Proliferano i Transition Village, posti in cui si vive senza petrolio

di Redazione 1

Il petrolio, si dice, sta per finire. Non sappiamo se è vero o no, ma il suo costo, dal punto di vista economico ma anche ambientale, è sempre più elevato. Quindi perchè non farne a meno? Fino a poco tempo fa questo discorso poteva sembrare fantascienza, ma oggi in tutto il mondo abbiamo esempi tangibili di questa vita anti-petrolio.

A lanciare l’idea è stato lo scrittore inglese Rob Hopkins, che con il suo libro “The Transition Handbook” (il manuale della transizione) espone in maniera teorica come fare a vivere in maniera naturale, sfruttando le altre centinaia di risorse che Madre Natura ci mette a disposizione. Per fortuna questo libro non è rimasto sugli scaffali delle librerie, ma sta pian piano diventando realtà in tutto il mondo. Secondo il Times sono 700 i villaggi che stanno mettendo in pratica gli insegnamenti di Hopkins, ma andiamo a vedere in cosa consistono.

Un esempio su tutti è Sandpoint, una cittadina dell’Idaho divenuta famosa di recente perchè è la città in cui è nata Sarah Palin, la candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti con i Repubblicani. L’ironia della sorte ha voluto che, nonostante la Palin non fosse considerata la donna politica più ambientalista del mondo, il suo paese invece lo è, tanto da essere modello per tutti gli altri. I residenti hanno infatti deciso di coltivare l’orto in cooperativa, in maniera da auto-fornirsi cibo biologico, evitando OGM e le tonnellate di CO2 che vengono emesse nel trasporto di cibo da chissà quale nazione. Per quanto riguarda l’energia elettrica, al bando il petrolio, meglio le biomasse.

Uscendo dagli States troviamo degli ottimi esempi anche in Australia, dove nella cittadina di Bell i residenti si stanno dotando di forni a legna (che danno anche un sapore migliore al cibo dei forni elettrici), e sono riusciti ad ottenere dal Governo degli incentivi per coloro che costruiscono pannelli solari; e in Inghilterra, a Lewes, dove i cittadini usano la cosiddetta “sterlina di Lewes” per fare acquisti nei negozi locali che vendono prodotti biologici, in modo da boicottare le grandi catene di supermercati che inquinano in una maniera impressionante e forniscono anche prodotti di qualità più bassa. Ma nel libro ci sono anche tantissimi consigli sul vivere senza petrolio che possiamo adottare anche nella nostra vita quotidiana come inquinare meno utilizzando spazzolini naturali (quelli classici sono fatti di plastica) o nei trasporti. Vi consigliamo di leggerlo, e speriamo di potervi raccontare in futuro anche qualche esempio italiano di questi paesi senzi petrolio.

Commenti (1)

  1. Bè come si evince bisogna tornare un attimo indietro se no sarà la fine per tutti.

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