Stand Up 2009: il prossimo fine settimana tutti in piedi per gli impegni su clima e povertà

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I politici sono bravissimi a promettere. Molto spesso però sono dei veri somari nel mantenere le promesse che hanno fatto. Per questo le Nazioni Unite, insieme alla Caritas italiana, Uisp (Unione sport per tutti) e WWF hanno organizzato per il prossimo fine settimana la manifestazione denominata Stand Up 2009. Tra il 16 ed il 18 ottobre prossimi verranno organizzate centinaia di manifestazioni in tutto il mondo dove la gente si riunirà in piazza semplicemente per stare in piedi.

La finalità è quella di ricordare al mondo politico gli impegni presi, e chiedere, una volta tanto, di rispettarli. Un esempio di quello che accadrà in Italia lo spiega il presidente delle Ong italiane, Sergio Marelli, che ha annunciato che una parte della manifestazione sarà dedicata a “bacchettare” il Governo per gli impegni presi al g8 de L’Aquila in cui si impegnava a destinare una parte del Pil alle popolazioni povere, e poi però nella Finanziaria che è venuta pochi mesi dopo, pare essersi dimenticato di quest’impegno.

Le richieste sono molteplici. Per quanto riguarda la lotta alla povertà, si chiede di stanziare lo 0,70% del Pil mondiale entro il 2015 per gli aiuti ai Paesi poveri. L’Italia per ora è ferma allo 0,10%, l’Europa è un po’ più avanti, ma ancora lontana dall’obiettivo, con il suo 0,51%.

Lotta ai cambiamenti climatici: gli sforzi della California ingrossano le casse dello Stato

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Non vuol più pagare per il suo inquinamento, e allora fa pagare gli altri. Lo Stato della California ha adottato una legislazione ambiziosa in merito al cambiamento climatico nel 2006 per ridurre i gas a effetto serra del 25% entro il 2020, e ha lanciato una tassa rivolta alle sue imprese più inquinanti, che ora si vedono costrette a pagare 15 centesimi per ogni tonnellata di CO2 emessa.

La tassa è previsto che porterà circa 63 milioni dollari ogni anno per i prossimi 3 anni nelle casse statali, dopo di che scenderà a 9 centesimi a tonnellata. Le entrate saranno destinate ad aiutare lo Stato nel pagamento dei costi amministrativi di attuazione della normativa sul clima, che prevede un tetto ed un sistema commerciale per lo Stato. Il cap and trade è impostato per entrare in vigore nel 2012.

Lg introduce l’e-book solare

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L’azienda coreana più all’avanguardia nel campo della telefonia ecologica, la LG, ha annunciato di aver sviluppato un e-reader ad energia solare, che si dice possa funzionare per un intero giorno, dopo solo quattro o cinque ore di esposizione al sole. Basato sulla tecnologia dell’e-book, il libro senza fogli, che consente di poter leggere un libro (ma non solo, dato che prevede anche file audio e video) semplicemente scaricandoselo da siti internet autirizzati, è il metodo più ecologico di diffusione della cultura.

La tecnologia solare dell’e-Book è basata su una cella solare di soli 0,7 millimetri di spessore e 20 grammi di peso. Si adatta al display da sei pollici TFT LCD che l’azienda produce già. Prodotto da elettrodi che si inseriscono su un substrato di vetro o di plastica, la cella è più leggera rispetto al tipo standard di celle solari cristalline basate su uno strato di silicio, spiegano dalla LG. Ciò significa che una maggiore efficienza del processo può essere raccolta attraverso l’aumento delle dimensioni del substrato. Siccome la tecnologia è simile a TFT-LCD, i costi produttivi iniziali sono relativamente bassi per i produttori di LCD, come LG.

Sostanze chimiche tossiche: 7 grandi aziende hi-tech siglano l’accordo per eliminarle

rifiuti tecnologici inquinanti

Sette aziende hanno progettato alcune soluzioni ambientali che negano la necessità per la maggior parte, o in alcuni casi per tutti, di usare le sostanze chimiche come bromurati e clorurati nel campo dell’elettronica di consumo. Le organizzazioni ambientali, ChemSec e Clean Production Action, hanno affermato che le seguenti società stanno guidando l’industria dell’elettronica verso l’allontanamento dalle sostanze chimiche che possono portare a problemi di salute e ambientali:

  • Apple (USA): ha istituito un programma innovativo che limita l’uso di quasi tutti i composti del bromo e cloro in tutte le loro linee di prodotto. Apple offre ora una vasta gamma di prodotti senza PVC e BFR, tra cui iPhone e iPod, così come i computer che sono privi di BFR e la maggior parte degli impieghi del PVC.
  • Sony Ericsson (UK): Sony Ericsson non solo rimuove le sostanze potenzialmente pericolose dai suoi prodotti, ma assume anche il complicato compito di stabilire inventari chimici completi per tutte le proprie linee di prodotto. I prodotti dell’azienda sono ora al 99,9% senza BFR e non avranno componenti in PVC entro la fine del 2009.

I supercibi diventano superinquinatori

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Dall’Açai al goji e al cacao grezzo di spirulina, i supercibi sono sbocciati in un settore che è previsto in continua crescita, fino ad un fatturato da 10 miliardi di dollari entro il 2011, secondo il blog Small Footprint Family. In un primo momento si potrebbe obiettare che si tratta di “ingredienti di lusso”, ma il vero problema non è tanto il costo di ingredienti “rari”, ma piuttosto considerare i combustibili fossili utilizzati per far volare questi sapori, spesso tropicali, fino alla nostra porta di casa.

L’impronta ecologica dei supercibi pare essere decisamente superinquinante. Un supercibo è in realtà solo la terminologia elaborata per gli alimenti considerati densamente nutrienti, con antiossidanti, vitamine, ecc molto più che nella maggior parte dei cibi comuni. Ma spesso questi alimenti provengono da luoghi esotici, non vicini nè all’Italia, nè ai grandi consumatori come gli Stati Uniti. Ad esempio, le bacche di Goji sono prodotte in Cina e Tibet, Açai, Maca camu camu, Chia e Lucuma vengono dal Sud America, nonifruit e durian provengono dal Sudest asiatico, mesquite e spirulina dal Messico, e clorella dal Giappone. Questi alimenti usano tonnellate di risorse per percorrere tutta la strada fin nei nostri supermercati.

Picco del petrolio previsto per il 2030. E dopo cosa succederà?

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Il dibattito sul momento esatto in cui raggiungeremo il “picco del petrolio” è irrilevante. Non importa quali siano i nuovi giacimenti di petrolio scoperti, la produzione globale di petrolio comincerà a diminuire al massimo nel 2030.

Questa è la conclusione della relazione più completa effettuata fino ad oggi sulla produzione mondiale di petrolio, pubblicata il 7 ottobre scorso dal UK Energy Research Centre. La relazione, che passa in rassegna oltre 500 studi di ricerca, suggerisce che la produzione globale di petrolio potrebbe raggiungere il picco in qualsiasi momento da adesso fino al 2030. Spiega Steve Sorrell, principale autore dello studio effettuato presso l’Università del Sussex nel Regno Unito:

Ad ogni modo, la nostra ricerca dimostra che la differenza, anche tra l’ipotesi più pessimista e quella più ottimista, è di soli 15-20 anni.

Inventata tecnologia per recuperare le emissioni nocive. Ma ce n’è davvero bisogno?

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Un nuovo progetto pilota da 8 milioni dollari attuato nello stato americano del Wisconsin ha dimostrato con successo che il biossido di carbonio può essere catturato e mantenuto in sicurezza senza perdite dopo averlo recuperato dalle ciminiere delle centrali elettriche alimentate a carbone. Per poterlo fare, i progettisti hanno già annunciato pochi giorni fa di avere a disposizione le risorse e due partner disponibili ad investire sul progetto.

Il progetto è stata la prima vera dimostrazione di vita della tecnologia che utilizza ammoniaca refrigerata la quale agisce come una calamita per catturare i gas a effetto serra e per purificare l’eventuale emissione, inviando queste sostanze in formazioni geologiche sotterranee invece che nell’aria. Il progetto del Wisconsin, attuato nella centrale elettrica di Pleasant Prairie, è stato in grado di recuperare almeno il 90% dei gas ad effetto serra, hanno detto funzionari della società francese che ha tentato questo esperimento, la Alstom, la quale ha sviluppato la tecnologia. Si dicono ottimisti sul suo prossimo test, il quale tenterà una cattura ancora maggiore di anidride carbonica.

Ecco come cambia lo scenario della pesca con i mutamenti climatici

pescatori

Cambiamenti importanti nel settore della pesca stanno avvenendo a causa dei cambiamenti climatici. A risentirne principalmente è la sicurezza alimentare nelle regioni tropicali più negativamente colpite dai cambiamenti climatici, spiega uno studio condotto dal progetto Sea Around Us della University of British Columbia.

Nel primo studio importante per esaminare gli effetti del cambiamento climatico sulla pesca oceanica, un team di ricercatori di UBC e Princeton University ritiene che il cambiamento climatico produrrà importanti mutamenti in termini di produttività della pesca e di approvvigionamento alimentare dell’oceano in tutto il mondo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Global Change Biology.

Le nostre proiezioni indicano che il cambiamento climatico può portare ad un aumento potenziale dal 30 al 70 % della pesca nelle regioni ad alta latitudine e una diminuzione fino al 40% ai tropici

dice l’autore William Cheung, ricercatore presso l’Università di East Anglia in Gran Bretagna che ha condotto lo studio.

Aerei ecologici: la Nippon Airlines risparmia sul peso dei passeggeri facendoli andare in bagno

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Già non è molto simpatico che, prima di salire su un aereo, gli impiegati invitino i passeggeri a togliersi le scarpe e svuotare le bottiglie d’acqua, ma adesso si sta proprio esagerando. Nel segno dell’ecologia, la compagnia giapponese Nippon Airlines chiede ai propri passeggeri di svuotarsi la vescica prima di salire a bordo.

L’esperimento, che varrà per ora solo per il mese di ottobre, consisterà nel chiedere a tutti i passeggeri di utilizzare il bagno prima di salire sull’aereo, al fine di perdere qualche chilo prima di volare. Questa stramba idea è venuta quando qualcuno ha spiegato che un aereo più leggero consuma meno carburante. Secondo quanto sostengono i dirigenti della Nippon Airlines, con questo escamotage sperano di risparmiare circa 5 tonnellate di emissioni di carbonio in soli 30 giorni.

L’innalzamento delle acque è già realtà in Gran Bretagna

inondazioni gran bretagna

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Southampton ha scoperto che il livello del mare è aumentato in tutta la costa meridionale dell’Inghilterra nel secolo scorso, aumentando notevolmente il rischio di inondazioni durante le tempeste. Il team ha condotto un’importante operazione di raccolta dei dati, che riunisce record informatici e cartacei provenienti da tutto il Sud dell’Inghilterra, dalle isole Scilly fino a Sheerness, per formare un unico insieme di dati del livello del mare della costa Sud attraverso gli anni.

Il loro lavoro ha preso in considerazione circa 150 anni di dati storici per poter valutare l’attuale variazione del livello del mare inglese ed estendere i dati lungo la costa meridionale. I loro risultati sono stati pubblicati nell’ultima edizione della rivista Continental Shelf Research.

Le Ferrovie dello Stato si tingono di verde con gli eco-biglietti

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La sfida del treno all’aereo è iniziata da qualche mese con l’introduzione dell’Alta Velocità che ha sottratto passeggeri agli aeroporti. Ma questa potrebbe adesso dare il colpo finale con la nuova promozione che le Ferrovie dello Stato hanno in mente di attuare: gli eco-biglietti.

In pratica su ogni biglietto verrà segnato, accanto al chilometraggio, la quantità delle emissioni di CO2 risparmiate ed il consumo energetico ridotto (in grammi di petrolio equivalenti) che abbiamo evitato di utilizzare non prendendo un altro mezzo di locomozione. Sì perché la sfida non è solo all’aereo, ma anche ai mezzi di trasporto su strada. Tutto questo fornirà un punteggio e, come per le Mille Miglia, alla fine darà diritto ai premi.

Solar Decathlon: le case solari invadono Washington

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Se vi recate al National Mall di Washington, DC, in qualsiasi momento a partire da oggi fino al 21 ottobre, sarete sorpresi di trovare che un nuovo quartiere di case a energia solare è sorto dove prima non c’era assolutamente niente, e nell’arco di poche settimane. Non preoccupatevi: non è il risultato di abusi edilizi o insediamenti di nomadi. Queste case fanno parte del Solar Decathlon 2009.

Il Solar Decathlon è un evento di tre settimane organizzato dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Quest’anno, 20 squadre composte da studenti universitari e di college, provenienti da tutto il mondo, si sono riuniti presso il monumento simbolo della Capitale americana per vedere chi può costruire la casa solare più efficiente ed attraente.

Terra mai così inquinata negli ultimi 15 milioni di anni

aradhna tripati

Si dovrebbe tornare indietro di almeno 15 milioni di anni per trovare i livelli di biossido di carbonio sulla Terra alti come lo sono oggi. A spiegarlo sono stati gli scienziati dell’UCLA sulla rivista Science.

L’ultima volta che i livelli di biossido di carbonio sono stati apparentemente alti come lo sono oggi, le temperature globali sono state 5-10 gradi Fahrenheit (-12/-15 Celsius) superiori a come che sono oggi, il livello del mare era di circa 75-120 piedi (22-36 metri) più in alto rispetto ad oggi, non c’era ghiaccio marino permanente nell’Artico e c’era molto poco ghiaccio in Antartide ed in Groenlandia

ha spiegato l’autore principale della ricerca, Aradhna Tripati, professore assistente del dipartimento di scienze della terra e dello spazio e del dipartimento di scienze atmosferiche e oceaniche dell’UCLA.

L’anidride carbonica è un potente gas a effetto serra, e le osservazioni geologiche che abbiamo ora per gli ultimi 20 milioni anni offrono un sostegno forte all’idea che l’anidride carbonica è un importante agente per la guida del cambiamento climatico nel corso della storia della Terra.

Attraverso l’analisi chimica delle bolle d’aria antica intrappolate nel ghiaccio antartico, gli scienziati sono stati in grado di determinare la composizione dell’atmosfera terrestre andando indietro fino a 800.000 anni fa, e hanno sviluppato una buona comprensione di come i livelli di biossido di carbonio sono variati nell’atmosfera da quel momento. Ma c’è stato un accordo poco prima di questo studio su come ricostruire i livelli di biossido di carbonio prima di 800.000 anni fa.

Nucleare: il 75% degli italiani dice no

centrali nucleari

Qualche mese fa i rappresentanti del Governo continuavano ad ammettere che “gli italiani vogliono il nucleare“. Sin da allora era evidente che la realtà era che solo il Governo voleva il nucleare, mentre gli italiani erano ancora d’accordo con il referendum di oltre 20 anni fa che bandiva le pericolossisime centrali dal territorio italiano.

La prima Regione italiana a ribellarsi è stata la Calabria, seguita dalla Liguria, le quali hanno detto che nel loro territorio non verrà installata nessuna centrale nucleare. Oggi le Regioni “ribelli” sono diventate 11, ed anche la popolazione non è d’accordo. Stando all’ultima indagine effettuata dall’Istituto Format per conto di Somedia, tre italiani su quattro non vogliono le centrali nella propria Provincia.