Google, 5 milioni di dollari per dei droni contro il bracconaggio

di Redazione 2

google milioni dollari bracconaggioGoogle, il gigante dei servizi di web, impegnato insieme al WWF nel combattere il bracconaggio: 5 milioni di dollari sono stati stanziati dal colosso di Mountain View per aumentare l’utilizzo di droni nell’infinita lotta degli ambientalisti e delle autorità contro il bracconaggio.

I droni sono utilizzati già da tempo per riuscire ad arginare l’attività dei bracconieri nelle zone più a rischio per le specie locali e magari più difficili da tenere sotto controllo da parte delle forze dell’ordine. Lo stesso WWF, che ha preso in carico i 5 milioni di dollari donati da Google, fa utilizzo di aerei pilotati a distanza nel Nepal. Naturalmente 5 milioni di dollari destinati unicamente e specificamente all’aumento della presenza di questi droni possono voler dire molto. In particolare la donazione di Google è destinata a contrastare il bracconaggio in regione asiatiche e africane, e cercherà di limitare il più possibile la caccia illegale nei confronti del rinoceronte, in questi ultimi anni sempre più a rischio a causa dei sempre più cospicui commerci intercontinentali di corni e altre materie ricavate dal corpo degli animali.

Rinoceronti ma non solo per Google e per il WWF: i fondi stanziati verranno destinati anche al contrasto della caccia illegale agli elefanti, da sempre una delle prede preferite dei bracconieri per via dell’avorio (peraltro una recente polemica ha investito anche il Vaticano per l’utilizzo di questa materia prima), delle tigri, cui vengono asportati oltre alla pelle anche i testicoli e gli occhi, e naturalmente qualunque altra forma di attività illecita che i droni saranno in grado di rilevare. Anche Google quindi si vuole far sentire nella lotta per la salvaguardia della natura. Speriamo che l’impegno prosegua e si espanda in futuro: dalla collaborazione tra il gigante del web, una delle aziende più rilevanti oggi al mondo, e il WWF, non può che nascere qualcosa di buono.

Photo Credits | Thinkstock

Commenti (2)

  1. Speriamo bene ricordando..

    Peter Scott, capo del WWF International, aveva raccomandato agli amministratori del Parco Nazionale dell’Uganda di eliminare 2500 elefanti.

    A questo scopo era stato assunto Ian Parker, un noto cacciatore, che oltre agli elefanti s
    terminò anche diverse migliaia di ippopotami. La motivazione ufficiale era che occorreva ridurre la popolazione animale diventata troppo numerosa per gli equilibri dell’ecosistema.

    Però da questa riduzione della popolazione di animali selvatici trassero profitto solo le aziende che producevano il pregiato legno di mogano. Nel 1975 lo stesso Parker fu assunto da Russel Train (BOPHAL) capo dell’African Worldlife Foundation per eliminare una gran numero di elefanti in Ruanda, il motivo era che il Ruanda non era in grado di salvaguardare contemporaneamente gli elefanti e i gorilla di montagna e quindi occorreva eliminare i primi.

    Nel 1986 l’allora Direttore del WWF Charles de Haes personalmente consegnò una medaglia di onorificenza al cacciatore rodesiano Clem Coetzer per aver diretto la campagna di caccia dove furono eliminati 44.000 elefanti nello Zimbabwe.

    L’anno dopo fu lanciata una campagna strappalacrime per salvare l’elefantino Nell.

    http://www.stampalibera.com/?p=4777

    E più recentemente..

    .. Popoli deportati, foreste rase al suolo per far posto a piantagioni di olio di palma. Raccolta fondi per campagne che in realtà non esistono. E ancora: safari da 10.000 dollari per ricchi occidentali ansiosi di scovare le ultime tigri……

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/01/un-documentario-tedesco-accusa-il-wwfalleato-delle-aziende-piu-spregiudicate/149138/

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