Un’idea per visualizzare le più grandi città del mondo come organismi che vivono e respirano può servire per promuovere una profonda comprensione sulla qualità dell’aria. Toccare con mano l’inquinamento nelle megalopoli, rendendosi conto che questo può danneggiare i residenti svolge anche un ruolo importante nel cambiamento climatico globale.
Questa è la conclusione di una relazione sul metabolismo “urbano” modellato sulle megalopoli presentato oggi al 238esimo National Meeting della American Chemical Society (ACS). Charles Kolb riferisce che il concetto di metabolismo urbano esiste da decenni, e vede le grandi città come entità viventi che consumano energia, cibo, acqua e altre materie prime, rilasciando dei rifiuti. Le emissioni includono l’anidride carbonica, il principale gas a effetto serra, le acque reflue ed altri inquinanti come il calore in eccesso che si raccoglie nelle vaste distese di pavimentazione in calcestruzzo ed edifici in pietra.
Gli esseri umani producono direttamente una quota significativa di questi rifiuti, ma le emissioni industriali, sistemi di generazione e trasporto sono i maggiori responsabili dei gas a effetto serra ed altri inquinanti atmosferici. Altri metabolizzatori urbani comprendono i sistemi di depurazione, discariche, animali domestici e parassiti come topi, che in alcune città sono più numerosi delle persone.