone. Naturalmente però non sono mancate le polemiche.