In America le imprese ecoliche si uniscono per protestare contro gli ostacoli burocratici. E l’Italia che fa?

di Redazione Commenta

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Le maggiori società di energia eolica si sono unite per mettere in guardia il Congresso americano sulla fissazione di uno standard di energia rinnovabile troppo basso. Esso significherebbe perdere molti posti di lavoro. Hanno unito le forze per contrastare lo strapotere delle imprese del carbone, petrolio, e altre del settore energetico, che tentano di influenzare la legislazione sul clima. Come spesso ribadito su queste pagine, questo costerebbe posti di lavoro e l’economia ne risentirebbe. In America l’hanno capito, in Europa no.

Uno standard nazionale sull’energia rinnovabile richiederebbe che le aziende di servizi pubblici acquistino una certa quantità di energia da fonti di energia pulita. Quest’idea è stata introdotta dai Democratici, i quali hanno stabilito per legge che il 25% dell’energia della nazione provenga da fonti alternative entro il 2025. Ora, nel quadro degli sforzi di compromesso, per favorire le grandi imprese in un difficile momento dell’economia, questo limite è stato tagliato al 12%. Il che significa miore impegno nello sviluppare la tecnologia, meno fondi, e meno posti di lavoro.

Con il superamento di un rigoroso standard di energia rinnovabile a questo punto si possono effettivamente soffocare alcune imprese inquinanti nei prossimi anni, proprio quello che non vogliono le grandi lobby del petrolio e quant’altro. Probabilmente l’incremento dell’occupazione sarebbe proprio il punto fondamentale a favore del rinnovabile che le aziende dei combustibili non vogliono concedere, perché sarebbe la loro fine. E forse è proprio questo che frena il suo sviluppo a livello europeo (con le dovute eccezioni).

In ogni modo sono le imprese del rinnovabile che devono darsi da fare, ed unirsi per far sentire la propria voce anche da noi, in un’Italia in cui il nucleare sembra avere, inspiegabilmente, la precedenza, ed in cui le imprese del futuro, quelle delle rinnovabili, sono spesso dimenticate dalla politica.

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