Anniversario Chernobyl, scatti dall’inferno: l’ingegnere nucleare Mario Pillon ricorda

di Redazione 1

26 aprile 1986-26 aprile 2011, 25 anni dopo Chernobyl il mondo si ferma e ricorda. Greenpeace Italia, come abbiamo visto, ha piantato duemila croci al Circo Massimo, a Roma, per ricordare le vittime e la data del referendum italiano. Tanti i manifestanti scesi in strada in Francia, in Germania, così come tante sono le testimonianze, video e foto, pervenute sul sito dedicato creato da Greenpeace, Generazione Cernobyl.

Ci inviano e pubblichiamo volentieri un altro brano tratto dal libro di Massimiliano Squillace Scatti dall’inferno. E’ il ricordo di Chernobyl a firma di Mario Pillon, ingegnere nucleare: Quando Chernobyl si materializzò ad Ostia.

Martedì 28 aprile 1986, sono le 9,30 del mattino: esco con la mia auto dal Centro Ricerche Energia dell’Enea di Frascati, dove dal 1984 sono impiegato come ricercatore presso il laboratorio di Neutronica applicata. Devo svolgere alcune commissioni. Rientro verso le ore 10,30 ma alla sbarra d’ingresso al CRE un uomo del servizio di guardia mi blocca l’accesso. Mi fermo, apro il finestrino e l’uomo, facendomi il saluto militare, mi domanda “È lei il dottor Pillon?”.

“Sì”, rispondo, e subito mi sento a disagio, preoccupato. Cosa avrò fatto? Forse nel­l’uscire con l’auto sono passato troppo velocemente…?

“La cerca urgentemente il dottor Lucci, ci ha dato ordine di condurla subito da lui”.

Franco Lucci era un dirigente di ricerca, il capo del Servizio di radioprotezione e fisica sanitaria dell’Enea di Frascati oltre che il responsabile del servizio di vigilanza del Centro.

Comincio a essere ancora più preoccupato. Franco era un collega, oggi lo definirei un amico, ma allora io ero giovane, da soli due anni dipendente dell’Enea. Avevo lavorato per Franco e credo che lui avesse già un’ottima stima di me come ricercatore, giovane ma bravo e competente.

Cosa avevo mai combinato? Mi sarei preso una strigliata. Stavo entrando nell’ufficio di Franco scortato da una guardia!

“Mario, hai sentito ieri dell’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl? Abbiamo ur­genti necessità di fare delle misure di contaminazione ambientale, ordini che vengono dal ministero. Mi servono i tuoi due rivelatori al germanio iperpuro con tutta l’elettronica di acquisizione. Li dobbiamo portare all’edificio Tokamak, nello scantinato, e mi serve anche un tuo aiuto per fare le misure. Iniziamo subito a trasferire tutto”.

Non avevo combinato alcun guaio. Certamente non io.

Dal pomeriggio del giorno successivo cassette di frutta, verdura, latte, campioni di terre­no e sabbia del litorale laziale cominciarono ad arrivare al CRE di Frascati e dopo la dovuta preparazione un campione veniva messo sopra uno dei due rivelatori HPGe e misurato.

“Guarda Mario, si vede la riga a 365 keV dello Iodio-131” – mi dice Franco – “E qui a 661 scommetto che comparirà la riga del Cesio; c’è già un accenno ma ci vuole più tempo di conteggio per vederla, ha una vita media di trent’anni”.

Stavamo misurando circa un litro di latte proveniente da allevamenti del nord Italia. Un certo numero di piante di insalata verde erano in conteggio sull’altro rivelatore. Tutti i dati acquisiti venivano memorizzati sull’hard disk da 40 Mbyte di un PC IBM con sistema operativo DOS e poi archiviati su floppy disk da 5¼ pollici.

Dopo pochi giorni smisi di collaborare con Franco alle misure; i colleghi della sua unità avevano imparato presto a gestire i rivelatori e l’elettronica di acquisizione. Sono un gruppo numeroso ed è loro la responsabilità della gestione e della comunicazione dei dati rilevati alle Autorità.

Io ripresi a fare il mio lavoro nell’unità a cui appartenevo. Non so più molto dei valori della contaminazione radioattiva rilevata in Italia, causata dall’incidente di Chernobyl, solo qualche notizia che talvolta mi rivelava Franco, incontrandolo a mensa.

Chernobyl dista circa 1.600 chilometri in linea d’aria da Roma; Franco mi raccontò di aver misurato contaminazione radioattiva perfino nella sabbia delle spiagge di Ostia!

Mi viene da pensare: ma come sarà la situazione lì a Chernobyl, vicino alla centrale nucleare esplosa?

Tratto da Chernobyl, scatti dall’inferno di Massimiliano Squillace (Infinito Edizioni).

Ricerche correlate:

Scatti dall’inferno su Ecologiae

Chernobyl su Ecologiae

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