Abbiamo spesso parlato di biocarburanti e delle immense potenzialità a cui questa nuova fonte energetica potrebbe aspirare se non intaccasse gli equilibri nell’approvvigionamento delle risorse alimentari del mondo.
Come denunciato dalla Fao, infatti, il prezzo del grano, dello zucchero e delle altre colture destinate alla produzione di etanolo e degli altri biocarburanti, lievita con l’aumentare della richiesta e con l’incremento dell’industria del biocarburante.
Ecco perchè si rivela a questo punto necessario trovare al più presto altre materie prime da impiegare come fonte di energia alternativa da biomassa.
A questo proposito, gli scienziati stanno elaborando il modo di ricavare etanolo dalla commistione tra la comune spazzatura prodotta negli ambienti domestici e i resti delle colture agricole.
Ad elaborare questo ambizioso progetto sono stati i ricercatori dell’Agricolture Research Service (ARS), che stanno già effettuando degli esperimenti nei loro laboratori presso il Western Regional Research Center dell’ARS, che si trova ad Albany, in California.
Le foglie esterne della comuna insalata iceberg, che solitamente vengono buttate nella pattumiera, i gusci della mandorle, i rifiuti solidi urbani e tutto ciò che avanza dai raccolti agricoli, frutta andata a male, mele marce, erbacce inutilizzate verrebbero pretrattate dagli scienziati per ottenerne una nuova bioenergia.
L’immondizia verrebbe processata in un enorme cisterna che funziona un po’ come una pentola a pressione, convertendo i rifiuti solidi in pezzetti più piccoli e leggeri.
Successivamente questi passerebbero all’interno di un biofermentatore, dove grazie all’aggiunta di lieviti ed enzimi, verrebbero trasformati in etanolo.
Al momento Kevin Holtman, un chimico dell’ARS e i suoi colleghi, David Bozzi, un tecnico di ingegneria, e Diana Franqui, microbiologa (nella foto) sono al lavoro per trovare il modo di utilizzare nel pretrattamento dei rifiuti delle aziende agricole, solo acqua e calore, invece di sostanze chimiche pericolose, al fine di rendere il processo il più ecofriendly possibile.
Oltre alla produzione di biocarburante, questo ambizioso progetto permetterebbe di smaltire i rifiuti urbani presenti nelle discariche cittadine, snellendo notevolmente l’annoso problema dell’accumulo di spazzatura.
mario prete 16 Febbraio 2011 il 8:49 pm
interessante articolo
Paola Pagliaro 17 Febbraio 2011 il 10:49 am
Grazie Mario