
Le maggiori società di energia eolica si sono unite per mettere in guardia il Congresso americano sulla fissazione di uno standard di energia rinnovabile troppo basso. Esso significherebbe perdere molti posti di lavoro. Hanno unito le forze per contrastare lo strapotere delle imprese del carbone, petrolio, e altre del settore energetico, che tentano di influenzare la legislazione sul clima. Come spesso ribadito su queste pagine, questo costerebbe posti di lavoro e l’economia ne risentirebbe. In America l’hanno capito, in Europa no.
Uno standard nazionale sull’energia rinnovabile richiederebbe che le aziende di servizi pubblici acquistino una certa quantità di energia da fonti di energia pulita. Quest’idea è stata introdotta dai Democratici, i quali hanno stabilito per legge che il 25% dell’energia della nazione provenga da fonti alternative entro il 2025. Ora, nel quadro degli sforzi di compromesso, per favorire le grandi imprese in un difficile momento dell’economia, questo limite è stato tagliato al 12%. Il che significa miore impegno nello sviluppare la tecnologia, meno fondi, e meno posti di lavoro.