Biocarburanti, al via la sperimentazione sulle navi da guerra americane

di Redazione Commenta

biocarburanti navi da guerra americaneTempo fa i parlamentari Repubblicani avevano dato un duro colpo alla ricerca verso i biocarburanti in quanto avevano di fatto bloccato la sperimentazione per scopi militari perché troppo costosa. Nonostante questa opposizione, la Marina Militare ha deciso di andare avanti ed ha avviato un importante progamma di sperimentazione dei biocarburanti sulle proprie navi.

Il blocco dei Repubblicani è stato aggirato grazie all’obiettivo che l’America si è posta da tempo di raggiungere l’autosufficienza energetica, e l’utilizzo dei biocarburanti potrebbe andare proprio in quella direzione. Secondo quanto riporta la Reuters, la Marina Militare ed il Dipartimento per l’Energia hanno speso 210 milioni di dollari per la costruzione di tre raffinerie per biocarburanti, per un costo totale di 420 milioni di dollari e per ottenere 30 milioni di galloni (circa 110 milioni di litri) di biocarburante all’anno.

Il progetto partirà in autunno con capitali misti pubblico/privato, ma non verrà ultimato prima di un anno. Questo programma ha comunque molta importanza a livello scientifico. Un investimento così importante, peraltro fatto in campo militare, non può avere altro effetto che quello di accelerare le ricerche per quanto riguarda l’efficienza di questo combustibile, e magari sfruttare maggiormente fonti non commestibili, come per esempio alghe o rifiuti, per una mobilità maggiormente sostenibile.

Inoltre va tenuto conto che le navi e gli aerei militari americani sono migliaia, ed ogni anno con gli attuali combustibili inquinano tantissimo. Per questo la scelta di passare ai biocarburanti servirà per ridurre l’impatto sull’ambiente delle esercitazioni, ed anche se non sarà completamente azzerato, sarà almeno ridotto. Poi, come spesso accaduto anche in altri campi, il passaggio dal campo militare a quello civile è molto rapido (internet insegna), ed essendo questo uno dei pochi settori che non subiscono mai tagli alla ricerca, se è questo lo scotto da pagare per avere combustibili più efficienti, tanto vale provarci.

[Fonte: Treehugger]

Photo Credits | Getty Images

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