Referendum 12-13 giugno, perché votare SI? Ce lo spiega Susanna Cenni, Pd

di Redazione 2

Ci avviciamo ai Referendum del 12 e 13 giugno 2011 che ci chiamano alle urne per 4 quesiti fondamentali per la nostra Democrazia: il decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici nazionali, l’attuazione della norma che stabilisce una tariffa per l’erogazione dell’acqua, il ritorno al nucleare in Italia, il legittimo impedimento.

Il Referendum è un importante istituto democratico che spinge i cittadini ad interrogarsi su temi che riguardano la nostra convivenza ed importanti scelte politiche del nostro Paese. Per questa ragione ritengo che vada combattuto ogni tentativo di scippo. Il Pd anche in queste ore è al lavoro e ha depositato una mermoria presso la Corte di Cassazione sul nucleare, affinchè il 12 e 13 giugno le schede siano quattro. Di fronte a chi banalizza, all’arroganza e allo spregio delle più elementari regole democratiche bisogna mantenere alta l’attenzione e continuare la campagna referendaria. Il 12 e il 13 giugno diciamo quattro si, non lasciamoci scippare il diritto di esprimere le nostre idee su questioni, come l’acqua, il nucleare e la giustizia, così importanti per il futuro organizzativo della nostra società.

Ora vediamo perché per la parlamentare Pd Susanna Cenni, bisogna votare SI a tutti e quattro i requisiti.

La parlamentare, citando la presa di coscienza della Germania che ha deciso di abbandonare il nucleare in favore delle energie rinnovabili, si interroga sul reale motivo del ritorno all’energia dall’atomo nel nostro Paese. La Cenni fa appello anche al costo del nucleare: ipotizzando di rispettare i tempi stimati per la individuazione dei siti idonei (3-5 anni), per la realizzazione delle quattro centrali annunciate (7-10); saranno poi necessari almeno 40-60 anni di funzionamento delle centrali e ulteriori 50-100 anni per lo smaltimento delle scorie. Si tratta dunque, a detta della diessina

Di un settore poco competitivo e con costi che, come dimostrano i dati e le esperienze degli altri Paesi, sforano spesso le spese e i tempi previsto.

E per lo smaltimento delle scorie?

Tema annoso per un Paese come il nostro, che non ha siti idonei in termini di sicurezza e che non ha ancora risolto la questione dei rifiuti provenienti dalle centrali chiuse in seguito al referendum del 1987, di cui ancora oggi paghiamo in bolletta i costi.

Per concludere

Le quattro centrali proposte dal governo rappresentano, quindi, una vera e propria follia che lascerà un debito immenso a centinaia di generazioni future.

La privatizzazione dell’acqua è un altro tema caro alla Cenni che, assieme al suo partito, ha proposto di risolvere in altro modo:

  • costituendo un’authority nazionale che tuteli l’acqua pubblica e che rimandi ai cittadini i poteri decisionali e d’intervento che il decreto Ronchi ha assegnato al governo;
  • gestendo a livello industriale la rete idrica nazionale affinché tutti i cittadini abbiano uguale accesso al servizio idrico;
  • attuando tariffe agevolate per le famiglie numerose e meno abbienti.

Nucleare, Merkel: “pionieri verso una nuova era fondata sulle energie rinnovabili”

Acqua come “bene pubblico”, la proposta di legge dell’opposizione

Voto il 12-13 giugno, io scelgo il mio futuro

[Fonte: Susanna Cenni]

Commenti (2)

  1. Nuovo spot sul referendum acqua pubblica
    se vi piace fate girare

    http://youtu.be/6ASjJarHapw

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