Gli impianti rinnovabili sul “tetto del mondo”

di La Redazione Commenta

Ad agosto vi avevamo parlato di “un Paese sempre più green”, cioè del viaggio voluto dall’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e organizzato dall’Agenzia di comunicazione I SAY per tre seguitissimi social influencer – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – a Chengdu, capoluogo del Sichuan, e a Lhasa, cuore spirituale del Tibet. E avevamo visto insieme alcune novità green da questi due luoghi, per via degli enormi investimenti da parte della Cina nella sostenibilità energetica. Ora, mentre scorriamo le stories e le immagini sui profili Instagram dei nostri tre speciali viaggiatori, rese possibili dalla riapertura (dopo tre anni di fermo) al turismo internazionale nella regione, andiamo a scoprire cos’è successo nel frattempo sull’altopiano del Tibet.

Un luogo leggendario. Ricco di Storia, Cultura, Natura e Spiritualità. Che oggi si arricchisce di quattro nuove parole e realtà: geotermico, eolico, fotovoltaico e idroelettrico. Perché, oltre alla pastorizia dello Yak, ai monasteri e ai grandi luoghi di riferimento spirituale – Palazzo del Potala, Tempio di Jokhang e Palazzo Norbulingka l’altopiano è anche una distesa di Sole, vento, fiumi e laghi. E oggi, nonostante l’enorme difficoltà di costruire e lavorare nell’aria rarefatta dei 4.000 metri in media sul mare, le centrali green già installate e in realizzazione stanno dando ai residenti la possibilità di abbandonare il carbone e soprattutto la legna da ardere. In un territorio che sta affrontando la desertificazione con l’afforestazione di 137mila ettari, volta a ottimizzare l’uso dell’acqua e difendere la biodiversità. 

Secondo il piano 2021-2025 della regione, la capacità totale installata doveva superare i 10 milioni kW entro il 2025: a oggi, nel Tibet sono stati costruiti impianti per oltre 17,57 milioni kW di energia pulita e la produzione nelle centrali elettriche connesse alla rete pubblica è aumentata di un terzo su base annua.

Vediamo insieme alcuni dei principali impianti.

La centrale geotermica di Yangyi, la più alta di tutta la Cina, che – dalla sua entrata in funzione nel 2018 – ha generato finora più di 500 milioni kWh di elettricità. L’impianto utilizza nuove tecnologie per il riciclo completo delle acque residuali, contribuendo a ridurre di 420mila tonnellate le emissioni di anidride carbonica e di 116mila tonnellate il carbone standard ogni anno. La centrale sta studiando un progetto di ampliamento, in modo da offrire più soluzioni al riscaldamento in generale ma anche alla fornitura di calore alle serre di ortaggi e alle strutture sanitarie. 

La centrale ibrida di Kela, la più grande e anche la più alta del mondo. Entrata in funzione di recente, l’impianto insieme solare e idroelettrico occupa una superficie di circa 16 milioni di metri quadri e può produrre 2.000 GWh l’anno. In grado di coprire il fabbisogno di 700mila famiglie, la centrale permette di risparmiare più di 600mila tonnellate di carbonio standard e di ridurre le emissioni di anidride carbonica di oltre 1,6 milioni di tonnellate all’anno. 

La centrale eolica di Chigu che, dall’entrata in funzione nel 2021, ha generato più di 100 milioni kWh. Il che equivale all’abbattimento di 83,2 mila tonnellate di anidride carbonica e al risparmio di 30,5mila tonnellate di carbone standard. Parliamo del primo progetto eolico del Tibet, connesso ad agosto alla rete elettrica principale. I generatori si trovano a circa 5.000 metri di altitudine, e la singola turbina da 3,6 MW appena collegata è la maggiore come capacità a livello nazionale per impianti eolici a tali altezze.

L’impianto fotovoltaico di Nagqu, entrato in funzione a dicembre 2022, che rappresenta il più grande progetto di generazione di energia fotovoltaica del Tibet. Il sito eliminerà ben 219,6mila tonnellate di emissioni all’anno, pari a 76,3mila tonnellate di carbone standard. Sempre a Nagqu, sono stati avviati i lavori per la costruzione del maggiore Parco eolico ad alta quota: un sito dalla capacità finale di 100 MW, situato a circa 4.500 metri sopra il mare. Parliamo di una potenza installata di 22 MW, con 5 aerogeneratori da 2,2 MW in presa diretta e altrettanti in doppia alimentazione. Una volta conclusi i lavori e terminati i test di collaudo, l’impianto energetico fornirà annualmente 200 milioni kWh di energia elettrica completamente rinnovabile, consentendo un risparmio di 60mila tonnellate di carbone standard e la riduzione delle emissioni di circa 160mila tonnellate all’anno. Grazie alle ricerche a una quota di minore pressione atmosferica e densità dell’aria, sarà così possibile ottimizzare le prestazioni aerodinamiche, la resistenza dei materiali e quella delle componenti elettroniche.

Passi da gigante, sul “tetto del mondo” e non solo qui. Perché, mentre la Cina rappresenta oggi circa un terzo delle emissioni globali di anidride carbonica, a oggi nessun altro Paese al mondo apre così tanti impianti rinnovabili, sperimenta più sistemi di accumulo o fa crescere l’industria del green quanto il colosso asiatico.

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