Parte il mega-programma sulle energie pulite anche in Cina

di Redazione Commenta

Ennesima mossa ecologica proveniente dal Paese più odiato dall’Occidente, di cui nessuno dà notizia. La Cina ha appena annunciato che sta redigendo un piano di stimolo per rafforzare le sue industrie energetiche basate sulle fonti rinnovabili. Forse ispirata da qualche altra nazione, visto che la ricerca e la libertà di pensiero in Cina non sono delle migliori, ha recentemente deciso di usare i fondi pubblici per sostenere il nascente settore delle energie rinnovabili, in modo da rafforzare immediatamente i piani ecologici, per far diventare quella nazione il Paese con la più grande industria solare ed eolica del mondo. Un pò da megalomani, ma un Paese da un miliardo e mezzo di abitanti se lo può permettere. Ma qual è il grande piano di energie rinnovabili proposto?

I dettagli sono vaghi, ma molto probabilmente il piano prevede di fornire maggiori sovvenzioni pubbliche alle aziende del settore. Per ora abbiamo solo l’annuncio che un piano è in fase di elaborazione, e questo è stato sufficiente a causare un agitazione nel paese che ha cominciato a produrre turbine eoliche a più non posso, aumentando la propria produzione del 10%. Il settore del solare invece, secondo le rilevazioni di Bloomberg, è passato da una produzione del 4% al 9%.

Il piano è stato progettato per aiutare la nazione a soddisfare i suoi obiettivi sull’energia alternativa che prevedono:

  • Un incremento nell’utilizzo delle energie rinnovabili al 10% del consumo totale di energia entro il 2010 dal 7,5% del 2005;
  • La capacità dell’energia solare dovrà salire da 70.000 a 300.000 kilowatt.

Per adesso sono noti soltanto i dati che riguardano l’energia solare, ma sono pronti anche quelli per l’eolico e l’idroelettrico. Di certo si tratta di una buona notizia, anche perché si sa che la Cina non è certo il Paese più pulito quando si tratta di energia. Il colosso cinese infatti è il secondo più grande consumatore di energia al mondo, e questo suo fabbisogno è per ora garantito per l’80% dalla combustione del carbone.

Certo, ci sarebbero stati i soldi e le capacità di puntare anche sul nucleare, ma perché non è stato fatto? Forse perché i cinesi, almeno dal punto di vista della produzione energetica, consapevoli della loro arretratezza tecnologica, si sono affidati alle idee degli Stati Uniti, che di fatto stanno smantellando le centrali nucleari perché non sono più affidabili, per passare al rinnovabile. Questa è l’ennesima dimostrazione di come, se un Paese vuole, può tranquillamente sostenersi energeticamente grazie alla natura. Ma dalle nostre parti conviene continuare a pensare che la Cina è la patria dei mostri inquinatori.

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