Rinnovabili, quanto pesano sulla bolletta energetica

di Redazione 1

Chiunque si faccia di tanto in tanto dei conti in tasca, si è reso conto che negli ultimi anni la bolletta elettrica è aumentata costantemente. Anche semplicemente guardando i servizi nei telegiornali, qualsiasi telegiornale di qualsiasi colore politico, periodicamente assistiamo al servizio “previsti nuovi aumenti sulle bollette”. Purtroppo gli ultimi incrementi sono stati spacciati per aumenti dovuti al finanziamento delle rinnovabili. Ma sarà davvero così?

Infatti va considerato che il costo del petrolio è di fatto diminuito rispetto alla crisi degli anni scorsi, ma il costo energetico continua ad aumentare. Legambiente si è chiesta se fosse possibile che questo incremento fosse da imputare alle rinnovabili, e per questo ha suddiviso le varie voci di spesa della normale bolletta elettrica domestica, quella che abbiamo in casa tutti noi, per vedere dove vanno a finire i soldi.

Secondo i calcoli dell’associazione ambientalista, il 59,5% del costo di una bolletta va a coprire il costo delle fonti da cui quell’energia viene prodotta, dunque petrolio, carbone o gas (dunque niente rinnovabili). Il 14% serve per coprire i servizi di rete, come la distribuzione, il 13,5% va in tasse ed un altro 13% in “oneri di sistema” che nessuno ha ben capito cosa siano. Queste le voci che vanno a comporre la bolletta. E le rinnovabili? Eolico, solare ed il resto vengono finanziate da appena il 10% del totale della bolletta, ciò significa che non è vero che l’aumento dei finanziamenti alle rinnovabili porta ad un aumento dei costi, anzi, è esattamente il contrario, e cioè che se aumentano i costi inevitabilmente aumentano anche i finanziamenti alle rinnovabili, essendo espressi in percentuale.

Ma l’aspetto assurdo è che insieme a questo 10%, dalla bolletta energetica vengono sottratti anche un 2% che va alle cosiddette “fonti assimilate alle rinnovabili”, spacciate per rinnovabili, ma che in realtà sono discariche, inceneritori, raffinerie e persino impianti a carbone, mentre a tutto questo va aggiunto anche l’1,2% che, udite udite, è destinato al nucleare. Non, per fortuna, alla costruzione di nuove centrali, ma allo smantellamento di quelle vecchie (in disuso da trent’anni) e alla ricerca. Sarà, ma poi quando c’è da fare ricerca su qualcosa di davvero utile i soldi non si trovano mai…

[Fonte: Legambiente]

Photo Credits | Getty Images

Commenti (1)

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