La buona notizia: in Italia la caccia è in via d’estinzione

di Redazione 4

cacciatori

Fino a poco tempo fa vi riferivamo di provvedimenti con o a favore della caccia, i quali in ogni caso andavano a scapito della natura, e contro gli animali, spesso anche in via d’estinzione. Ma come accade sempre nella storia del mondo, la selezione naturale aggiusta tutto, e adesso la natura fa quello che la legge italiana non è riuscita a fare: sta facendo estinguere i cacciatori.

Nulla di violento o tragico. Semplicemente sono sempre più quelli che appendono la doppietta al chiodo, e non c’è un ricambio generazionale. Secondo i dati diffusi dalle associazioni riconosciute dei cacciatori, se negli anni ’80 gli appassionati di questo ex sport (oggi il Coni lo ha eliminato dall’elenco delle attività sportive) erano un milione e mezzo, oggi raggiungono a stento i 750 mila “esemplari”. Dimezzati in 25 anni, e probabilmente decimati ancor di più nei prossimi, visto che l’età media del cacciatore italiano è 65-75 anni, con picchi fino agli 80.

Il motivo è semplice: non c’è il ricambio generazionale. La spiegazione più chiara l’ha data Osvaldo Veneziano, Presidente di Arcicaccia, al Corriere della Sera:

La domenica mattina, quando all’alba vado a cacciare, incontro i ragazzi che tornano dalle di­scoteche.

Il problema è proprio qui. Un po’ per una maggiore sensibilità al problema ambientale, che certamente oggi è più sentito di 25 anni fa, un po’ per i messaggi degli ambientalisti, per la confusione della legge, o semplicemente per mancanza di interesse, i giovani italiani (giustamente) preferiscono andarsi a divertire, e la caccia diventa più una seccatura imposta da genitori e nonni piuttosto che un piacevole passatempo come poteva avvenire nelle passate generazioni.

Ma sinceramente questa estinzione non sembra preoccupare nessuno. Anzi, forse è anche positiva. Lo stesso Veneziano spiega che in passato una caccia fatta fuori dalle regole si è accanita sugli uccelli migratori che transitavano per il Centro-Sud italiano. La conseguenza è stata che nel giro di pochi anni alcune specie di uccelli si è estinta.

Ci vorrebbe una legislazione più concreta, visto che oggi è la stessa del 1992, quando la situazione ambientale era ben diversa; più controlli, specialmente contro il bracconaggio; una migliore gestione del territorio, visto che le tasse che i cacciatori regolari pagano dovrebbero essere destinate alla riqualificazione territoriale, ed invece non vengono mai investiti in questo campo; e soprattutto un intervento legislativo serio, non come quello proposto qualche mese fa dal senatore del Pdl Franco Orsi, che metteva il fucile in mano ai sedicenni e che allungava la stagione venatoria senza una regola precisa. Addirittura anche i cacciatori hanno protestato contro questa legge, ma se la situazione italiana è questa, forse l’unica cosa positiva da fare è che si smetta definitivamente di cacciare.

Fonte: [Corriere della Sera]

Commenti (4)

  1. Una bella leggina che abolisca la caccia ci vorrebbe, anche se con un governo di destra la vedo dura. E anche i partiti di sinistra non hanno molto a cuore le tematiche animaliste.

    Vedo comunque che il progresso avanza comunque senza leggi, abolendi di fatto queste barbarie.

  2. bè lo Stato ci guadagna, visto che per poter esercitare la caccia, i cacciatori pagano tasse e bolli. Certo è che se si limitasse la caccia solo ai casi di emergenza sarebbe molto meglio, ma se c’è gente che si diverte in questo modo, le cose difficilmente hanno possibilità di cambiare in futuro.

  3. una bella leggina ci vorrebbe caro mattia è tenere aperta la caccia tutto l’anno ai corviti eliminandone il 60% solo così tutti gli uccelli presenti sul territorio potrebbero riprodursi con tranquillita senza essere depredati dei loro nidi da parte di corvi cornacchie e gazze queste ultime divoratrici di nidi di uccelletti.le leggi ci sono contro il bracconaggio questi esseri viscidi quando vengono sorpresi si limitano ad una denuncia e pena pecuniaria è finisce lì ma se verrebbero arrestati e dargli la reclusione di 4 o 5 anni con una multa di 20.0000 euro forse si ridurrebbe di parecchio il bracconaggio.Non additiamo sempre i cacciatori,non parliamo dei pesticidi,e dell’inquinamento da parte dell’uomo sia per i fiumi e per l’ambiente bruciando migliaia di ettari di bosco.dimmi che questo non è uno sterminio della fauna selvatica?

  4. Sebi, alla favoletta che i cacciatori dovrebbero servire per regolare gli animali presenti, ormai non ci crede più nessuno.

    La natura si auto-regola da sola.

    Il fatto che ANCHE i pesticidi e l’inquinamento dell’uomo stermini la fauna selvatica è ovviamente un problema e bisogna parlarne, ma non deve essere usato per sminuire questa barbaria chiamata caccia.

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