Biocarburanti: entro il 2020 competitivi quanto i carburanti tradizionali

di Redazione 1

Fino ad oggi l’industria dei biocarburanti non ha spiccato il volo principalmente per due problemi di fondo: la materia prima che andava in concorrenza con il cibo e l’alto costo. Se però entrambe queste questioni fossero risolte, i biocarburanti potrebbero diventare talmente competitivi da togliere mercato ai carburanti tradizionali. Per la Columbia University ciò avverrà entro il 2020 grazie al biocarburante prodotto dagli scarti del legno.

L’etanolo da mais è attualmente miscelato con la benzina per soddisfare gli obiettivi di alcuni Governi, come quello brasiliano, di ottenere una buona fetta del mercato dei carburanti proveniente da fonti rinnovabili. Ma rispetto al mais, gli scarti del legno sono considerati più sostenibili, e solo i costi piuttosto elevati lo hanno mantenuto ai margini del mercato.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Biofuels Bioproducts & Biorefining, individua diverse opportunità per ridurre tali costi. I ricercatori della Facoltà di Selvicoltura della Columbia hanno scoperto che una produzione su larga scala commerciale di carburanti a base di etanolo, noti anche come etanolo cellulosico, ridurranno i costi di questo biocarburante sostenibile, facendolo diventare competitivo con i normali carburanti.

Secondo l’autore principale dello studio, Jamie Stephen, aumentando la produzione industriale di etanolo cellolusico, questo biocarburante può aumentare la propria quota di mercato, riducendo i costi e facendoli avvicinare a quelli tradizionali. L’importante è che la base del biocarburante sia una fonte che non vada in competizione con le colture alimentari, e per questo gli scarti della lavorazione del legno sarebbero la fonte ideale (ma non l’unica). Non solo per una questione etica, ma anche perché utilizzando il legno giusto si creano meno emissioni di gas serra e si spreca meno acqua rispetto alla produzione di cellulosa proveniente ad esempio dal mais o dalla canna da zucchero. I Governi del Canada e degli Stati Uniti sembrano aver già preso in considerazione questa opportunità.

[Fonte: Sciencedaily]

Foto Credit | Thinkstock

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