Il riscaldamento globale fa diventare gli oceani più salati e le zone secche ancora più aride

di Redazione 1

misurazioni oceaniche

Il ciclo dell’acqua potrebbe diventare ancora più duro nelle regioni aride, le quali rischiano di diventare ancora più secche, mentre le regioni ad alta piovosità potrebbero diventare ancora più umide all’aumentare della temperatura atmosferica. E’ questa la fotografia della Terra tra qualche anno, secondo lo studio effettuato dagli scienziati CSIRO Paul Durack e la dottoressa Susan Wijffels, il quale mostra la superficie dell’oceano che, a causa delle temperature più alte, ha aumentato l’evaporazione, diventando sempre più salato.

Il documento conferma inoltre che il riscaldamento della superficie degli oceani del mondo negli ultimi 50 anni è penetrato nell’interno degli oceani stessi, cambiandone i modelli di salinità delle profondità oceaniche.

Questa è un’ulteriore conferma che il ciclo dell’acqua degli oceani della Terra si è accelerato

spiega Durack, studente di dottorato di ricerca presso il CSIRO in collaborazione con la University of Tasmania, per il Quantitative Marine Science program.

Questi modelli su larga scala del cambiamento sono qualitativamente in linea con le simulazioni riportate dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Mentre questi cambiamenti di salinità sarebbero previsti per la superficie dell’oceano (dove si verifica circa l’80% della superficie di scambio d’acqua), misure sub-superficiali indicano variazioni molto più ampie del riscaldamento che si estende nell’oceano profondo.

Lo studio rileva un chiaro legame tra i cambiamenti di salinità in superficie guidati dal riscaldamento degli oceani e i cambiamenti nel sottosuolo dell’oceano che seguono la traiettoria lungo la quale le acque in superficie viaggiano attraverso l’interno oceano.

La temperatura di superficie media degli oceani è aumentata di circa 0,4° C dal 1950. Quando l’atmosfera si riscalda in prossimità della superficie, più acqua può evaporare dalla superficie dell’oceano, venendo spostata in nuove regioni dove viene rilasciata sotto forma di pioggia e neve. I modelli di salinità riflettono i contrasti tra le regioni in cui l’oceano perde acqua che finisce nell’atmosfera e le altre zone in cui è ri-depositata sulla superficie come acqua piovana senza sale.

Le osservazioni delle precipitazioni ed evaporazione sugli oceani nel 20° secolo sono molto scarse. Queste nuove stime delle variazioni della salinità dell’oceano forniscono un punto di riferimento rigoroso per validare meglio i modelli climatici globali e iniziare a ridurre le incertezze associate con i cambiamenti ad ampio ciclo dell’acqua e dei processi oceanici, sia in passato che in futuro: possiamo utilizzare i cambiamenti di salinità dell’oceano come un misuratore di pioggia

ha concluso Durack.

Fonte: [Sciencedaily]

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