La nave dei veleni in Madagascar mette a rischio balene e migliaia di persone

di Redazione 1

nave affondata madagascar

Non solo l’Italia ha problemi con le “navi dei veleni”. Una nave che trasportava rifiuti tossici è affondata qualche mese fa al largo delle coste del Madagascar, e migliaia di tonnellate di rifiuti sono stati svuotati nel ricco ecosistema marino. Il relitto ha avuto effetti devastanti sulla vita e la salute del mare, ma anche delle persone che vivono di navigazione. Ha causato, tra gli altri effetti, spiaggiamenti di balene in gran numero, e gravi malattie respiratorie e della pelle che hanno cominciato ad affliggere gli abitanti di quelle terre.

L’Ana Gülser, una nave turca, si è arenata nel punto più meridionale del Madagascar. Ha poi lentamente scaricato il suo carico (39.000 tonnellate di fosfat0, 568 tonnellate di combustibile, e 66 tonnellate di gasolio) nell’Oceano Indiano.

Il caso ha voluto che il luogo dove è avvenuto l’incidente sia una delle zone di riproduzione delle balene ed un importante corridoio migratorio, secondo il World Wide Fund for Nature. Ma siccome al peggio non c’è mai fine, l’incidente è avvenuto nel bel mezzo della stagione degli amori. Il WWF ha dichiarato che tale fuoriuscita è una “catastrofe ecologica“, i cui risultati non sono facilmente calcolabili. Dalla relazione:

. . . nove balene arenate nel solo mese di settembre, e alcuni tratti spiaggia sembrano essere delle vere zone morte. Gli abitanti del villaggio sono affetti da malattie come i problemi delle vie respiratorie, malattie della pelle e diarrea.

La relazione ha inoltre rilevato che vi sono macchie di olio che coprono 30 km di spiaggia, e che 20.000 persone sono state colpite dalla marea nera, che ha portato malattie o perdita di mezzi di sussistenza. La pesca è stata vietata, a causa della tossicità delle acque, e molti degli abitanti locali dipendevano proprio da essa per la maggior parte del proprio reddito. Peggio ancora, coloro che lavorano per ripulire questo disastro si sono detti tristemente impreparati, visto che erano costretti a farlo senza indossare alcun tipo di protezione contro i rifiuti tossici, ed utilizzano sottili sacchetti di plastica che scoppiano facilmente per raccogliere le scorie.

Come gli esseri umani, le balene soffrono di problemi respiratori a causa dell’odore di gasolio. Vengono a galla di tanto in tanto per respirare, quindi se capita di passare attraverso una pellicola d’olio, questo potrebbe portare alla morte dell’animale

ha concluso la sua relazione Yvette Razafindrakoto del WCS (Wildlife Conservation Society) specialista di mammiferi marini.

Fonte: [Treehugger]

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