
Un anno fa, alla fine della discussa conferenza sul clima di Copenaghen, l’Unione Europea fu l’organo comunitario che prese la posizione più forte. Tra i vari impegni (taglio delle emissioni, incentivi alle rinnovabili, ecc.), c’era anche quello di aiutare i Paesi più poveri a far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, e tra questi impegni c’era anche il versamento di una somma consistente in un fondo da 2,4 miliardi di euro.
Ad un mese dalla scadenza degli accordi, quando cioè i delegati si dovranno riunire nuovamente per la conferenza di Cancun, i fondi raccolti sono stati 2,2 miliardi di euro. E indovinate di chi sono quei 200 milioni che mancano? Ovviamente dell’Italia.
Questo è il costo che noi europei paghiamo ogni anno per la perdita di specie animali e vegetali, estinte a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. Il monito arriva dall’Europa dopo l’esito del vertice di Copenaghen dello scorso dicembre e rilancia la biodiversità e la difesa del patrimonio ambientale perché, come ha dichiarato il tedesco Jo Leinen,Presidente della Commissione ambiente dell’Europarlamento