In preparazione alla prossima COP30 che si terrà in Brasile, è stato pubblicato il secondo Global Tipping Points Report, un documento cruciale frutto del lavoro di ben 160 scienziati. Il rapporto è interamente dedicato al monitoraggio dei cosiddetti “punti di non ritorno” (tipping point), quelle soglie critiche del sistema climatico globale superate e che portano a conseguenze del riscaldamento irreversibili per tutto il pianeta.

Da monitorare le barriere coralline tropicali
Le notizie emerse dal rapporto non lasciano spazio all’ottimismo, confermando le peggiori previsioni. Gli scienziati hanno infatti accertato il superamento del primo punto di non ritorno climatico: quello relativo alle barriere coralline tropicali. Questa perdita rappresenta una tragedia di proporzioni immense, considerando che le barriere sono l’habitat da cui dipende la sopravvivenza di un quarto dell’intera vita marina e supportano quasi un miliardo di persone per la loro sussistenza, sia in termini di cibo che di reddito.
Attualmente, con un riscaldamento globale che ha già raggiunto i +1,4 °C, le barriere coralline in acque calde sono vittime di ripetuti eventi di sbiancamento di massa. Hanno superato il loro tipping point termico, stimato in precedenza a soli 1,2 °C (con un range tra 1 e 1,5 °C). L’analisi è drammatica: anche qualora si riuscisse a limitare l’aumento della temperatura a +1,5 °C, è ritenuto praticamente certo che le grandi barriere tropicali scompariranno.
L’unica via, seppur irraggiungibile, per salvarle sarebbe quella di riportare la temperatura globale a un aumento di non oltre 1 °C rispetto ai livelli preindustriali. Gli scienziati mettono in guardia sul fatto che la morte delle barriere è solo il primo di una serie di tipping point verso i quali stiamo inesorabilmente convergendo.
Tra i pericoli imminenti vi sono lo scioglimento irreversibile delle calotte polari, il deperimento della cruciale foresta amazzonica e, in particolare, il collasso del sistema di correnti oceaniche noto come AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation). Il report evidenzia che la corrente AMOC rischia di interrompersi ancor prima che il riscaldamento globale raggiunga i 2 °C.
Un simile evento avrebbe un impatto sconvolgente: provocherebbe inverni molto più rigidi nell’Europa nord-occidentale, interromperebbe i monsoni vitali per l’Africa occidentale e l’India e ridurrebbe drasticamente i raccolti agricoli in vaste aree del mondo. Notizie negative che però hanno la controparte nei tipping point positivi. Alcuni di questi sono già stati superati, come l’adozione su vasta scala dell’energia solare ed eolica e la rapida diffusione dei veicoli elettrici.
Altri sono prossimi all’accelerazione, specialmente nel settore del trasporto merci, dove l’adozione di soluzioni sostenibili come camion elettrici e carburanti verdi potrebbe raggiungere un punto di svolta e diffondersi in modo esponenziale. Questo cambio di paradigma è fondamentale per cercare di mitigare l’impatto dei punti di non ritorno negativi che abbiamo già, o che siamo in procinto di, superare.