Ogni anno migliaia di tonnellate di rifiuti elettronici vengono prodotte in tutto il mondo. Di solito molte compagnie di prodotti tecnologici li recuperano per poterne riutilizzare i materiali, ma non tutto può essere recuperato. Così molto va disperso, spesso nei Paesi del Terzo Mondo, dove viene smaltito con metodi pericolosi ed illegali. Per questo si è sviluppata una specie di forma d’arte che si dedica al riciclo dei materiali elettronici, ed in quest’ottica si inserisce il bikini fatto con l’e-waste.
e-waste
Raccolta differenziata rifiuti elettronici
Raccolta differenziata rifiuti elettronici
Per rifiuti elettronici, o e-waste, si intendono tutti quei rifiuti di natura elettronica di cui ci si vuol disfare perché rotti o obsoleti. In questa categoria rientra dunque tutto ciò che è elettronico, dagli elettrodomestici, compresi quelli più grandi come i frigoriferi, ai gadget molto piccoli come gli iPod.
Lo smaltimento dei rifiuti elettronici è disciplinato a livello europeo attraverso la cosiddetta direttiva RAEE (Rifiuti da Apparicchiature Elettriche ed Elettroniche), che in Italia è stata recepita attraverso il decreto omonimo. L’importanza dello smaltimento corretto dell’e-waste sta nel duplice motivo rappresentato da un lato dalla gran quantità di sostanze inquinanti, materiali chimici e tossici, presenti in questo genere di elettrodomestici che si evita finiscano in discarica, e dall’altro dalla possibilità di recuperare i preziosi materiali al fine di abbassare i costi di produzione, e di conseguenza il prezzo dei prodotti, e ridurre le emissioni per l’estrazione delle materie prime.
I rifiuti elettronici provocano il cancro
Le discariche comuni sono sempre state messe sotto accusa in quanto è stato dimostrato che provocano il cancro, ma una recente ricerca effettuata presso l’Università dello Zhejiang, in Cina, ha dimostrato come anche degli apparecchi apparentemente innocui come i rifiuti elettronici possano portare le stesse neoplasie degli altri tipi di immondizia.
Il riciclo dell’e-waste è sempre stato considerato importante per due motivi essenzialmente: il recupero delle materie prime, spesso preziosissime come il rame, e l’evitare che le sostanze chimiche contenute all’interno possano inquinare il terreno e le falde acquifere. Ma la ricerca condotta dal dott. Fangxing Yang ha dimostrato come una discarica a cielo aperto possa irritare le vie respiratorie, infiammarle, generare stress ossidativo, danneggiare il DNA e, infine, provocare il cancro.
Rifiuti elettronici: Ecolight recupera 4 mila tonnellate di RAEE in 6 mesi con l’Uno Contro Uno
I RAEE saranno il problema principale nell’ambito dei rifiuti mondiali del futuro. Per RAEE si intende Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ed hanno ricevuto questa sigla a seguito di una direttiva dell’Unione Europea, stabilita nel 2003, in cui si decisero le regole per il corretto smaltimento del cosiddetto e-waste, o rifiuti elettronici.
In quanto a riciclaggio, si sa che l’Italia occupa sempre le ultime posizioni della graduatoria europea, e non fanno eccezione questi rifiuti, ma l’impegno di una società milanese potrebbe contribuire a cambiare le cose. Si chiama Ecolight ed è una di quelle società che si impegnano a far rispettare la direttiva sui RAEE attraverso il sistema del cosiddetto “Uno contro uno“.
Riciclaggio dei rifiuti elettronici: l’Italia si avvicina alla soglia europea dei 4 kg annui pro capite
Per avere l’idea del volume dei rifiuti elettronici immessi nell’ambiente da un umano del primo nel corso della sua vita, basta osservare la scultura WEEE MAN (foto qua sopra) che ci giudica dall’alto della sua stazza e scruta la nostra coscienza ecologica con i suoi vitrei occhi-oblò. Nel vicino 2008 in Italia si riciclavano 2 kg di rifiuti elettronici per abitante all’anno, entro la fine dell’anno sarà raggiunta la soglia europea dei 4 Kg.
L’Italia ha potuto permettersi di giocare al raddoppio da quando è entrato in vigore il nuovo sistema nazionale messo a punto dal CdC Raee (Centro di Coordinamento Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) il quale vanta nel solo 2010 (da gennaio a settembre) la raccolta di 178mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (quasi il 30% in più rispetto l’anno precedente).
Riciclaggio prodotti elettronici, in California diventerà facile come quello della plastica
Il cosiddetto “e-waste”, o in italiano i rifiuti elettronici, sono un problema difficile da gestire quando si tratta di evitare che questi vadano a finire in discarica come se fossero rifiuti non pericolosi. A differenza del riciclaggio comune di plastica, vetro e gli altri materiali i cui bidoni appositi sono praticamente in ogni città, l’e-waste può essere molto più di una seccatura dato che il processo per il corretto riciclaggio è più complicato.
Ma un nuovo sistema inventato in California, e che speriamo possa sbarcare presto anche in Europa, potrebbe rivelarsi un grande esempio di razionalizzazione dei rifiuti. Un database online facile e veloce, gestito dall’amministrazione cittadina, mostra alla popolazione cosa si può riciclare, dove farlo, e soprattutto l’indicazione del luogo più vicino per il riciclo entro un raggio di 10 miglia (circa 16 km) dalla propria abitazione.
Inventati chip che risolvono il problema dei rifiuti elettronici
Due ingegneri australiani hanno attentamente esaminato i problemi del cosiddetto e-waste, cioè i rifiuti elettronici, e hanno trovato una soluzione che potrebbe fare una grande differenza: i circuiti in plastica riciclata. Il professor David Thiel e MadhusudanRao Neeli della facoltà di ingegneria e di tecnologia alla Griffith University di Brisbane hanno elaborato un modo per rendere i circuiti elettronici in un nuovo livello ecologico.
Non è solo un altro piccolo passo nella tecnologia dei computer, o un sottoprodotto della ricerca ambientalista che spera di risolvere altre questioni. Thiel e Neeli hanno guardato specificamente al problema dei rifiuti e hanno voluto elaborare una risposta concreta. La loro tecnologia di circuiti in plastica può essere solo la soluzione.