Nucleare, Svizzera chiuderà le centrali entro il 2034: elogio della follia

Nucleare, argomento caldo che scotta ogni giorno di nuove crisi, proteste, polemiche, raramente raccoglie consensi e soprattutto non in questo periodo. Abituati a vivere in un mondo post Chernobyl al punto da dimenticarcene a tratti, lo spettro radioattivo di Fukushima, centrale morta vivente, aleggia sulle nostre teste troppo da vicino per ignorarlo anche se non in possesso del sesto senso.

Il Governo italiano non va certo in giro per cimiteri (a Chernobyl son morti quattro gatti randagi d’altronde) e preferisce prendersi una pausa di riflessione dalla rivoluzione energetica fondata sul ritorno all’atomo, inserendo nel decreto Omnibus, approvato ieri con la fiducia dalla Camera, una moratoria che blocca tutto per un anno. Il referendum sul nucleare del 12 e 13 giugno prossimo è dunque in bilico, per la maggioranza è obsoleto perché a bloccare il nucleare ci han pensato già loro, così dicono.

Nucleare: Greenpeace porta il “bidone” dell’atomo a Roma

Mentre ieri in Parlamento il Governo tentava l’ennesima prova di forza per by-passare il referendum sul nucleare, quello che gli fa più paura perché porterebbe milioni di italiani alle urne, sulla terrazza del Pincio, a Roma, gli attivisti di Greenpeace hanno posizionato il “bidone del nucleare”, un gigantesco cilindro simile ad un barile per le scorie radiattive, per protestare contro il decreto Omnibus.

“Liberateci dal nucleare”, chiedono gli attivisti con uno striscione sul bidone, e la liberazione non è solo figurata, visto che all’interno della struttura ci sono davvero delle persone, le quali hanno deciso di rimanerci fino al 12 giugno, quando si apriranno le urne per il referendum.

Decreto Omnibus: Governo incassa fiducia, che ne sarà del referendum sul nucleare?

Decreto Omnibus: il Governo oggi ha incassato la fiducia ottenendo 313 sì, 291 no e registrando due astensioni:

La Camera, fa sapere in una nota il Parlamento, ha votato la fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante Disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo.

Nucleare in Italia, si vota la fiducia per il decreto Omnibus

E’ in corso in aula alla Camera il voto di fiducia del governo sul decreto Omnibus, decreto che tra gli altri provvedimenti contiene anche quello sulla moratoria per il nucleare in Italia. A seguito del disastro della centrale di Fukushima e soprattutto della diminuzione del consenso pubblico, la maggioranza di governo era stata costretta a fare dietro front sul ritorno al nucleare e quindi oggi il governo chiede la fiducia per evitare il referendum previsto per il 12 e 13 giugno. Finora la maggioranza di “No” dei parlamentari boccia la fiducia, tra commenti e polemiche verso l’attuale maggioranza di governo.

Sul nucleare il governo fa una clamorosa marcia indietro, quando fino a tre mesi fa quella fonte energetica era la base per lo sviluppo indicata dall’esecutivo. Mi auguro che nonostante il decreto il referendum si tenga comunque, il governo non ha un piano energetico e quindi di non avere un progetto di sviluppo

ha commentato in aula Paolo Baretta del Pd.

Nucleare: a Fukushima altri due reattori in fusione, mentre l’Italia prova ad aggirare l’ostacolo-referendum

In Giappone la situazione comincia a farsi davvero critica per la centrale nucleare di Fukushima, ma questo problema sembra non interessare il Governo italiano che continua con la sua campagna pro-nucleare. Ma procediamo con ordine e vediamo quanto avviene nel Paese nipponico.

Qui gli esperti hanno quasi da subito affermato che almeno tre dei sei reattori della centrale rischiavano la fusione, ma la Tepco ha sempre ribadito che soltanto uno, il primo, poteva davvero fondersi. Ed infatti così è stato, almeno fino ad oggi. Le notizie che arrivano dal Paese del Sol Levante sono davvero preoccupanti, e ci raccontano che nemmeno le barre di combustibile completamente sommerse in acqua hanno potuto fermare il processo di fusione che ormai riguarda anche i reattori due e tre.

Nucleare: catena umana in tutta Italia per dire no alle centrali

Una catena umana che si snoda da Nord a Sud per dimostrare la propria opposizione al nucleare. E’ questa la risposta dei cittadini al colpevole silenzio che si è formato sui media nazionali, in particolar modo in televisione, sul tema del referendum, visto che il Governo vuol far passare il messaggio che non c’è più bisogno di andare a votare. E così, tra oggi e domani, sono previste ben 10 manifestazioni molto significative.

Si tratta di comuni cittadini, abitanti nelle città in cui sono presenti le vecchie centrali nucleari o dove si prevede di costruirne di nuove, che formano una catena umana intorno al sito per manifestare la propria opposizione. La protesta è stata organizzata dal comitato “Vota sì per fermare il nucleare”, ed è già un successo.

Fukushima: radiazioni rilevate nell’Oceano Pacifico e Atlantico

Quando il mese scorso gli esperti hanno dichiarato che il disastro di Fukushima era stato peggiore di quello di Chernobyl, non l’hanno detto a caso. Come non è stato un caso che i funzionari giapponesi abbiano aumentato la gravità dell’incidente alla centrale nucleare al livello 7, il livello più alto della scala internazionale. I radionuclidi diffusi nell’acqua del mare nipponico infatti non sono rimasti soltanto intorno alla centrale di Fukushima, ma sin dai primi giorni erano stati rilevati a cinque e dieci chilometri a Sud della centrale, e ad oltre 30 chilometri in mare aperto.

Ken Buesseler, oceanografo chimico del Woods Hole Oceanographic Institution, ed Henrieta Dulaiova, oceanografo chimico dell’Università delle Hawaii, hanno ora scoperto che le concentrazioni di radionuclidi sono arrivate non solo nel vicino oceano Pacifico, ma addirittura nell’Atlantico.

Nucleare, Greenpeace in azione davanti al Parlamento: “Si deve votare”

Nucleare: Greenpeace oggi in azione davanti al Parlamento per sottolineare quanto sia cruciale non lasciarsi derubare del diritto ad esprimersi sui temi della politica energetica italiana per mezzo del referendum.

“Furto di Referendum. Sul nucleare si deve votare” questo il messaggio inequivocabile srotolato dagli attivisti a Roma. Non a caso in questa data. Oggi infatti la Camera era chiamata a discutere il già tanto discusso decreto Omnibus che dovrebbe chiarire se il quesito sul nucleare il 12 e 13 giugno prossimi ci sarà o meno.

Referendum nucleare, tre foto-ragioni per dire no votando sì

Referendum nucleare del 12 e 13 giugno: non l’unico quesito, ci sono anche due domande secche sull’acqua ed una sul legittimo impedimento rilevanti, ma certamente quello che sta infiammando maggiormente gli animi, divisi tra i pro e i contro, a fare i conti su vantaggi e svantaggi, costi e risparmio in bolletta, ma soprattutto sui potenziali rischi, anche alla luce di quanto accaduto a Fukushima.

Un disastro, quello giapponese, che innegabilmente ha rafforzato la propensione al no sul ritorno all’atomo italiano. L’Italia guarda con apprensione all’emergenza ancora aperta in terra nipponica, molte certezze sulla tenuta del nucleare in caso di terremoti dalla portata imprevedibile vacillano proprio alla luce del sisma e del devastante conseguente tsunami che hanno messo in ginocchio i giapponesi, assurti ad esempio di solidità incrollabile in tutto il mondo.

Nucleare, Corte Costituzionale accoglie ricorso Regioni: obbligatoria l’intesa sulla costruzione di centrali

Nucleare, lasciamo il fronte sicurezza tedesco per tornare in Italia. Italia ancora nuclear free e, a quanto risulta dalla prima prova in Sardegna dei giorni scorsi, intenzionata a rimanerci. L’isola ieri ha partecipato al referendum consultivo concomitante con le amministrative, arrivando quasi a raddoppiare il quorum fissato al 33% e, oltre all’affluenza record, vittoria per la partecipazione democratica ai temi energetici, ha fatto registrare un punto a favore dei contro in quella che ormai è diventata una battaglia su tutti i fronti. Sono andati in tanti a votare sì per dire no alle centrali e alle scorie radioattive sul territorio sardo.

Altro freno al ritorno all’atomo italiano è arrivato in questi giorni dalla Corte Costituzionale che ha accolto, con la sentenza 165/2011, il ricorso presentato dalle regioni Toscana e Puglia e dalla provincia autonoma di Trento contro il decreto 105/2010.

Nucleare, Germania: “Nessuno dei 17 impianti sicuro in caso di incidenti aerei”

Nucleare, un tema che occupa la scena politica, anima il dibattito scientifico e civico, diventa, come nel caso del referendum in Sardegna che lo ha bandito dall’isola, oggetto dell’espressione della sovranità democratica. Nucleare che, in seguito ai tragici eventi di Fukushima, è nel mirino soprattutto sul fronte sicurezza, con la questione degli stress test in Europa ancora in sospeso, Paesi che vanno avanti come la Russia e nazioni che fanno un clamoroso dietrofront come la Germania della Merkel.

E proprio delle centrali nucleari tedesche parliamo oggi, in riferimento ad un rapporto sulla sicurezza dei reattori e la resistenza ai diversi fattori di rischio atomici ad opera della Rsk, la commissione preposta alla verifica della tenuta degli impianti nelle emergenze.

Referendum nucleare Sardegna, atomo bocciato

Referendum sul nucleare in Sardegna: l’atomo è stato bocciato, stando agli ultimi dati pervenuti. Continuiamo ad aggiornarvi sull’esito della consultazione popolare sulla costruzione di centrali e depositi di scorie nucleari

Sardegna, referendum nucleare supera il quorum: in testa il popolo dei contrari

Il referendum sul nucleare in Sardegna del 15 e 16 maggio ha superato il quorum, abbassato al 33%. Al momento sono state scrutinate solo 205 sezioni su 1.820 complessive e risulta, dati ancora parziali dunque, che il 98,01% dei votanti, alla domanda “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”  abbia dato risposta affermativa, dichiarandosi contrario.

Una grande vittoria della democrazia sulla dittatura, così ha definito l’affluenza dei sardi alle urne nell’ambito del quesito consultivo regionale, Felice Belisario, presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato. Un quorum che fa ben sperare per il referendum abrogativo nazionale previsto per il 12 e 13 giugno prossimi.