Nucleare, lasciamo il fronte sicurezza tedesco per tornare in Italia. Italia ancora nuclear free e, a quanto risulta dalla prima prova in Sardegna dei giorni scorsi, intenzionata a rimanerci. L’isola ieri ha partecipato al referendum consultivo concomitante con le amministrative, arrivando quasi a raddoppiare il quorum fissato al 33% e, oltre all’affluenza record, vittoria per la partecipazione democratica ai temi energetici, ha fatto registrare un punto a favore dei contro in quella che ormai è diventata una battaglia su tutti i fronti. Sono andati in tanti a votare sì per dire no alle centrali e alle scorie radioattive sul territorio sardo.
Altro freno al ritorno all’atomo italiano è arrivato in questi giorni dalla Corte Costituzionale che ha accolto, con la sentenza 165/2011, il ricorso presentato dalle regioni Toscana e Puglia e dalla provincia autonoma di Trento contro il decreto 105/2010.
Ancora sul nucleare italiano. E’ dei giorni scorsi la notizia dell’avvenuta realizzazione (subito secretata) della mappa dei siti papabili ad accogliere le scorie radioattive, con annesso parco tecnologico, e montagne di denaro, ma la polemica non si arresta e continuano ad arrivare reazioni dal mondo dell’associazionismo e dalla politica, in particolar modo dalle Regioni più interessate dalle bandierine della Sogin, che ricordiamo è la Società che si occupa delle gestione degli impianti nucleari, incaricata dal Governo di stilare le aree più idonee ad ospitare il materiale radioattivo.