Nucleare, i Verdi insorgono: “il Governo vuole le mini-centrali atomiche”

Non solo nucleare. Il rischio per l’Italia ora si chiama mini-nucleare, una forma sperimentale di energia atomica per cui, se fossero confermate le prove dei Verdi, l’Italia farà la cavia. L’incredibile scoperta è stata oggi resa nota dal massimo rappresentante del partito, Angelo Bonelli, il quale ha spiegato che sin dal giorno in cui è stata firmata la moratoria per bloccare per un anno la costruzione delle centrali nucleari, il Governo aveva già in mente un “piano B”.

Il piano B si chiama mini-centrali costruite da Iris, un consorzio del colosso Westinghouse che costruisce gli impianti nucleari in America, il quale si basa su delle centrali più piccole che si adattano meglio al territorio, sono più economiche e, teoricamente, dovrebbero avere un impatto ambientale minore, tanto da poter essere costruite persino nei luoghi inospitali per le grandi centrali che tutti conosciamo.

Incidente nucleare in Egitto, probabile fuga di acqua radioattiva dalla centrale di Anshas

L’Egitto, al centro dell’attenzione mondiale nei mesi scorsi per la rivolta contro Mubarak, una delle scintille della cosiddetta primavera araba, che ha portato alla caduta del Governo egiziano, torna a far parlare di sé per ben altre vicende, legate all’atomo.
Ieri si è infatti appreso, ma le fonti non sono ben chiare, di un incidente nucleare: un’esplosione avvenuta in un impianto piccolo quale è quello di Anshas, a Nord de Il Cairo, nella regione del Delta del Nilo, che potrebbe aver provocato una fuga di acqua radioattiva. Per la precisione si parlerebbe di dieci metri cubi di materiale contaminato ma finora non arrivano conferme.

Sulla base di quelli che sono i criteri in merito stabiliti dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, l’incidente, spiega la fonte, sarebbe classificato come di terzo livello. Il condizionale è d’obbligo: le informazioni, come purtroppo avviene quasi sempre quando si tratta di problemi a reattori nucleari, sono scarse e permeano poco nella spessa cortina eretta dalle autorità per evitare allarmismi e panico tra la popolazione e nei Paesi confinanti.

Nucleare, furto computer Enel: ma quali segreti?

Nucleare: nei giorni scorsi è stato sottratto un computer all’Enel che ieri ne ha denunciato il furto, rivelando il contenuto:

documenti aziendali relativi a studi e analisi preliminari, privi di risvolti operativi, sulle caratteristiche di siti per impianti nucleari in Italia e all’estero.

L’azienda trova alquanto strano che il reato sia avvenuto a pochi giorni dal referendum, fissato ricordiamo per il 12 e 13 giugno prossimo, insieme ai quesiti su acqua pubblica e legittimo impedimento.
Il pc aziendale si trovava negli uffici romani dell’area nucleare a Tor di Quinto. Che il furto sia un tentativo di divulgare le aree papabili per la costruzione dei siti in Italia alla vigilia del voto, per influenzarne l’esito?

Un coniglio senza orecchie a Fukushima, video bufala o verità?

Un coniglio senza orecchie a Fukushima, ha fatto la sua comparsa in un video che sta impazzando in rete sollevando non pochi dubbi e perplessità sulla veridicità e la localizzazione del filmato. E’ lo scotto da pagare per l’enorme quantità di documenti digitali immessi in tempo reale sul web, fanno il giro del mondo in pochi secondi, sollevano allarmismo, fanno scalpore e poi magari si scopre che non è quello che sembra e che oggi anche la realtà si può manipolare.

Non sappiamo se è questo il caso, ma lo è stato, se vi ricordate, con i limoni mutanti di Terzigno, o ancora con la pioggia di petrolio imputata alla marea nera. Non è certo strano che ci verifichino malformazioni dovute all’esposizione alle radiazioni e la fuga radioattiva nei territori limitrofi a Fukushima potrebbe aver già sortito i suoi effetti.

Nucleare, Margherita Hack: “Sì al referendum ma la ricerca deve continuare”

Nucleare: la Cassazione ha aperto al voto del 12 e del 13 giugno, restituendo di fatto il diritto di esprimersi sul futuro ambientale ed energetico del Paese ai cittadini. Grande apprezzamento è stato espresso dagli ambientalisti, dall’Idv, dal Pd e dai comitati civici che si battono per promuovere il referendum.

Margherita Hack, fisico fiore all’occhiello nel panorama scientifico italiano, le cui posizioni pro-nucleare sono note e rispettate anche perché coerenti con il suo profilo, interpellata in questi giorni dalle agenzie di stampa sulla decisione della Corte, ha rilasciato delle dichiarazioni in difesa del referendum e della libertà di scelta e di partecipazione democratica alle decisioni del Paese, pur sottolineando che la ricerca deve continuare e non può subire battute d’arresto.

Nucleare: le mezze verità del Governo francese

La Francia è spaventata dalla decisione della Merkel di chiudere con il nucleare in Germania, e probabilmente lo sarà ancor di più tra poco più di 10 giorni, quando anche in Italia diremo no all’atomo. Per questo parte all’attacco. Il timore è che anche i cittadini francesi, che di rivoluzioni ne sanno più di tutti, scendano in piazza per chiedere la chiusura delle centrali.

A parlare è Eric Besson, Ministro dell’Industria, il quale ha accusato la Germania di chiudere le centrali nucleari per puntare su carbone e gas, i quali faranno aumentare le emissioni. Nulla di più falso, visto che la Germania, che ha già di gran lunga il record di produzione di energia rinnovabile a livello europeo, ha deciso che i soldi che oggi sono investiti nell’atomo, domani andranno a finanziare i progetti di energia pulita. Dunque né le bollette saranno più salate, né si aumenterà il ricorso ai combustibili fossili.

Referendum nucleare, la Cassazione ammette il quesito

Il referendum sul nucleare si farà. L’ha deciso appena pochi minuti fa la Corte di Cassazione, ammettendo che, nonostante il Governo abbia tentato di far saltare il quesito con una moratoria di un anno, questa non toglie ai cittadini la libertà di esprimersi sul nucleare.

Esultano le opposizioni, ma anche ambientalisti e associazioni di cittadini, i quali temevano che, nel tentativo di evitare il referendum su cui, è bene ricordarlo, ci si esprimerà anche sul legittimo impedimento, il Governo tentasse di aggirare l’ostacolo, eliminando il quesito che più di tutti avrebbe convinto gli italiani a recarsi alle urne.

Referendum 12-13 giugno, perché votare SI? Ce lo spiega Susanna Cenni, Pd

Ci avviciamo ai Referendum del 12 e 13 giugno 2011 che ci chiamano alle urne per 4 quesiti fondamentali per la nostra Democrazia: il decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici nazionali, l’attuazione della norma che stabilisce una tariffa per l’erogazione dell’acqua, il ritorno al nucleare in Italia, il legittimo impedimento.

Il Referendum è un importante istituto democratico che spinge i cittadini ad interrogarsi su temi che riguardano la nostra convivenza ed importanti scelte politiche del nostro Paese. Per questa ragione ritengo che vada combattuto ogni tentativo di scippo. Il Pd anche in queste ore è al lavoro e ha depositato una mermoria presso la Corte di Cassazione sul nucleare, affinchè il 12 e 13 giugno le schede siano quattro. Di fronte a chi banalizza, all’arroganza e allo spregio delle più elementari regole democratiche bisogna mantenere alta l’attenzione e continuare la campagna referendaria. Il 12 e il 13 giugno diciamo quattro si, non lasciamoci scippare il diritto di esprimere le nostre idee su questioni, come l’acqua, il nucleare e la giustizia, così importanti per il futuro organizzativo della nostra società.

Ora vediamo perché per la parlamentare Pd Susanna Cenni, bisogna votare SI a tutti e quattro i requisiti.

Nucleare, la Germania chiuderà tutte le centrali entro il 2022

Gli italiani guardano alla Germania e sognano che un giorno i nostri governanti possano comportarsi come quelli tedeschi. E’ bastata una mega-protesta con 160 mila persone scese in piazza per far decidere al Governo tedesco la chiusura definitiva delle centrali nucleari. Le prime già cominceranno a spegnere i reattori quest’anno.

E’ questa la decisione del Ministero dell’Ambiente che, per bocca del ministro Norbert Rottgen, l’ha definita una decisione “irreversibile”. Ed ha fatto bene Rottgen a precisare questo che non è un dettaglio insignificante in quanto, sin dall’incidente di Fukushima, le decisioni di Angela Merkel sono sempre state altalenanti, con un giorno in cui manifestava la volontà di smetterla con il nucleare, ed il giorno successivo che prolungava la vita delle centrali già in funzione.

Nucleare, Germania: in 160 mila in piazza per chiedere la chiusura delle centrali

Nonostante la Germania sia uno dei Paesi che più di altri stanno accelerando la fine dell’era del nucleare, i cittadini non sono ancora contenti e ieri sono scesi nuovamente in piazza in una manifestazione che, vista da qualche migliaio di chilometri di distanza, fa rabbrividire.

In oltre 20 città tedesche una folla oceanica di più di 160.000 persone è scesa in strada in assembramenti talmente folti che anche la polizia non ha potuto negare che in alcune città ci fossero non meno di 20-25 mila persone. L’urlo della manifestazione era “Atomkraft – Schluss” (fine dell’energia nucleare). L’azione è servita per inviare un messaggio forte e chiaro al Governo che sembra piuttosto incerto sul futuro energetico della Germania.

Fukushima, piove sul bagnato: in arrivo il tifone Songda. La centrale non è pronta

Piove sul bagnato a Fukushima. La centrale messa in crisi dal violento terremoto dell’undici marzo scorso e dal conseguente devastante tsunami, sta per affrontare un’altra dura prova che aggiungerebbe ulteriori fattori di rischio all’emergenza in corso: l’arrivo in Giappone del secondo tifone della stagione, Songda.

Secondo quanto affermano i gestori l’impianto in avaria, in cui da giorni si combatte per ristabilire una situazione di sicurezza ed impedire l’ulteriore fusione dei reattori, arginando per quanto possibile i danni, non è abbastanza preparato a fronteggiare le forti raffiche di vento e le violente precipitazioni attese. Quali rischi si corrono in concreto?

Energia: stop al nucleare, il Giappone riparte dal sole

Diventa quasi superfluo affermare che, dopo il disastro di Fukushima, l’energia nucleare non è esattamente ciò che i giapponesi chiedono. Eppure bisogna specificare questa che può sembrare un’ovvietà, visto che ancora oggi in Italia molti politici continuano a spiegare che, nonostante le varie fusioni, sia i nipponici che il resto del mondo continuano a puntare sull’atomo.

Dato questo per assodato, va considerato che in Giappone il parere del popolo conta, tanto che il Governo sta cercando altre fonti per garantire il fabbisogno energetico futuro del Paese. L’ultima iniziativa è stata battezzata “Sunrise Plan”, che non si dovrebbe tradurre tanto letteralmente come “piano dell’alba”, ma più che altro in senso figurato, come una sorta di “rinascita dal sole”.